Hikari-Man
Un'opera come "Hikari Man" se fosse stata scritta da un autore sconosciuto sarebbe finita nel dimenticatoio o, forse, sarebbe apprezzata da qualche fan che inciampa su alcune buone idee annegate in sei volumi di banalità e "fattomalismo".
Purtroppo però "Hikari Man" esce a firma Hideo Yamamoto, lo stesso che 10 anni prima ha fatto innamorare il mondo degli otaku con la sua personalissima metafora della vita che ancora oggi risulta quasi inarrivabile: "Homunculus".
Vediamo nel dettaglio perché secondo me dovresti saltare a piè pari la lettura di "Hikari-Man".
La trama è il solito, già visto mille volte, viaggio del ragazzo introverso che scopre di avere un super potere che gradualmente lo consumerà e lo porterà a compiere anche atti deplorevoli, che però saranno rivalutati nella cornice più ampia della motivazione "a fin di bene".
Ma non è la trama il problema principale è la realizzazione: "Hikari-Man" ha evidentissimi problemi di sceneggiatura e tecnica del disegno.
Sezioniamole una per una: la sceneggiatura è banale, didascalica, spesso noiosa e non offre un reale motivo per girare la pagina. Il tempo della narrazione è incredibilmente lento, inutilmente lento. Le pagine scorrono tra decine di scene nella stanza del protagonista o per le strade di Tokyo in cui non succede nulla, nessun pensiero interessante, nessuna azione rilevante. Un trascinamento continuo che mi risulta tutt'ora inspiegabile se non con una forte necessità di denaro da parte dell'autore che dopo dieci anni dall'uscita di un capolavoro si sia trovato a dover produrre qualcosa "a tutti i costi". A proposito di costi: i disegni sono interamente realizzati con motori 3D, niente di eccezionale vista l'evoluzione della tecnica nei manga e negli anime degli ultimi 25 anni, ma il problema enorme qui è che tutti i volti non sono stati ritoccati. Le espressioni dei personaggi risultano quindi plastiche, totalmente inespressive. Come leggere un fotoromanzo di manichini in posa.
Riassumendo:
Trovo "Hikari-Man" un'opera super deludente. A parte l'evidente pessimo uso del 3D anche sulle espressioni dei personaggi che appiattisce tutta la lettura, ha seri problemi di sceneggiatura e di creatività nella trama.
Inizia con grande fatica provando in qualche modo a distaccarsi (ma senza troppo impegno) dai cliché dei soliti shounen che desiderano essere qualcosa e poi si trasformano e poi scoprono che è bello avere super poteri ma c'è anche una scomoda conseguenza. Prova ad intrecciare un'inutile storia d'amore poco sentita, e si conclude con un WTF.
Purtroppo però "Hikari Man" esce a firma Hideo Yamamoto, lo stesso che 10 anni prima ha fatto innamorare il mondo degli otaku con la sua personalissima metafora della vita che ancora oggi risulta quasi inarrivabile: "Homunculus".
Vediamo nel dettaglio perché secondo me dovresti saltare a piè pari la lettura di "Hikari-Man".
La trama è il solito, già visto mille volte, viaggio del ragazzo introverso che scopre di avere un super potere che gradualmente lo consumerà e lo porterà a compiere anche atti deplorevoli, che però saranno rivalutati nella cornice più ampia della motivazione "a fin di bene".
Ma non è la trama il problema principale è la realizzazione: "Hikari-Man" ha evidentissimi problemi di sceneggiatura e tecnica del disegno.
Sezioniamole una per una: la sceneggiatura è banale, didascalica, spesso noiosa e non offre un reale motivo per girare la pagina. Il tempo della narrazione è incredibilmente lento, inutilmente lento. Le pagine scorrono tra decine di scene nella stanza del protagonista o per le strade di Tokyo in cui non succede nulla, nessun pensiero interessante, nessuna azione rilevante. Un trascinamento continuo che mi risulta tutt'ora inspiegabile se non con una forte necessità di denaro da parte dell'autore che dopo dieci anni dall'uscita di un capolavoro si sia trovato a dover produrre qualcosa "a tutti i costi". A proposito di costi: i disegni sono interamente realizzati con motori 3D, niente di eccezionale vista l'evoluzione della tecnica nei manga e negli anime degli ultimi 25 anni, ma il problema enorme qui è che tutti i volti non sono stati ritoccati. Le espressioni dei personaggi risultano quindi plastiche, totalmente inespressive. Come leggere un fotoromanzo di manichini in posa.
Riassumendo:
Trovo "Hikari-Man" un'opera super deludente. A parte l'evidente pessimo uso del 3D anche sulle espressioni dei personaggi che appiattisce tutta la lettura, ha seri problemi di sceneggiatura e di creatività nella trama.
Inizia con grande fatica provando in qualche modo a distaccarsi (ma senza troppo impegno) dai cliché dei soliti shounen che desiderano essere qualcosa e poi si trasformano e poi scoprono che è bello avere super poteri ma c'è anche una scomoda conseguenza. Prova ad intrecciare un'inutile storia d'amore poco sentita, e si conclude con un WTF.
In questo "Hikari-Man" ci ho ritrovato molto della filosofia di "Homunculus", specialmente nella parte centrale/finale, il che non mi è dispiaciuto affatto.
La premessa iniziale della storia è tra le più classiche, quasi banale per chi mastica di supereroi americani, il titolo stesso richiama a quel tipo di storie, ma appena ci si addentra nella storia non si può non notare l'autore e le sue tematiche ricorrenti.
In generale ho apprezzato molto l'opera, per quanto i disegni non siano il massimo, anzi, in certi frangenti sono bruttini, nel complesso ho apprezzato il voler sperimentare questo 'stile' e le scene di combattimento ed 'elettriche' sono molto fluide, dinamiche e apprezzabili.
Inoltre, questo manga liscia filo come l'olio fino alla fine, 8 volumi che si leggono veramente in poche ore, dato che gli eventi e le azioni la fanno da padrone.
Il finale, senza fare spoiler, l'ho apprezzato molto e lo trovo una giusta conclusione (malata) in pieno stile Yamamoto, che non mancherà di creare vari spunti di riflessione non da poco.
La premessa iniziale della storia è tra le più classiche, quasi banale per chi mastica di supereroi americani, il titolo stesso richiama a quel tipo di storie, ma appena ci si addentra nella storia non si può non notare l'autore e le sue tematiche ricorrenti.
In generale ho apprezzato molto l'opera, per quanto i disegni non siano il massimo, anzi, in certi frangenti sono bruttini, nel complesso ho apprezzato il voler sperimentare questo 'stile' e le scene di combattimento ed 'elettriche' sono molto fluide, dinamiche e apprezzabili.
Inoltre, questo manga liscia filo come l'olio fino alla fine, 8 volumi che si leggono veramente in poche ore, dato che gli eventi e le azioni la fanno da padrone.
Il finale, senza fare spoiler, l'ho apprezzato molto e lo trovo una giusta conclusione (malata) in pieno stile Yamamoto, che non mancherà di creare vari spunti di riflessione non da poco.