Recensione
Hideout
7.5/10
"Hideout" di Masasumi Kakizaki è un'esperienza di lettura intensa e claustrofobica, ben lontana dai canoni dell'horror più esplicito, ma capace di insinuare un disagio profondo e duraturo. La narrazione si snoda con maestria tra un presente opprimente, ambientato in una grotta isolata e sinistra, e i flashback che svelano gradualmente il passato tormentato del protagonista, Seiichi Kirishima. Questa alternanza temporale non è un semplice espediente narrativo, ma un elemento cruciale che contribuisce a costruire la spirale di disperazione e follia che lo avvolge.
Fin dalle prime pagine, l'atmosfera cupa e isolana si fa sentire, amplificata dal senso di perdita e dal peso del rimorso che gravano su Seiichi in seguito alla tragica scomparsa del figlio. Il ritrovamento di una creatura mostruosa nella grotta, lungi dall'essere il fulcro di un classico racconto di mostri, diviene il catalizzatore di una discesa psicologica inquietante. Kakizaki esplora con abilità i meandri della psiche umana, mostrando come la sofferenza e il senso di colpa possano distorcere la percezione della realtà fino a confondere i confini tra sanità e pazzia.
La scelta di non indulgere in scene eccessivamente cruente o spaventose non depotenzia l'orrore, anzi, lo rende più sottile e pervasivo. La vera inquietudine nasce dalla progressiva alienazione di Seiichi, dalla sua incapacità di elaborare il lutto e dalla sua distorta ricerca di una nuova forma di "felicità" all'interno di quella grotta, in compagnia di un essere abominevole. Il finale, per quanto disturbante, non appare gratuito, ma come l'inevitabile conclusione di un percorso segnato dal dolore e dalla perdita.
"Hideout" non è un manga che punta al facile spavento, ma un'opera che scava nelle profondità dell'animo umano, mostrando le conseguenze devastanti del trauma e della solitudine. La maestria grafica di Kakizaki contribuisce in modo significativo a creare questa sensazione di oppressione e disagio, con tavole dettagliate che rendono palpabile l'angustia della grotta e l'oscurità che avvolge la mente del protagonista.
Consiglio vivamente l'acquisto di "Hideout" a chi apprezza un horror psicologico che lascia il segno, capace di far riflettere sulla fragilità della mente umana e sui modi distorti in cui possiamo cercare conforto di fronte al dolore. È una lettura intensa e a tratti disturbante, ma indubbiamente una piccola gemma che arricchirà la vostra libreria con una storia fuori dal comune.
Fin dalle prime pagine, l'atmosfera cupa e isolana si fa sentire, amplificata dal senso di perdita e dal peso del rimorso che gravano su Seiichi in seguito alla tragica scomparsa del figlio. Il ritrovamento di una creatura mostruosa nella grotta, lungi dall'essere il fulcro di un classico racconto di mostri, diviene il catalizzatore di una discesa psicologica inquietante. Kakizaki esplora con abilità i meandri della psiche umana, mostrando come la sofferenza e il senso di colpa possano distorcere la percezione della realtà fino a confondere i confini tra sanità e pazzia.
La scelta di non indulgere in scene eccessivamente cruente o spaventose non depotenzia l'orrore, anzi, lo rende più sottile e pervasivo. La vera inquietudine nasce dalla progressiva alienazione di Seiichi, dalla sua incapacità di elaborare il lutto e dalla sua distorta ricerca di una nuova forma di "felicità" all'interno di quella grotta, in compagnia di un essere abominevole. Il finale, per quanto disturbante, non appare gratuito, ma come l'inevitabile conclusione di un percorso segnato dal dolore e dalla perdita.
"Hideout" non è un manga che punta al facile spavento, ma un'opera che scava nelle profondità dell'animo umano, mostrando le conseguenze devastanti del trauma e della solitudine. La maestria grafica di Kakizaki contribuisce in modo significativo a creare questa sensazione di oppressione e disagio, con tavole dettagliate che rendono palpabile l'angustia della grotta e l'oscurità che avvolge la mente del protagonista.
Consiglio vivamente l'acquisto di "Hideout" a chi apprezza un horror psicologico che lascia il segno, capace di far riflettere sulla fragilità della mente umana e sui modi distorti in cui possiamo cercare conforto di fronte al dolore. È una lettura intensa e a tratti disturbante, ma indubbiamente una piccola gemma che arricchirà la vostra libreria con una storia fuori dal comune.