Durante il Napoli Comicon 2025 AnimeClick ha avuto modo di intervistare un illustratore e autore di culto, Dave McKean, noto per aver illustrato Coraline e Black Orchid di Neil Gaiman o Arkham Asylum di Grant Morrison. Ma non solo: McKean è anche un affermato autore e sperimentatore, tanto da aver avuto anche a che fare con opere sperimentali animate, come Mirror Mask, ma anche concept artist per alcuni film di Harry Potter.
Durante il Comicon, McKean ha promosso Raptor: una storia di Sokòl, la sua ultima fatica da autore completo edito in Italia da Panini Comics.
In quest'occasione abbiamo dunque avuto l'onore di porgli qualche veloce domanda, che vi riportiamo di seguito.

Al giorno d'oggi chi legge fumetti tende a non essere particolarmente attento alla pagina. Leggiamo mentre siamo in attesa, sulla metro o sui mezzi. Come può un autore gestire il tempo del lettore e farli concentrare su cosa stanno leggendo?
Non puoi forzare le persone a leggere il tuo libro in un modo specifico. Quello he puoi fare è creare un mondo particolarmente ricco e invitante, in modo tale che le persone siano invogliate a tornarci ed esplorarlo più volte. Il problema sarebbe invece fare il contrario. Guardando come le persone consumano intrattenimento e creando prodotti specificamente con quegli standard, tutto sta diventando più veloce, sempre più concentrato fino a scomparire. Devi fare il tuo lavoro e sperare che qualcuno si accorga della complessità della tua creazione sotto diverse circostanze, e devono essere loro a percepire che debbano dedicarci più tempo e attenzione e ricavare più informazioni dalla pagina. Però le informazioni devono essere lì per essere colte.
E se non fossero in grado di cogliere le informazioni nemmeno se ci sono?
Non è un problema. Va bene se qualcuno semplicemente scorre velocemente le pagine e si fa un'idea di cosa ci sia nella pagina. Va bene avere una panoramica di cosa stia accadendo. Per esempio: quante volte senti un brano musicale e pensi "devo sedermi un attimo, ci sono troppe informazioni"... e le parole, "devo prendermi un attimo per capire cosa vogliano dire queste parole!". E devi dunque invitare a cogliere degli elementi da approfondire in seguito.
Fantastico come si stia mettendo sullo stesso piano disegni, parole e musica.
E' tutto la stessa cosa. Il punto è sempre trovare il modo di dire cosa vuoi dire e attrarre il tuo pubblico.
Quale pensi che sia la differenza principale tra lettori di fumetto di ieri e di oggi?
La principale penso sia che prima il pubblico era fatto principalmente da nostalgici. Molti sono cresciuti leggendo fumetti, io compreso, e da adulti volevano leggere fumetti per riconnettersi con il loro sé bambino. Non amavano i cambiamenti. L'ho notato appena ho iniziato a lavorare nel mondo dei fumetti, specialmente per la DC Comics: volevano i fumetti della loro infanzia, sostanzialmente. Costituivano la loro zona franca. Il pubblico di oggi è invece associato a musica, film, tendono ad essere molto più aperti, riescono ad essere più inclini all'incertezza quando leggono e non sono per forza legati alla loro infanzia. Possono essere sfidati e scoprire cose nuove e inusuali. E poi i media trattano i fumetti come qualcosa da adulti. Ovviamente esistono fumetti per i bambini, è necessario avere fumetti per ogni fascia d'età, ma si può osare di più per gli adulti.

Ultima domanda: hai lavorato a lungo per la DC, hai fatto ad esempio Arkham Asylum, ma poi hai smesso. Come mai? Questioni legate alla nostalgia? Perché hai smesso di lavorare con quei personaggi?
Ho capito quanto ridicolo sarebbe stato ostinarmi a trascinare quei personaggi nel mondo che volevo esplorare, un mondo più adulto con i problemi reali. Batman è un simbolo di un'era fascista. E' bianco e nero. Un tempo funzionava bene quando doveva servire per creare semplici storie per bambini. Molte storie dei supereroi degli anni Quaranta sono nate per spiegare il mondo in termini semplici; qui è quando i Supereroi funzionavano al meglio: se sei un nazista sei cattivo, se combatti per la libertà sei buono. Ora abbiamo bisogno di storie più ricche, più sottili e su persone vere per comprenderci l'un l'altro. Il mondo non è nero o bianco e sarebbe folle cercare di trascinare Superman in quel mondo, o Batman. Dobbiamo fare storie che danno conto della realtà delle persone. Ecco perché ho smesso.
Di seguito potete vedere la video intervista tenuta in inglese.
Durante il Comicon, McKean ha promosso Raptor: una storia di Sokòl, la sua ultima fatica da autore completo edito in Italia da Panini Comics.
In quest'occasione abbiamo dunque avuto l'onore di porgli qualche veloce domanda, che vi riportiamo di seguito.

