In Giappone con Kotaro - Mostre, eventi, musei 2024 (parte 3)
Demon Slayer, Hokuto no Ken, Yas, robot giganti, musei dei manga, Ishinomori, Haikyu
di Kotaro
Anche quest'anno, ho passato le vacanze estive in Giappone, facendo un lungo viaggio di addestramento per diventare Re del Karaoke. La strada è ancora lunga e dovrò ancora fare molti viaggi, girare di locale in locale sfidando (e perdendo miseramente) cinquantenni che sembrano persone normalissime ma in realtà fanno voice training per cantare alla perfezione la canzone del film di Gundam Seed appena uscito, ma non demordo.
Nel frattempo, ho avuto modo di vedere diverse mostre su manga/anime (non tutte quelle che mi ero prefissato, causa prenotazione online impossibile da fare, ma ne sono spuntate altre mille non prevenivate nel frattempo!), visitare musei a tema e partecipare a eventi interessanti, perciò eccovi qui il consueto report, diviso in più parti vista l'elevata quantità di contenuti (e dire che mi sembrava pure di aver fatto meno cose rispetto allo scorso anno...).
Terza parte in cui ci si allontana un po' da Tokyo, andando nella zona del Kansai e nella prefettura di Miyagi.
OSAKA - MOSTRA DI DEMON SLAYER
Ho passato a Osaka una decina di giorni in cui, fra un tifone imminente che ha bloccato tutto (poi è arrivato, ma ha solo piovuto una sera) e varie gite fuori porta, in realtà, di Osaka ho visto ben poco, ma ho avuto comunque l'occasione di beccare per caso una mostra di cui non sapevo nulla. Mentre facevo incetta di souvenir nel Daimaru, palazzo centro commerciale nella stazione di Umeda che ha diversi negozi tematici dedicati ad anime e videogiochi, ho beccato una mostra dedicata a Demon Slayer, in particolar modo alle ultime due saghe dell'anime (Il villaggio dei forgiatori di katana e L'allenamento dei Pilastri), che si è appunto tenuta al Daimaru fra metà agosto e i primi di settembre 2024.

Era una mostra piccolina, fatta perlopiù di scene dell'anime e frasi dei personaggi scritte alle pareti. C'erano stanze tematiche dedicate a ognuno dei Pilastri, dove veniva riassunta la sua storia, si poteva vedere una riproduzione della sua arma e occasionalmente fare qualche giochetto o foto particolare, come ad esempio sfidare a braccio di ferro Mitsuri Kanroji. C'erano poi diverse illustrazioni, shikishi degli animatori, una piccola "caccia al tesoro" dove bisognava trovare, in giro per la mostra, il piccolissimo demone nemico del Villaggio dei forgiatori di katana, e uno shop ben fornito all'uscita. Come mostra non era nulla di speciale, essendo basata solo su due saghe dell'anime invece che su tutta l'opera, per questo motivo credo non sia stata pubblicizzata più di tanto, ma è stato un modo inaspettato e carino di passare un pomeriggio.

KYOTO - MOSTRA DEI ROBOT GIGANTI
I cinquantenni giapponesi sono fissati con due cose: il wrestling (specialmente quello dell'era Showa) e le serie robotiche/di fantascienza/tokusatsu. Sulla prima ci siamo, alla seconda non sono particolarmente interessato (proprio perché mi piace la prima, quindi voglio che la gente combatta col suo corpo e non dentro a un robot). Tuttavia, essendo il grosso dei miei amici giapponesi più o meno di quell'età, ormai sono rassegnato al fatto che infileranno Gundam (o qualsiasi altro anime robotico anni '80 di Yoshiyuki Tomino/Sunrise) o le opere di Leiji Matsumoto in qualsiasi discorso, anche quando non c'entrano niente ("Parliamo dei nostri ricordi dell'estate" "Mi ricordo di quando sono andato a vedere i film di Gundam al cinema" - cit.). Ho deciso di stare al gioco e di accettare l'invito di uno dei membri del gruppo Facebook Otona no Tokusatsu & Anime Lounge, dove appunto tutti sono fissati con fantascienza e robot, e di andare con lui alla mostra Giant Robots - The core of Japanese Mecha Anime, che si è tenuta al Kyoto Cultural Museum dal 6 luglio al 1 settembre 2024.

