Recensione
My Hero Academia: Vigilantes
7.5/10
"Vigilantes" è uno spin-off del celebre "My Hero Academia", ed è ambientato cinque anni prima degli eventi della serie.
Per recensire quest'opera bisogna fare due considerazioni oneste e obiettive.
Preso a sé, l'anime non è particolarmente emozionante, non è un prodotto che brilla di luce propria. Ironia, azione, dramma e trama avvincente sono caratteristiche della serie madre, ma in quest'opera sono trattati con onesta moderazione. Se invece lo leghiamo all'opera madre, tutto il contesto risulta simpatico e interessante, un anime molto carino da seguire.
Intanto, come comparto tecnico è fatto molto bene, identico all'opera originaria come animazione e struttura. Belle le musiche di opening ed ending, sempre trascinanti e movimentate.
Quello che, dicevo, balza all'occhio è la diversa prospettiva che questo anime offre sul particolare universo di "My Hero Academia". Se nell'opera originaria si esplora in toto il termine "eroe" e la controparte "villain", concentrandosi sulla crescita dei ragazzi cadetti della UAI e su quella del crimine organizzato, attraverso la crescita dei quirk, e su tutta la morale di questo mondo fatto di superpoteri, di superuomini e tutto ciò che ne consegue, responsabilità, limiti, difficolta sociali, in questo caso ci si sofferma molto sul quotidiano di questo universo e sulla vita di persone comuni in un mondo, appunto, dove si deve convivere con l'esistenza di quirk anche banali. Sulla vita di tutti i giorni, appunto.
I protagonisti sono tre personaggi che per diversi motivi decidono di diventare una sorta di eroi illegali, vigilantes appunto, che in un quartiere disagiato cercano di aiutare il prossimo anche con piccolissimi gesti.
The Crowlers, o "Crolloman" come viene etichettato, ha sempre sognato di essere un eroe, ma le sue capacità sono ben lontane dagli studenti della UAI, non essendo in grado nemmeno di scagliare un pugno o difendere sé stesso. Koichi in fondo è solo un universitario buono come il pane, incapace di odiare e pronto ad aiutare chiunque, anche raccogliendo cartacce.
Kazuho è una liceale piuttosto anonima nella quotidianità, ma che poi si traveste succinta mostrando un'inaspettata avvenenza (famosa nel quartiere per il suo lato B), e il suo desiderio è quello di diventare una idol professionista con le sue canzoni e il suo ballare saltellando.
Il terzo e più misterioso è Knuckleduster, un uomo di mezza età senza particolari poteri (dovrebbe non avere quirk), che usa i pugni per risolvere ogni questione (soprannominato "nonno pugno" dai teppistelli), e in realtà (piccolo spoiler) si veste da vigilante per risolvere una drammatica situazione famigliare e cercare una persona.
Questi tre personaggi si incontrano per caso e insieme iniziano a fare ronde notturne, mentre nel quartiere impazza una nuova droga che manda fuori controllo i quirk degli sfortunati avventori. Più che impavidi paladini diverranno amici, cercando nel loro piccolo di aiutare gli eroi professionisti, e si troveranno coinvolti in qualche situazione rischiosa.
L'anime scivola velocemente nei suoi tredici episodi, seppur devo dire che alcune puntate hanno la carica emotiva di innocui filler. I personaggi della serie sono piuttosto simpatici e ben caratterizzati, difficile non fare il tifo per loro e non affezionarcisi.
Onestamente, mi aspettavo qualcosa di più drammatico e incisivo, pensando a dei vigilantes, ma tutto sommato lo spaccato di vita di gente comune che si barcamena in questo mondo folle fatto di poteri assurdi, di eroi e villan che sono molto più umani dei termini altisonanti con cui vengono etichettati, mi ha lasciato soddisfatto e fiducioso in un prosieguo di questa serie, che magari proporrà dei risvolti di trama un po' più complessi e accattivanti.
