Il Ministero della Difesa giapponese ha reso noto di star lavorando allo sviluppo di quella che è stata definita una "highly mobile powered suit", che consentirà ai militari della JDF (Forze di Autodifesa Nipponiche) di muoversi con minor sforzo trasportando maggiori carichi nelle zone di intervento. Si tratterebbe di un'armatura di aspetto molto simile a quella che si è potuta vedere in Bubblemum Crisis.

Il progetto in effetti è in corso di realizzazione da alcuni anni, almeno dal 2012, nel quadro delle diverse iniziative varate dagli eserciti e dai laboratori di ricerca di tutto il mondo (alcune sono state finanziate anche dal nostro Ministero della Difesa) per garantire maggiori prestazioni ai militari impegnati nei nuovi scenari operativi degli anni 2000, dominati da armi sempre più efficaci e distruttive, uso amplissimo dell'elettronica e da crisi sempre più complesse da gestire, a fronte di finanziamenti sempre più ridotti.

Oggi un militare delle forze occidentali si trova a portare sul campo di battaglia mediamente 40 chili di peso, fra armi, apparecchiature e provviste, munizioni, e per essere efficace deve rimanere in costante in contatto con il centro tattico, sottoposto a sforzi intensissimi e spesso prolungati.
Le power suit nascono dall'idea di alleviare questa fatica, garantirgli migliori collegamenti multimediali e quindi salvaguardarne la vita oltre a renderlo più efficace. Le nuove suits giapponesi dovranno garantire nella giusta misura forza e fluidità nei movimenti, compatibilmente con le esigenze di sicurezza nelle zone di combattimento o di intervento.

Il progetto, nel quale sono già stati investiti milioni di yen per creare alcuni primissimi prototipi, secondo le informazioni diffuse è entrato in una fase di accellerazione progettuale e costruttiva, dovuta probabilmente all'emergere di una serie di proposte di Powered Suit per uso civile. Sono evidenti i vantaggi che queste unita possono avere nel campo medico e di assistenza agli anziani come nell'industria e nell'agricoltura, non esiste solo la Powered Jacket MK3, presentata in questo particolarissimo video proposto dalla Sagawa Electronics
 


Non si può escludere lo spirito di emulazione con gli americani che nello scorso anno hanno presentato il progetto dell'unita T.A.L.O.S. (Tactical Assault Light Operator Suit ), una Powered Suit realizzata all'interno dei laboratori del M.I.T. che sembra particolarmente performante e nei mesi scorsi ha fatto apertamente parlare dell'arrivo di un vero "Iron Man" sui campo di battaglia.
 


Le spinte preponderanti all'accelerazione del progetto vengono però dall'attivismo venato di nazionalismo dell'attuale governo guidato da Shinzo Abe che notoriamente sta cercando, attraverso una sottile, contestatissima, "reinterpretazione" della Carta Costituzionale, di trasformare la JDF in un vero e proprio esercito. Il tutto con la spinta proveniente sia da antistoriche concezioni ideologiche che dall'infausto atteggiamento di due vicini ingombranti come la Corea del Nord, uno stato governato da una dittatura militare la cui unica intenzione politica è quella di autoperpetuarsi, e la Cina, il cui governo, attraverso una politica aggressiva di fatti compiuti, ha accentuato la sua pressione sia nei confronti del Giappone (usando come leva l'irrisolta controversia sul possesso delle isole Sengaku) sia verso gli altri stati dell'area, nel tentativo evidente di imporre una propria autorità sull'intero Mar della Cina e su alcune delle principali vie di transito marittimo che incidono su questa parte del mondo.

Entro tre anni i prototipi di Powered Suit militari nipponici dovrebbero vedere la luce. Molto prima entreranno in funzione due nuove portaelicotteri, classe Izumo, delle forze navali imperiali. La JSD sta cambiando pelle.

Fonti Consultate:
Anime News Network
Live Science