E' stata una mostra in realtà abbastanza interessante, che è partita da un'ampia sezione dedicata a Tetsujin 28 nelle sue mille incarnazioni per poi sfociare, fra gli altri in Go Nagai, Combattler V, Raideen, Getter Robot, Votoms, Dougram, Xabungle, ovviamente Gundam. Esposto c'era un po' di tutto: cel, modellini, riviste, giocattoli, riproduzioni di robot e scene iconiche, disegni celebrativi, illustrazioni. Si poteva "entrare" dentro un robot e c'era un bello shop in chiusura. Ogni serie era accompagnata da tante spiegazioni, qua e là c'erano anche sparse interviste a gente del settore. L'amico che mi ha accompagnato era sicuramente più entusiasta di me, tanto da farsi rimproverare dallo staff perché ha passato tutto il tempo a urlare "Waah, guarda quant'è figo questo, che si trasforma così, così, così..." "Waaah, di questo avevo il giocattolo da piccolo!" e via dicendo.
Di certo, la mostra mi ha fatto capire come Italia e Giappone siano molto diversi nella percezione degli anime robotici: Grendizer/Goldrake, che da noi è un'istituzione, alla mostra non era presente, al contrario di tantissime serie Sunrise che noi non conosciamo perché non ci sono arrivate. Addirittura, un'ampia sezione della mostra era dedicata a... un robot che compare in un episodio di Lupin diretto da Hayao Miyazaki, che poi si è riciclato il robot in Laputa! Il fatto che questo ci fosse, ma Grendizer no, fa capire molte cose che probabilmente non piaceranno ai fan italiani, ah ah!

KOBE - MOSTRA DI KEN IL GUERRIERO
Il museo delle belle arti di Hyogo, nella città di Kobe, è enorme e vi organizzano mille mostre anche contemporaneamente, che tanto lo spazio espositivo non manca. Fra il luglio e il settembre del 2024 il museo ha esposto anche l'attesissima mostra dei quarant'anni di Ken il guerriero, che aveva già fatto il giro del Giappone e fortunatamente sono riuscito a visitare all'ultima tappa utile.

Introdotta da un Monte Rushmore dei personaggi e accompagnata dall'audio-guida con la voce di Shigeru Chiba (e di chi, sennò?), la mostra in realtà copriva soltanto la prima metà della serie, fino allo scontro decisivo fra Ken e Raoh, ma è stata comunque un bellissimo viaggio nell'universo di questo manga ormai leggendario. Erano raccolte praticamente tutte le tavole del fumetto, comprese quelle a colori, con le scene più iconiche anche ricostruite con installazioni apposite, statue o modellini. Le pareti su cui erano appese le tavole, poi erano decorate con le scene più iconiche riportate in grande, a godere ancora una volta dei bellissimi disegni di Tetsuo Hara.

C'erano poi descrizioni dei personaggi, una sezione per il merchandise e i numeri di Jump con la serie in copertina, una sezione specifica per le illustrazioni a colori con videointervista a Tetsuo Hara e una riproduzione del suo studio. Bellissimi i photo spot, dove potevi farti ritrarre mentre gettavi i semi sulla tomba del vecchio ucciso dai teppisti, sederti e sogghignare sul trono di Souther o provare a combattere contro Heart e vederti i tuoi colpi respinti dalla sua pancia. Degne di nota anche la sezione con gli omaggi di altri autori famosi (Mitsuru Adachi, Gosho Aoyama, Rumiko Takahashi, Akira Toriyama, Eiichiro Oda, Hiro Mashima, fra i tanti) e il muro con le firme dei visitatori, fra i quali c'erano anche dei signori nessuno come Yoshikazu Yasuhiko, Yoshihiro Togashi e Naoko Takeuchi. Per non parlare, in chiusura, dello splendido shop che vendeva di tutto e di più e dove, fra acquisti miei e souvenir per gli amici, ho speso un sacco di soldi.
Decisamente una delle mostre più immersive che mi sia capitato di vedere in Giappone, ci fossero state delle sezioni per la seconda parte del manga e per le altre sue incarnazioni sarebbe stata ancora più completa, ma probabilmente si sarebbe presa tutto il museo!

