The Land of Morning Calm
In The Land of Morning Calm, Park Ri-woong racconta una Corea del Sud inedita, lontana dai rumori e dalle luci delle metropoli: un villaggio di marinai sulla costa battuta dal vento, dove il tempo sembra essersi fermato e la vita scorre in silenziosa resistenza. Il film si muove tra i ritmi lenti della pesca e le crepe che attraversano una comunità in via di estinzione, ponendo al centro il dramma sociale dell’immigrazione. L’ambientazione marittima, rara nel cinema contemporaneo, è resa con grande efficacia: la fotografia esalta la rude bellezza del mare, delle barche sgangherate, delle case consumate dalla salsedine. La musica, discreta e malinconica con i suoi arpeggi di chitarra, sottolinea senza mai invadere le emozioni trattenute che percorrono il film. Il crudo realismo della narrazione si riflette soprattutto nelle prove attoriali. Yoon Joo-sang e Yang Hee-gyeong, due veterani del cinema, regalano prove intense e misurate, capaci di trasmettere una gamma di emozioni sottili con pochi gesti, e dipingono con straordinaria naturalezza la dignità e la fatica di chi vive ai margini. Accanto a loro, Khazsak Kramer, nei panni della giovane vietnamita, offre una performance toccante che restituisce tutta la fragilità di chi cerca di integrarsi senza mai sentirsi davvero parte di una comunità.
The Land of Morning Calm non costruisce il proprio dramma su gesti clamorosi, ma sulle piccole fratture, sui silenzi, sugli sguardi sfuggenti. È nella lenta rivelazione delle tensioni interne al villaggio che il film trova la sua ragione d’essere, raccontando la solidarietà fra gli abitanti, ma anche il rancore, la solitudine e l’abbandono, con uno sguardo lucido e profondamente umano.
The Land of Morning Calm non costruisce il proprio dramma su gesti clamorosi, ma sulle piccole fratture, sui silenzi, sugli sguardi sfuggenti. È nella lenta rivelazione delle tensioni interne al villaggio che il film trova la sua ragione d’essere, raccontando la solidarietà fra gli abitanti, ma anche il rancore, la solitudine e l’abbandono, con uno sguardo lucido e profondamente umano.