Come dire? Bene questa prima stagione di presentazione, ma speriamo che ne prosieguo ci sia un bel salto di qualità, perché l'idea è davvero molto interessante.
Per recensire quest'opera bisogna fare due considerazioni oneste e obiettive.
Preso a sé, l'anime non è particolarmente emozionante, non è un prodotto che brilla di luce propria. Ironia, azione, dramma e trama avvincente sono caratteristiche della serie madre, ma in quest'opera sono trattati con onesta moderazione. Se invece lo leghiamo all'opera madre, tutto il contesto risulta simpatico e interessante, un anime molto carino da seguire.
Intanto, come comparto tecnico è fatto molto bene, identico all'opera originaria come animazione e struttura. Belle le musiche di opening ed ending, sempre trascinanti e movimentate.
Quello che, dicevo, balza all'occhio è la diversa prospettiva che questo anime offre sul particolare universo di "My Hero Academia". Se nell'opera originaria si esplora in toto il termine "eroe" e la controparte "villain", concentrandosi sulla crescita dei ragazzi cadetti della UAI e su quella del crimine organizzato, attraverso la crescita dei quirk, e su tutta la morale di questo mondo fatto di superpoteri, di superuomini e tutto ciò che ne consegue, responsabilità, limiti, difficolta sociali, in questo caso ci si sofferma molto sul quotidiano di questo universo e sulla vita di persone comuni in un mondo, appunto, dove si deve convivere con l'esistenza di quirk anche banali. Sulla vita di tutti i giorni, appunto.
I protagonisti sono tre personaggi che per diversi motivi decidono di diventare una sorta di eroi illegali, vigilantes appunto, che in un quartiere disagiato cercano di aiutare il prossimo anche con piccolissimi gesti.
The Crowlers, o "Crolloman" come viene etichettato, ha sempre sognato di essere un eroe, ma le sue capacità sono ben lontane dagli studenti della UAI, non essendo in grado nemmeno di scagliare un pugno o difendere sé stesso. Koichi in fondo è solo un universitario buono come il pane, incapace di odiare e pronto ad aiutare chiunque, anche raccogliendo cartacce.
Kazuho è una liceale piuttosto anonima nella quotidianità, ma che poi si traveste succinta mostrando un'inaspettata avvenenza (famosa nel quartiere per il suo lato B), e il suo desiderio è quello di diventare una idol professionista con le sue canzoni e il suo ballare saltellando.
Il terzo e più misterioso è Knuckleduster, un uomo di mezza età senza particolari poteri (dovrebbe non avere quirk), che usa i pugni per risolvere ogni questione (soprannominato "nonno pugno" dai teppistelli), e in realtà (piccolo spoiler) si veste da vigilante per risolvere una drammatica situazione famigliare e cercare una persona.
Questi tre personaggi si incontrano per caso e insieme iniziano a fare ronde notturne, mentre nel quartiere impazza una nuova droga che manda fuori controllo i quirk degli sfortunati avventori. Più che impavidi paladini diverranno amici, cercando nel loro piccolo di aiutare gli eroi professionisti, e si troveranno coinvolti in qualche situazione rischiosa.
L'anime scivola velocemente nei suoi tredici episodi, seppur devo dire che alcune puntate hanno la carica emotiva di innocui filler. I personaggi della serie sono piuttosto simpatici e ben caratterizzati, difficile non fare il tifo per loro e non affezionarcisi.
Onestamente, mi aspettavo qualcosa di più drammatico e incisivo, pensando a dei vigilantes, ma tutto sommato lo spaccato di vita di gente comune che si barcamena in questo mondo folle fatto di poteri assurdi, di eroi e villan che sono molto più umani dei termini altisonanti con cui vengono etichettati, mi ha lasciato soddisfatto e fiducioso in un prosieguo di questa serie, che magari proporrà dei risvolti di trama un po' più complessi e accattivanti.
Come dire? Bene questa prima stagione di presentazione, ma speriamo che ne prosieguo ci sia un bel salto di qualità, perché l'idea è davvero molto interessante.
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