KOBE - MOSTRA DI YOSHIKAZU YASUHIKO
Ho citato Yoshikazu Yasuhiko non a caso, perché in un'altra ala del museo, dall' 8 giugno al 1 settembre 2024, è stata ospitata la mostra dedicata proprio a lui, leggendario animatore, illustratore e mangaka che nella vita ha fatto veramente di tutto, e infatti la mostra era enorme e ricchissima di poster, illustrazioni, bozzetti, cel, copioni degli anime, tavole dei manga, schermi che mandavano scene tratte dai suoi anime. Qualche nome fra le opere a cui ha lavorato? Gundam, innanzittuto, ma anche Arion, Crusher Joe, Giant Gorg, le novel di Dirty Pair, Venus Wars, manga storici come Nominoo o Nerone, e tantissime altre cose. Completavano il tutto il solito guestbook (ovviamente con la firma di Tetsuo Hara, per ricambiare il favore), l'audio-guida narrata da Shuichi Ikeda (perché Toru Furuya è stato cancellato dall'esistenza) e uno shop piccolo ma fornitissimo, dove comprare illustrazioni, cartoline, poster, artbook, manga e romanzi vari.
Purtroppo, era assolutamente vietato fare fotografie all'interno della mostra, perciò dovrò limitarmi a farvi vedere qualche installazione esterna.

Sono andato a vederla già che ero lì per vedere quella di Ken, ma la cosa buffa è che, in realtà, poi, mi è toccato anche tornarci, perché un caro amico appassionatissimo di robot (ovvio, come si diceva su, essendo un cinquantenne) voleva vederla, io volevo incontrarlo, perciò l'ho accompagnato. Alla fine, vedere questo tipo di mostre insieme a persone appassionate è molto più divertente, perché ci si può confrontare e ti possono spiegare ciò che stai vedendo, perciò sono contento di aver avuto l'occasione di farlo.
KYOTO MANGA MUSEUM
Non mi capita spesso di andare a Kyoto, se non per eventi specifici, perciò non ero mai stato al Kyoto Manga Museum anche se mi era già capitato di sentirne parlare. Ci sono stato l'anno scorso perché un'amica ha insistito per portarmici.
Si tratta, fondamentalmente, di un'enorme biblioteca, dove è possibile sfogliare e leggere praticamente qualsiasi manga esistente. Sono suddivisi per anno d'uscita, per target, sono sparsi qua e là un po' dappertutto ma ci sono proprio tutti, corredati qua e là da informazioni relative al loro autore o al contesto in cui sono usciti o installazioni particolari.
Un vero e proprio viaggio nel mondo dei manga, ci si potrebbero passare giorni a scavare e leggere tutto, ma devi sapere il giapponese, perciò non è proprio un posto per turisti, che passeranno sì qualche ora di divertimento ma non potrebbero infognarsi a leggere tutti i manga esposti.

Interessante la sezione dei manga in edizioni straniere. C'è anche quella dei manga in italiano, ma le opere esposte sono abbastanza casuali e perlopiù sbilanciate verso miniserie, volumi unici, serie misconosciute di case editrici ormai fallite. Trovare per caso uno dei manga a cui ho lavorato sarebbe stato stupendo, ma non ne ho avuto la fortuna. In compenso, c'era il primo numero di Rough di Mitsuru Adachi nell'edizione anni '90, che mi fa sempre sobbalzare il cuore a vederlo, e vederlo in quel contesto ancora di più.

