Recensione
Il movimento della Terra
7.0/10
Prima di partire con la recensione vera e propria, un piccolo avviso. Anzi, due. Il primo è per coloro che non hanno ancora visto quest’anime: sappiate che non è una visione semplice né tantomeno potete mettervelo come sottofondo mentre fate altro. Qui non ci sono troppe battaglie spettacolari o troppi colpi di scena: qui si parla di scienza e progresso scientifico, dovete entrare nell'ottica che state per vedere un anime che non è il classico seinen e se perdete qualche pezzo per strada, non potete capire il resto.
Se invece l’avete appena finito e siete qui a cercare risposte o chiarimenti… beh, li cerco anche io. Avete appena concluso un anime che, per quanto imperfetto, è difficile da dimenticare, proprio per la sua peculiare ambientazione e trama ma, purtroppo, di risposte non ce ne sono, se non quelle che conosciamo perché ci sono state tramandate.
Ho voluto fare queste due premesse perché, avendo l'arduo compito di scrivere la prima recensione di "Chi - Il Movimento della Terra", mi rendo conto che tante persone potrebbero trovarsi affascinati dalla trama (che è poi il motivo per cui anche io ho iniziato a guardarlo) ma anche spiazzati alla conclusione di un viaggio che lascia dietro di sé tante, tantissime domande a cui si potrebbe aggiungere una sensazione simile al “ma che cavolo ho appena visto?” quindi mi è sembrato doveroso iniziare così.
Detto ciò: "Chi: Il Movimento della Terra" è un’opera strana, nel senso migliore del termine. Nasce come manga scritto da Uoto, che ne cominciò la serealizzazione durante il periodo della pandemia, nel 2020. Il senso di inquietudine e quasi malessere vissuto in quegli anni, in un certo senso, si sente tutto. È un racconto che riflette su scienza, fede, libertà, e lo fa senza peli sulla lingua, tirandoci più volte cazzotti in faccia che hanno come scopo quello di descrivere come le cose sono (più o meno) andate nel lungo cammino che ha portato all’affermazione dell’Eliocentrismo nel XV Secolo.
L’adattamento anime è curato da Madhouse, che come al solito ha fatto un lavoro visivamente potente. Il tratto è sobrio, cupo, dominato da toni scuri che calzano a pennello con l’atmosfera. Anzi, a volte forse troppo scuri, ad essere sincero: ci sono interi episodi in cui si fatica a vedere davvero qualcosa. E no, non è colpa dello schermo o della connessione. È una scelta artistica che, almeno per me, non è affatto riuscita e che non ho capito proprio.
Uno degli aspetti più affascinanti è il modo in cui la storia si sviluppa: copre un arco temporale ampio (circa 75 anni se non ricordo male ma potrei sbagliarmi), ci presenta tanti personaggi e protagonisti, quindi scordatevi di vedere sempre le stesse facce. Qualcuno ritorna, qualcuno rimane, ma la storia in sé è divisa in quattro grossi micro segmenti, ognuno con il suo peso, le sue contraddizioni. Ciò che ho apprezzato è che la Storia con la S maiuscola, quella dei cambiamenti politici e delle scoperte, così come in “Vinland Saga” fa da sfondo a tante storie con la s minuscola degli esseri umani che si trovano a vivere quei momenti precisi, bloccati e analizzati con tanta profondità. Questo è un pregio che gli si deve assolutamente riconoscere. E poi...lo so che non si dovrebbe tifare per i cattivi ma il personaggio che più mi ha colpito è proprio Novak, l'Inquisitore, che durante l’arco della storia, pur rimanendo sempre fedele a sé stesso, seguirà a sua volta un percorso di crescita, vivendo sulla sua pelle il prezzo di esercitare questo delicato quanto violento lavoro.
Detto ciò, non mancano i difetti. Oltre al buio di cui sopra, ho riscontrato lo stesso problema di "Vinland Saga" anche qui ma in forma diversa: la lentezza. Non nel senso di “noioso”, ma proprio che l’anime si prende il suo tempo. Decisamente tanto tanto tempo. I dialoghi sono lunghi, pieni di concetti, anche piuttosto pesanti e per le persone come me che non ha familiarità con certi temi è stata una fatica immane seguire tutto. A volte sembra di ascoltare una lezione più che guardare una scena. E se nei primi episodi questo ha un suo fascino, andando avanti diventa un po’ faticoso. Ecco perché nella premessa dicevo che se cercate una serie rilassata da guardare a fine giornata, questa potrebbe non essere la scelta ideale: ho dovuto farmi io stesso una cultura su Aristotele e Tolomeo, che fino ad oggi avevo sentito solo nominare durante le lezioni di filosofia al liceo.
E poi c’è il finale, a mio parere, totalmente sconnesso con il tono e il registro della storia vista fino a quel punto. È come se da un certo punto in poi l’anime avesse voluto fare un salto metaforico, simbolico, cosa che quasi sicuramente è ma giuro, sto ancora cercando di interpretarne il senso. Ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa, quasi come se ci fosse stato un taglio, una decisione affrettata. Sono rimasto piuttosto confuso e perplesso, sono sincero. Non ho ben capito quale fosse l’obiettivo. Chiudere il cerchio iniziato con tutte le storie presentate fino ad allora? Sicuramente, ma le domande rimangono. Perché è finita così? Cosa è successo?
In conclusione?
Chi: Il Movimento della Terra non è per tutti, e, se proprio proprio volessimo essere sinceri, non cerca nemmeno di esserlo. È un’opera con un’identità forte, con messaggi importanti e una narrazione fuori dagli schemi. E sì, ha i suoi momenti pesanti, qualche scelta discutibile, e un finale che non convince del tutto. Ma resta un anime diverso, coraggioso, che prova a dire qualcosa di più profondo rispetto alla stragrande maggioranza dei prodotti di animazione degli ultimi anni.
