E' azzardato far accompagnare il nome di Osamu Tezuka al moe?
Forse no, dato che in occasione di una recente rassegna da poco conclusasi in Giappone, il prolifico mangaka è stato omaggiato da diversi colleghi con illustrazioni che ritraggono i suoi tanti personaggi in questa versione, enfatizzando il loro lato più "morbido e carino": in fondo all'articolo ne potete osservare un piccolo estratto.

Tezuka Moe - exhibition

Tezuka Moe - melmo Osamu Moet Moso si è tenuta presso il Tokyo Anime Center nel quartiere di Akihabara dal 18 settembre all' 11 ottobre 2010: l'idea alla base della rassegna suggeriva di "Fantasticare con Osamu Tezuka".
Niente di strano per quanto riguarda l'ampio numero di artisti che ha risposto all'invito. Può stupire invece l'accostamento tra il "moe", tanto sulla cresta dell'onda di questi tempi, e il compianto autore di Kimba, Black Jack e Tetsuwan Atom.
Atom era dunque forse un personaggio shotacon? Indubbiamente Fushigi na Melmo lo era, e il termine rimane altrettanto valido anche per l'opera Yakeppachi no Maria e alcuni frammenti de La Fenice. Ma si trattava, per l'appunto, di eccezioni. Sorprendentemente, invece, la "strana coppia" sembra funzionare piuttosto bene.
E' quanto afferma Patrick W. Galbraith in un articolo tratto dal sito Otaku2, nel quale l'autore esprime la sua valutazione in merito alla possibilità che sia stato proprio Tezuka a dare il via a questa tendenza, che trova così ampio riscontro tra i manga e gli anime moderni.

Innanzitutto ecco il parere di un esperto sul moe, Toru Honda, famoso per essersi espresso a favore dei matrimoni tra umani e personaggi tratti da manga, anime e videogiochi, piuttosto che per il pesante sistema nipponico degli incontri combinati tra uomini e donne.

Tezuka Moe - atomHonda: "Penso che possiamo tranquillamente attribuire ad Osamu Tezuka la nascita della cultura del moe. Tezuka iniziò a produrre manga subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, e si trattava di un sbocco commerciale economico. Al tempo stesso, si presentava accessibile a chiunque, e presto si diffuse tanto da continuare ancora oggi. Le storie di Tezuka erano interessanti, i suoi personaggi estremamente carini, e la tendenza continuò a svilupparsi in questo senso.
Per i bambini, indipendentemente da ogni provenienza o estrazione culturale, i manga e gli anime costituiscono uno degli elementi per la crescita.
Tezuka disegnava personaggi che avevano l'aspetto di bambini dalle fisionomie piccole e tenere.
Anche quando Tezuka disegnava gli adulti, questi apparivano comunque con l'aspetto di tenerissimi uomini e donne. Se si confrontassero questi disegni con i fumetti americani o l'animazione disneyana, si noterebbe che sebbene l'età si supponga identica, i personaggi giapponesi sembrano molto più giovani, molto più innocenti e puri.
Così facendo, paradossalmente, quest'ultimi risultano anche molto più appetibili e sensuali.

Non c'è da stupirsi che questo "modus disegnandi" sia diventando una felice convenzione. Le persone crescono avendo questo tipo di struttura davanti agli occhi, e sviluppano i propri desideri attorno a questa immagine. Ci si abitua a vedere personaggi carini e "kawaii", e molte persone imparano anche a disegnarli".

Quindi conveniamo sul fatto che Tezuka fu abile nell'individuare un punto chiave. Ma i personaggi moe non appartengono ad una "razza" totalmente diversa rispetto a quelli dei suoi manga?

Tezuka Moe - feniceHonda: "Con i personaggi moe c'è un focus sul jingai, il non-umano: si tratta di un termine che include anche animali, robot, alieni, angeli e così via.
Ciò demarca il fatto che i personaggi di manga e anime non sono esseri umani comuni e normali, non fanno parte della realtà. Sono ideali, puri. Personalmente, sono convinto che abbiamo ereditato questo concetto proprio da Tezuka.
Ad esempio ne La Fenice c'è un uomo che si innamora di un robot che assomiglia in tutto e per tutto a una bella ragazza.
Nella storia, il cervello del protagonista opera in modo tale da vedere belli i robot, e brutti gli esseri umani. Penso che questa fosse un'espressione propria di Tezuka, che facesse parte della sua personale visione del mondo".

Secondo Honda anche le derivazioni, come la categoria del gender bender, possono essere fatte risalire a Tezuka: nell'opera La Principessa Zaffiro infatti, la protagonista detiene contemporaneamente caratteristiche sia maschili che femminili.

Tezuka Moe - zaffiro Anche Ito Go concorda nell'affermare che i manga di Tezuka sono moe; l'opinione di Go è particolarmente rilevante, se si considera che questi suggeriva, nel suo provocatorio libro "Tezuka è morto", che la critica che si focalizza sui manga storici è sorpassata.
"I più moe tra tutti i manga di Tezuka sono stati pubblicati durante i primi anni sessanta, e fino alla metà di quel decennio. Tutto nasce nel potere delle linee circolari. il moe non è altro che la scoperta del piacere legato a queste linee circolari, linee che non si rivedranno più almeno fino agli anni '90.
Naturalmente nel frattempo altri autori hanno contribuito ad alimentarne il fascino.
Hideo Azuma è colui che ha fatto emergere l'aspetto erotico dei disegni di Tezuka.
Anche Rumiko Takahashi e Keiko Fukuyama hanno dettato un'influenza non indifferente, attraverso le loro linee rotonde e i personaggi morbidi.
In Giappone esiste un tipo di immagine chiamata "puni-e", la quale delinea la sensazione della carne che cede alle dita, che si scioglie morbida sotto la loro lieve pressione: è proprio questo stile moe-latente che emerge dalle linee rotondeggianti di Tezuka.
Fusanosuke Natsume, famoso critico di manga, in un occasione affermò di non capire il moe, ma di riuscire a rintracciarlo perfettamente attraverso l'erotismo delle linee nei lavori di Tezuka".

A distanza di più di vent'anni dalla sua morte, Tezuka rimane ancora sulla cresta dell'onda.
Si diede su ogni genere espressivo finchè fu in vita; se lo fosse ancora, probabilmente di questi tempi starebbe lavorando proprio sul moe.