Tra le attività interessanti proposte dal museo, c'era anche uno spettacolo tradizionale di kamishibai, una cosa ormai abbastanza rara ma che mi ha fatto molto piacere vedere. Il narratore sapeva intrattenere benissimo sia giapponesi che stranieri, è stato simpaticissimo, ha offerto gadget in premio a tutti e ci ha persino preparato una sorta di stranissimo lecca-lecca che sembrava un dolce e invece era salato e pieno di salse. Ovviamente, l'amica che mi ha accompagnato non ha perso tempo a raccontargli tutti i fatti miei e del mio lavoro, in modo da farmi nuovamente attaccare bottone come spesso accade quando sono in Giappone. Chiaramente, il kamishibai era su Ogon Bat/Fantaman, come da tradizione!
ISHINOMAKI - MUSEO DI SHOTARO ISHINOMORI
Per vedere alcuni amici e per tutta una serie di questioni di cui parleremo più giù, ho passato un weekend nella prefettura di Miyagi. Qui, un amico mi ha portato nella città di Ishinomaki, dove c'è il museo dedicato a Shotaro Ishinomori. Il museo è piccolino, ma è molto caratteristico, essendo costruito all'interno di un edificio particolare che sembra una sorta di astronave ormeggiata sulla baia, decisamente molto particolare.

All'interno, ci sono diverse statue dei personaggi più famosi di Ishinomori, dai cyborg di Cyborg 009 agli eroi di Kamen Rider e dei Super Sentai nelle varie incarnazioni. Al museo, vengono poi organizzati diversi eventi particolari. Quando sono andato io, era in corso una collaborazione fra Kamen Rider e Crayon Shin-chan e c'era un concerto di Hironobu Kageyama all'esterno del museo.

Particolare è anche il fatto che, in realtà, la città di Ishinomaki sia costellata ovunque di statue, statuette e decorazioni dedicate ai personaggi di Ishinomori, quindi si può giocare a trovarli anche fuori dal museo.

SENDAI, SULLE TRACCE DEI PALLAVOLISTI DI HAIKYU
Io detesto gli sport, e in particolare gli sport di squadra, e in particolar modo la pallavolo, legata a traumi giovanili risalenti alle scuole medie, quando ci si doveva giocare per forza ma se non eri bravo diventavi lo zimbello della classe. Non mi sono, quindi, mai interessato a Haikyu, dove, pensa un po', c'è il resto della squadra pronto a supportarti se sbagli la battuta decisiva, dicendoti che la prossima volta andrà meglio... no, ragazzi, nei miei ricordi delle scuole medie non andava così, non c'era nessuna prossima volta e i compagni ti prendevano in giro, altroché!
Però, la vita è strana. Ho passato tutta la vita a fuggire dagli sport, dalla pallavolo, dedicandomi solo a ciò che mi piaceva, ossia manga e anime... e la pallavolo è ritornata nella mia vita tramite manga e anime, perché mi sono trovato a tradurre Haikyu e i suoi spin off Let's e Club. E, pensa un po', in realtà mi sono pure piaciuti! Ho fatto pace con la pallavolo? No, ma in compenso sono diventato fan di Haikyu.
Che in teoria è un manga sulla pallavolo, ma all'atto pratico è anche pienissimo di gag, giochi di parole, citazioni e riferimenti al vissuto dell'autore e al contesto culturale in cui è cresciuto, quello della città di Sendai e della prefettura di Miyagi, di cui spesso cita dialetti, luoghi e tradizioni.
Urgeva, dunque, già che c'ero, una visita da quelle parti, per assorbire un po' di contesto che mi aiutasse nella traduzione del manga. Col senno di poi, è stata una scelta giustissima, dato che nel volume che stavo traducendo mentre ero lì mi è stato citato un locale di Sendai dove mi avevano portato proprio la sera prima e quindi ho subito colto il riferimento.