E, secondo me, anche solo per questo, vale la visione. Ecco spiegato il motivo per cui ho deciso di dare 7.
Se invece l’avete appena finito e siete qui a cercare risposte o chiarimenti… beh, li cerco anche io. Avete appena concluso un anime che, per quanto imperfetto, è difficile da dimenticare, proprio per la sua peculiare ambientazione e trama ma, purtroppo, di risposte non ce ne sono, se non quelle che conosciamo perché ci sono state tramandate.
Ho voluto fare queste due premesse perché, avendo l'arduo compito di scrivere la prima recensione di "Chi - Il Movimento della Terra", mi rendo conto che tante persone potrebbero trovarsi affascinati dalla trama (che è poi il motivo per cui anche io ho iniziato a guardarlo) ma anche spiazzati alla conclusione di un viaggio che lascia dietro di sé tante, tantissime domande a cui si potrebbe aggiungere una sensazione simile al “ma che cavolo ho appena visto?” quindi mi è sembrato doveroso iniziare così.
Detto ciò: "Chi: Il Movimento della Terra" è un’opera strana, nel senso migliore del termine. Nasce come manga scritto da Uoto, che ne cominciò la serealizzazione durante il periodo della pandemia, nel 2020. Il senso di inquietudine e quasi malessere vissuto in quegli anni, in un certo senso, si sente tutto. È un racconto che riflette su scienza, fede, libertà, e lo fa senza peli sulla lingua, tirandoci più volte cazzotti in faccia che hanno come scopo quello di descrivere come le cose sono (più o meno) andate nel lungo cammino che ha portato all’affermazione dell’Eliocentrismo nel XV Secolo.
L’adattamento anime è curato da Madhouse, che come al solito ha fatto un lavoro visivamente potente. Il tratto è sobrio, cupo, dominato da toni scuri che calzano a pennello con l’atmosfera. Anzi, a volte forse troppo scuri, ad essere sincero: ci sono interi episodi in cui si fatica a vedere davvero qualcosa. E no, non è colpa dello schermo o della connessione. È una scelta artistica che, almeno per me, non è affatto riuscita e che non ho capito proprio.
Uno degli aspetti più affascinanti è il modo in cui la storia si sviluppa: copre un arco temporale ampio (circa 75 anni se non ricordo male ma potrei sbagliarmi), ci presenta tanti personaggi e protagonisti, quindi scordatevi di vedere sempre le stesse facce. Qualcuno ritorna, qualcuno rimane, ma la storia in sé è divisa in quattro grossi micro segmenti, ognuno con il suo peso, le sue contraddizioni. Ciò che ho apprezzato è che la Storia con la S maiuscola, quella dei cambiamenti politici e delle scoperte, così come in “Vinland Saga” fa da sfondo a tante storie con la s minuscola degli esseri umani che si trovano a vivere quei momenti precisi, bloccati e analizzati con tanta profondità. Questo è un pregio che gli si deve assolutamente riconoscere. E poi...lo so che non si dovrebbe tifare per i cattivi ma il personaggio che più mi ha colpito è proprio Novak, l'Inquisitore, che durante l’arco della storia, pur rimanendo sempre fedele a sé stesso, seguirà a sua volta un percorso di crescita, vivendo sulla sua pelle il prezzo di esercitare questo delicato quanto violento lavoro.
Detto ciò, non mancano i difetti. Oltre al buio di cui sopra, ho riscontrato lo stesso problema di "Vinland Saga" anche qui ma in forma diversa: la lentezza. Non nel senso di “noioso”, ma proprio che l’anime si prende il suo tempo. Decisamente tanto tanto tempo. I dialoghi sono lunghi, pieni di concetti, anche piuttosto pesanti e per le persone come me che non ha familiarità con certi temi è stata una fatica immane seguire tutto. A volte sembra di ascoltare una lezione più che guardare una scena. E se nei primi episodi questo ha un suo fascino, andando avanti diventa un po’ faticoso. Ecco perché nella premessa dicevo che se cercate una serie rilassata da guardare a fine giornata, questa potrebbe non essere la scelta ideale: ho dovuto farmi io stesso una cultura su Aristotele e Tolomeo, che fino ad oggi avevo sentito solo nominare durante le lezioni di filosofia al liceo.
E poi c’è il finale, a mio parere, totalmente sconnesso con il tono e il registro della storia vista fino a quel punto. È come se da un certo punto in poi l’anime avesse voluto fare un salto metaforico, simbolico, cosa che quasi sicuramente è ma giuro, sto ancora cercando di interpretarne il senso. Ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa, quasi come se ci fosse stato un taglio, una decisione affrettata. Sono rimasto piuttosto confuso e perplesso, sono sincero. Non ho ben capito quale fosse l’obiettivo. Chiudere il cerchio iniziato con tutte le storie presentate fino ad allora? Sicuramente, ma le domande rimangono. Perché è finita così? Cosa è successo?
In conclusione?
Chi: Il Movimento della Terra non è per tutti, e, se proprio proprio volessimo essere sinceri, non cerca nemmeno di esserlo. È un’opera con un’identità forte, con messaggi importanti e una narrazione fuori dagli schemi. E sì, ha i suoi momenti pesanti, qualche scelta discutibile, e un finale che non convince del tutto. Ma resta un anime diverso, coraggioso, che prova a dire qualcosa di più profondo rispetto alla stragrande maggioranza dei prodotti di animazione degli ultimi anni.
E, secondo me, anche solo per questo, vale la visione. Ecco spiegato il motivo per cui ho deciso di dare 7.
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