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Primo lungometraggio della 27enne Saki Michimoto, “See You Tomorrow” è un film convincente, che parla di arte, di amicizia e del talento che isola chi lo possiede.

La protagonista Nao, è una ragazza che inizialmente studia fotografia. Nella prima parte della pellicola la seguiamo durante gli ultimi giorni a scuola in Giappone, mentre da un lato convince uno dei suoi amici a uscire insieme (quasi per curiosità), e dall'altro si organizza per andare a proseguire il suo percorso artistico a Berlino. La ritroveremo dopo un salto temporale di 4 anni, al suo ritorno a Tokyo, per allestire la sua prima "personale"; e scopriremo come sono proseguite le vite dei suoi ex compagni di scuola.

Film graficamente molto interessante, costellato di inquadrature eleganti ma che sa anche ben raccontare la sua storia rimanendo sempre su toni intimi e quasi confidenziali, e funzionando a mio parere senza passi falsi fino alla fine. Fulcro di tutto è Nao, il suo talento e il suo rapportarsi con gli amici e il mondo esterno: le dinamiche che si sviluppano e l'apparente o reale distacco della protagonista verso gli altri sono infatti rappresentate costantemente dall'inizio alla fine della pellicola.

In una delle scene più intense, dopo aver comunicato al suo ragazzo/compagno di corso la notizia della partenza e aver preso atto che si stanno lasciando, Nao inizia a fotografarlo, ignorando completamente la sua vulnerabilità. Lui, passando da una risata nervosa alle lacrime, sussurra: “Sei impietosa”. Ma, completamente assorbita, la protagonista non si ferma. La sua risposta mentre continua a scattare è di un distacco quasi patologico: “Straordinario!”, afferma.

L'artista sembra dunque un pesce fuor d'acqua in qualunque contesto? Forse. Nao sembra da un lato condannata dalla sua stessa ossessione a non avvicinarsi troppo agli altri rimanendo sempre una sorta di elemento esterno, ma dall'altro, gli "altri" sono proprio il soggetto della sua opera e della sua curiosità.

Un altro elemento che colpisce è come l'autrice metta in scena l’immutabilità, a tratti inquietante, delle persone. Quando Nao torna in Giappone, anche se sono passati quattro anni, ritroviamo una ragazza che non è cambiata, né nel profondo né in superficie. È ancora un’artista, ancora solitaria e silenziosa. Ma ciò che sorprende è che anche i suoi ex compagni di scuola, pur avendo preso strade più convenzionali, non sono cambiati. Yamada, l’ex ragazzo, è forse il caso più emblematico: schiacciato dal peso dei suoi fallimenti personali, si chiude in casa, bloccato tra imbarazzo e disillusione. Il tempo passa, ma la natura delle persone resta, come una fotografia che non sbiadisce.

Tra eleganza visiva, delicatezza e riflessioni sull'arte e la vita, “See You Tomorrow” mi ha lasciato comunque delle belle sensazioni, è un film misurato e in parte anche un po' “sfuggente” (come la sua protagonista), ma proprio per questo affascinante.