Di Sendai, in realtà, non sapevo nulla. Tutte le mie conoscenze erano relative a quello che mi aveva detto un signore originario della prefettura di Miyagi che avevo intervistato ai tempi in cui studiavo alla scuola di giapponese: c'è una bella festa di Tanabata (non nel periodo in cui io ero lì); cucinano un piatto di carne chiamato gyutan, ossia lingua di manzo (volevo assaggiarlo, ma al ristorante dove sono andato lo avevano finito); c'è una statua di Masamune Date. Non sapevo bene come barcamenarmi e in più nei giorni in cui sono andato diluviava di brutto. Mi servivano, dunque, delle guide e perciò ho chiesto a due amici differenti di portarmi un po' in giro. Il primo, Hayashi-san, si intende tantissimo di manga, disegna doujinshi e sa qualsiasi cosa relativa alla cultura popolare, in primis quella dell'era Showa. Non ho neanche dovuto chiedergli di portarmi in giro, l'ho trovato già lì alla stazione appena sono arrivato, e nemmeno cinque minuti dopo aver messo piede a Sendai già mi aveva fatto entrare in un'immensa libreria alle porte della stazione con un intero piano specializzato in manga, ricchissimo di installazioni tematiche, manga rari e shikishi degli autori. Cinque minuti dopo aver messo piede a Sendai avevo già comprato dei manga ed ero stato presentato al proprietario della libreria al grido di "Lui traduce manga in italiano, lui ha tradotto Haikyu!". Ecco, questo sarà un leitmotiv che mi perseguiterà per tutto il mio viaggio a Sendai ficcandomi in situazioni uniche.

Perché ovviamente, se ti piace Haikyu e stai a Sendai, beh, Haikyu sta ovunque, specie l'anno scorso che era uscito il film al cinema ed era pubblicizzatissimo. Hayashi-san si è informato bene e mi ha portato alla Scuola di specializzazione di design di Sendai. Perché uno straniero dovrebbe entrare a gironzolare per la sala d'ingresso di una scuola? Ovvio, perché "Lui ha tradotto la versione italiana di Haikyu!", come Hayashi-san si è subito premurato di dire a chiunque incontrasse là dentro, staff e poveri studenti giovanissimi che probabilmente non avevano mai visto uno straniero in vita loro e volevano continuare a farlo compresi. Ma perché quella scuola è così importante? Perché è la scuola che ha frequentato Haruichi Furudate, l'autore di Haikyu, e quindi la hall è diventata una sorta di piccolo altarino dedicato a Hinata, Kageyama & Co., con poster, figure, immagini promozionali delle varie incarnazioni animate in bella vista.
La giornata con Hayashi-san è continuata con il pranzo in una caffetteria che sembrava direttamente uscita da Touch, fra telefoni vintage e tavoli con i videogiochi a 8 bit incorporati. Dovevamo assolutamente pranzare lì, ha detto Hayashi-san. Perché? Perché dovevo assolutamente assaggiare i tipici Napolitan del locale! Mai, mai, mai nominare i Napolitan in mia presenza, eppure tutti i miei amici ci prendono gusto e lo fanno continuamente! Ovviamente, è scontato cosa il mio amico abbia detto di me al padrone del locale...
Abbiamo fatto poi un giro in una classica galleria commerciale, dove i negozi erano decorati qua e là da cartonati di Haikyu, e concluso la giornata con una bella cantata al karaoke. Mi piace cantare canzoni "a tema" quando sono in giro per altre città, a Osaka canto "Fire" dei Beehive, a Sendai ho cantato "Imagination" degli Spyair, che non mi riesce benissimo, ma andava fatta, viste le motivazioni del mio viaggio. E Hayashi-san? Immaginate un uomo oltre i cinquanta, vestito con un kimono tradizionale da rakugoka, che va al karaoke e cosa sceglie di sua spontanea volontà di cantare? Ma "Egao no aitai" di Marmalade Boy, la prima cosa che ti aspetteresti che un tipo del genere canti, no? Ma, del resto, se la canta Kendo Kobayashi...

