Junsui adolescence
Junsui Adolescence è un manga intimista, quasi tutto racchiuso nel cuore di una ragazza che si scopre innamorata. È delicato, tenero, visivamente curato. Ma è anche un’opera discontinua, narrativamente poco solida, che si affida più al tono emotivo che alla costruzione di una vera storia. Ci si rtrova spesso a inseguire le emozioni di Nanao senza una cornice forte a cui ancorarsi: si salta da un’inquietudine a una carezza, da un dialogo criptico a una crisi, con il rischio di perdere il filo. Più che una storia con un chiaro sviluppo, Junsui Adolescence sembra un collage emotivo. Mancano snodi ben definiti, e questo rende difficile capire a che punto sia la loro relazione: stanno insieme? Si stanno evitando? Sono in crisi o in pausa? L’impressione è che l’autrice – o forse la struttura editoriale del magazine – abbia privilegiato l’immediatezza emotiva a scapito della coerenza narrativa.In alcuni momenti, il lettore può avere l’impressione che i personaggi parlino molto – soprattutto nei pensieri – ma dicano poco. L’introspezione diventa ripetitiva, i dialoghi si appiattiscono su un tono costantemente malinconico, e manca un reale contrasto o dinamica tra i due.
Junsui Adolescence tratta un tema delicato: una relazione tra una studentessa e un’adulta. A differenza di opere similari ma più provocatorie (come Hoshikawa Ginza Yonchoume), Kazuma affronta la questione con tatto e moderazione. Non ci sono scene esplicite né forzature; il legame tra le due protagoniste si costruisce attraverso sfioramenti, confessioni a mezza voce, lunghi silenzi carichi di tensione. L’approccio è tutto psicologico, ma rischia anche di risultare un po’ autoreferenziale. La storia insiste molto sull’intensità del sentimento, ma mostra poco del mondo che lo circonda. Non si affrontano davvero le conseguenze o i limiti etici del rapporto, se non in forma vaga e diluita. Ci si muove in un limbo narrativo dove tutto è possibile perché nulla è definito: la relazione è segreta, ma non si percepisce mai il vero pericolo; c’è un ostacolo sociale, ma è più un’ombra vaga che un muro concreto. Questo contribuisce a rendere l’amore fra Nanao e Matsumoto più onirico che realistico.
Junsui Adolescence tratta un tema delicato: una relazione tra una studentessa e un’adulta. A differenza di opere similari ma più provocatorie (come Hoshikawa Ginza Yonchoume), Kazuma affronta la questione con tatto e moderazione. Non ci sono scene esplicite né forzature; il legame tra le due protagoniste si costruisce attraverso sfioramenti, confessioni a mezza voce, lunghi silenzi carichi di tensione. L’approccio è tutto psicologico, ma rischia anche di risultare un po’ autoreferenziale. La storia insiste molto sull’intensità del sentimento, ma mostra poco del mondo che lo circonda. Non si affrontano davvero le conseguenze o i limiti etici del rapporto, se non in forma vaga e diluita. Ci si muove in un limbo narrativo dove tutto è possibile perché nulla è definito: la relazione è segreta, ma non si percepisce mai il vero pericolo; c’è un ostacolo sociale, ma è più un’ombra vaga che un muro concreto. Questo contribuisce a rendere l’amore fra Nanao e Matsumoto più onirico che realistico.