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bob71

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Con il suo primo lungometraggio, "See You Tomorrow", Michimoto Saki racconta con tocco discreto il mondo fragile e competitivo di giovani aspiranti fotografi. La protagonista, Nao, interpretata con misura da Tanaka Makoto, è una ragazza dal talento evidente e dallo sguardo impassibile, circondata da compagni di corso che, dietro dichiarazioni di amicizia, nascondono ammirazione mista a invidia.
La regia si muove con leggerezza, osservando i personaggi senza forzarli, valorizzando i silenzi, i piccoli gesti, i non detti.
La scelta di mantenere una narrazione priva di grandi esplosioni emotive conferisce al film un tono di realismo sobrio ed elegante, capace di restituire l’incertezza e la malinconia tipiche di quel momento sospeso tra la fine degli studi e l’ingresso nell’età adulta.
Tuttavia, proprio questa delicatezza rappresenta anche il limite principale del film.
"See You Tomorrow" si accontenta di sfiorare i temi che propone — la rivalità nascosta, la paura del futuro, la solitudine della vocazione artistica — senza mai scavare a fondo oltre la superficie. Il conflitto rimane interno, suggerito più che esplorato, e il film rischia di apparire irrisolto e privo di reale mordente, lasciando lo spettatore con l’impressione di un racconto incompleto.
La parte finale, che ritrova i personaggi quattro anni dopo, cerca di dare maggiore profondità alla storia, mostrando come il tempo agisca sulle relazioni e sui destini individuali. Ma anche qui Michimoto preferisce restare sul registro del non detto, lasciando molte domande in sospeso.
"See You Tomorrow" è un’opera prima promettente, che mostra grande sensibilità visiva e una certa raffinatezza stilistica, ma che avrebbe forse beneficiato di un maggior coraggio emotivo nel raccontare le contraddizioni e le tensioni dei suoi protagonisti.


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Rudido

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Primo lungometraggio della 27enne Saki Michimoto, “See You Tomorrow” è un film convincente, che parla di arte, di amicizia e del talento che isola chi lo possiede.

La protagonista Nao, è una ragazza che inizialmente studia fotografia. Nella prima parte della pellicola la seguiamo durante gli ultimi giorni a scuola in Giappone, mentre da un lato convince uno dei suoi amici a uscire insieme (quasi per curiosità), e dall'altro si organizza per andare a proseguire il suo percorso artistico a Berlino. La ritroveremo dopo un salto temporale di 4 anni, al suo ritorno a Tokyo, per allestire la sua prima "personale"; e scopriremo come sono proseguite le vite dei suoi ex compagni di scuola.

Film graficamente molto interessante, costellato di inquadrature eleganti ma che sa anche ben raccontare la sua storia rimanendo sempre su toni intimi e quasi confidenziali, e funzionando a mio parere senza passi falsi fino alla fine. Fulcro di tutto è Nao, il suo talento e il suo rapportarsi con gli amici e il mondo esterno: le dinamiche che si sviluppano e l'apparente o reale distacco della protagonista verso gli altri sono infatti rappresentate costantemente dall'inizio alla fine della pellicola.

In una delle scene più intense, dopo aver comunicato al suo ragazzo/compagno di corso la notizia della partenza e aver preso atto che si stanno lasciando, Nao inizia a fotografarlo, ignorando completamente la sua vulnerabilità. Lui, passando da una risata nervosa alle lacrime, sussurra: “Sei impietosa”. Ma, completamente assorbita, la protagonista non si ferma. La sua risposta mentre continua a scattare è di un distacco quasi patologico: “Straordinario!”, afferma.

L'artista sembra dunque un pesce fuor d'acqua in qualunque contesto? Forse. Nao sembra da un lato condannata dalla sua stessa ossessione a non avvicinarsi troppo agli altri rimanendo sempre una sorta di elemento esterno, ma dall'altro, gli "altri" sono proprio il soggetto della sua opera e della sua curiosità.

Un altro elemento che colpisce è come l'autrice metta in scena l’immutabilità, a tratti inquietante, delle persone. Quando Nao torna in Giappone, anche se sono passati quattro anni, ritroviamo una ragazza che non è cambiata, né nel profondo né in superficie. È ancora un’artista, ancora solitaria e silenziosa. Ma ciò che sorprende è che anche i suoi ex compagni di scuola, pur avendo preso strade più convenzionali, non sono cambiati. Yamada, l’ex ragazzo, è forse il caso più emblematico: schiacciato dal peso dei suoi fallimenti personali, si chiude in casa, bloccato tra imbarazzo e disillusione. Il tempo passa, ma la natura delle persone resta, come una fotografia che non sbiadisce.

Tra eleganza visiva, delicatezza e riflessioni sull'arte e la vita, “See You Tomorrow” mi ha lasciato comunque delle belle sensazioni, è un film misurato e in parte anche un po' “sfuggente” (come la sua protagonista), ma proprio per questo affascinante.