La seconda guida che ho scelto per il mio viaggio a Sendai è Kanazawa-san. Ognuno di noi, nella sua vita, dovrebbe avere un Kanazawa-san. Pelato, col pizzetto grigio, veste con magliette di wrestling e pantaloncini leopardati e gira con un'auto nera che da fuori sembra la Bat-mobile e dentro ha adesivi di Jun Kasai, peluches di Hello Kitty e Anya di Spy x Family, coprisedili degli X-Japan e la radio che manda canzoni di Initial D, conosce un sacco di posti strani, fa un sacco di battute ed è simpaticissimo. E' originario di Tokyo e in passato si è preso cura di me portandomi in un sacco di posti particolari nel Kanto, ma si è trasferito a Sendai di recente e non potevo non andarlo a trovare, quindi mi ha accompagnato nel resto dei posti che dovevo assolutamente vedere nella prefettura di Miyagi, prima fra tutte la Kamei Arena di Sendai, ossia il palazzetto dello sport dove in Haikyu giocano le partite, che dovevo assolutamente visitare.
Problema: il palazzetto era occupato per via di un evento e non era possibile posteggiare la Kana-mobile nel parcheggio della Kamei Arena, perché era riservato agli addetti e ai partecipanti.
Soluzione: ho un Kanazawa-san e non ho paura di usarlo. Il mio amico, di sua spontanea volontà, al grido di "Ah, sì? Non posso posteggiare? Adesso vediamo..." ha telefonato al palazzetto dicendo "Pronto? Salve, sono qui con il traduttore della versione italiana di Haikyu, che vorrebbe visitare la Kamei Arena, ma ci hanno detto che non possiamo posteggiare, perché c'è un evento, non potreste fare qualcosa?". Le povere guardie del palazzetto sono venute da noi e, facendosi piccole piccole, ci hanno trovato un posto. Che, mica potevano fare brutta figura col traduttore italiano di Haikyu, no?

Una volta entrati nel palazzetto, ci è stato permesso di visitare solo la hall, dato che c'era l'evento, ma la cosa è stata più che sufficiente. La Kamei Arena è stata trasformata nell'ennesimo santuario di Haikyu, già da fuori ci sono locandine a tema, ma nella hall trovi cartonati dei personaggi, una teca contenente materiale promozionale, autografi dell'autore, autografi dei doppiatori di Hinata e Kageyama, e puoi anche comprare uno speciale asciugamano targato Haikyu. Un vero e proprio santuario dedicato ai pallavolisti di Haruichi Furudate... ... ... con la gente che viene in pellegrinaggio da ogni parte del Giappone per vedere quel palazzetto portandosi dietro pupazzetti e gadgets dei personaggi per farcisi insieme le fotografie!
Ovviamente, Kanazawa-san non ha perso tempo ed è andato da chiunque a dirgli "Lui è il traduttore della versione italiana di Haikyu!", col risultato che ogni singolo gruppo di visitatori si è voluto fare la foto con me e scambiarci i contatti, come se io fossi chissà quale celebrità. Tra l'altro, c'è stato chi mi ha detto di essersi tutto il viaggio da Nagoya, e io li ho sorpresi dicendogli di averci vissuto, c'è stato chi mi ha detto di venire da Ryogoku, e io li ho sorpresi dicendogli di averci vissuto, quindi niente, era proprio destino che io fossi lì in quel momento.
A sapere che sarebbe andata a finire così, mi sarei portato un volume di Haikyu per mostrarlo a chiunque, così, se tanto mi dà tanto, avrebbero eretto una mia statua al posto di quella di Masamune Date!
RINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento speciale a Masamitsu Yasoshima per l'invito alla mostra dei robot giganti, a Noriko Tanaka per l'invito al Kyoto Manga Museum, a Toru Adachi per avermi accompagnato al museo di Kobe, a Masaru e Shoma Matsumori per il giro alla mostra di Yoshikazu Yasuhiko, a Ayumi Hayashi e Yukihiro Kanazawa perché mi hanno mostrato un sacco di posti interessanti nella prefettura di Miyagi.