Al giorno d'oggi chi legge fumetti tende a non essere particolarmente attento alla pagina. Leggiamo mentre siamo in attesa, sulla metro o sui mezzi. Come può un autore gestire il tempo del lettore e farli concentrare su cosa stanno leggendo?
Non puoi forzare le persone a leggere il tuo libro in un modo specifico. Quello he puoi fare è creare un mondo particolarmente ricco e invitante, in modo tale che le persone siano invogliate a tornarci ed esplorarlo più volte. Il problema sarebbe invece fare il contrario. Guardando come le persone consumano intrattenimento e creando prodotti specificamente con quegli standard, tutto sta diventando più veloce, sempre più concentrato fino a scomparire. Devi fare il tuo lavoro e sperare che qualcuno si accorga della complessità della tua creazione sotto diverse circostanze, e devono essere loro a percepire che debbano dedicarci più tempo e attenzione e ricavare più informazioni dalla pagina. Però le informazioni devono essere lì per essere colte.
E se non fossero in grado di cogliere le informazioni nemmeno se ci sono?
Non è un problema. Va bene se qualcuno semplicemente scorre velocemente le pagine e si fa un'idea di cosa ci sia nella pagina. Va bene avere una panoramica di cosa stia accadendo. Per esempio: quante volte senti un brano musicale e pensi "devo sedermi un attimo, ci sono troppe informazioni"... e le parole, "devo prendermi un attimo per capire cosa vogliano dire queste parole!". E devi dunque invitare a cogliere degli elementi da approfondire in seguito.
Fantastico come si stia mettendo sullo stesso piano disegni, parole e musica.
E' tutto la stessa cosa. Il punto è sempre trovare il modo di dire cosa vuoi dire e attrarre il tuo pubblico.
Quale pensi che sia la differenza principale tra lettori di fumetto di ieri e di oggi?
La principale penso sia che prima il pubblico era fatto principalmente da nostalgici. Molti sono cresciuti leggendo fumetti, io compreso, e da adulti volevano leggere fumetti per riconnettersi con il loro sé bambino. Non amavano i cambiamenti. L'ho notato appena ho iniziato a lavorare nel mondo dei fumetti, specialmente per la DC Comics: volevano i fumetti della loro infanzia, sostanzialmente. Costituivano la loro zona franca. Il pubblico di oggi è invece associato a musica, film, tendono ad essere molto più aperti, riescono ad essere più inclini all'incertezza quando leggono e non sono per forza legati alla loro infanzia. Possono essere sfidati e scoprire cose nuove e inusuali. E poi i media trattano i fumetti come qualcosa da adulti. Ovviamente esistono fumetti per i bambini, è necessario avere fumetti per ogni fascia d'età, ma si può osare di più per gli adulti.

Ultima domanda: hai lavorato a lungo per la DC, hai fatto ad esempio Arkham Asylum, ma poi hai smesso. Come mai? Questioni legate alla nostalgia? Perché hai smesso di lavorare con quei personaggi?
Ho capito quanto ridicolo sarebbe stato ostinarmi a trascinare quei personaggi nel mondo che volevo esplorare, un mondo più adulto con i problemi reali. Batman è un simbolo di un'era fascista. E' bianco e nero. Un tempo funzionava bene quando doveva servire per creare semplici storie per bambini. Molte storie dei supereroi degli anni Quaranta sono nate per spiegare il mondo in termini semplici; qui è quando i Supereroi funzionavano al meglio: se sei un nazista sei cattivo, se combatti per la libertà sei buono. Ora abbiamo bisogno di storie più ricche, più sottili e su persone vere per comprenderci l'un l'altro. Il mondo non è nero o bianco e sarebbe folle cercare di trascinare Superman in quel mondo, o Batman. Dobbiamo fare storie che danno conto della realtà delle persone. Ecco perché ho smesso.
Di seguito potete vedere la video intervista tenuta in inglese.
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