Recensione
Nettaigyo wa Yuki ni Kogareru, sebbene sia catalogato come yuri, è un manga sull’amicizia. Tutta la componente romantica è praticamente inesistente e questo potrebbe indispettire coloro che iniziano la lettura aspettandosi uno yuri vero e proprio. Sembra che inizialmente l’autrice avesse intenzione di far andare la storia verso una romance ma poi in corso d’opera abbia optato per trattare il tutto come una forte amicizia, salvo qualche ripensamento qua e là.
La storia parte con Konatsu Amano, una studentessa al primo anno di liceo, che si è appena trasferita da Tokyo a Nagahama, una piccola citta costiera, a causa degli impegni lavorativi del padre. Ci viene subito mostrato quanto questa situazione le abbia lasciato un forte senso di sconforto e solitudine, emozioni che cercherà fin da subito di reprimere dentro di sé sforzandosi di sembrare felice. Qui incontrerà Koyuki Honami, una studentessa un anno più grande che eccelle sia negli studi che nelle attività sportive. Nonostante l’apparenza di ragazza perfetta, anche lei soffre di solitudine, ma per un altro motivo: l’essere considerata da tutti un esempio da seguire, in particolare da parte di insegnanti e studenti, l’ha portata con il tempo a reprimere il suo vero io per paura di deludere le aspettative degli altri, creando così un distacco tra lei e le altre persone. Questa solitudine provata da entrambe porterà Konatsu e Koyuki ad avvicinarsi iniziando poco per volta a influenzarsi e a migliorarsi a vicenda.
Il tema principale attorno al quale è incentrata tutta la storia è proprio la solitudine provata dalle due protagoniste, come questa condiziona la loro vita quotidiana e i loro legami con le altre persone. In poco tempo le due instaureranno una sorta di rapporto simbiotico di dipendenza reciproca che inizialmente le farà stare meglio: questa loro situazione permetterà a entrambe di alleviare la propria solitudine e soprattutto aiuterà Koyuki ad accettare se stessa. Con il passare del tempo emergeranno però tutti i limiti di questo tipo di relazione: man mano che riusciranno ad aprirsi di più agli altri e a formare nuovi legami si manifesterà in loro una forte paura dell’abbandono nei confronti dell’altra. Tutto questo porterà a situazioni e reazioni decisamente realistiche per dei personaggi con dei problemi emotivi di questo tipo.
Sia l’evoluzione della trama che dei personaggi li ho trovati molto buoni. All’inizio si prosegue abbastanza lentamente prendendosi il tempo necessario per delineare i personaggi, dopodiché la storia prosegue con un ottimo ritmo concentrandosi solo sulle cose importanti e facendo piccoli time skip quando invece c’è poco da dire, evitando così di annacquare la storia e tirarla troppo per le lunghe. Un aspetto che merita un plauso è la gestione del continuo parallelismo che viene fatto tra le nostre due protagoniste e i personaggi del racconto “Salamander and Other Stories" di Masuji Ibuse. Le analogie tra questi personaggi sono sempre utilizzate al meglio per descrivere il loro stato d’animo e in particolare quello di Konatsu.
Ottimi anche i personaggi secondari con una menzione d’onore a Kaede Hirose, una coetanea e compagna di classe di Konatsu che avrà un ruolo sempre più centrale nella la storia, è un personaggio molto ben caratterizzato e sfaccettato che poco per volta si farà strada nella vita delle due protagoniste.
I disegni sono a mio parere la parte meno buona del manga. Nella maggior parte dei casi ci troveremo davanti disegni nella media, se non mediocri in certi punti, ad eccezione però quando si tratta di ritrarre i sentimenti dei personaggi soprattutto nei momenti più importanti. In questi frangenti l’autrice fa un ottimo lavoro nel rappresentare le loro emozioni, specialmente nelle vignette dove vengono raffigurate le due protagoniste e i loro corrispettivi del racconto “Salamander and Other Stories" citato in precedenza. Questo dimostra che di certo il talento non le manca quindi non mi spiego questi alti e bassi nei disegni.
La storia parte con Konatsu Amano, una studentessa al primo anno di liceo, che si è appena trasferita da Tokyo a Nagahama, una piccola citta costiera, a causa degli impegni lavorativi del padre. Ci viene subito mostrato quanto questa situazione le abbia lasciato un forte senso di sconforto e solitudine, emozioni che cercherà fin da subito di reprimere dentro di sé sforzandosi di sembrare felice. Qui incontrerà Koyuki Honami, una studentessa un anno più grande che eccelle sia negli studi che nelle attività sportive. Nonostante l’apparenza di ragazza perfetta, anche lei soffre di solitudine, ma per un altro motivo: l’essere considerata da tutti un esempio da seguire, in particolare da parte di insegnanti e studenti, l’ha portata con il tempo a reprimere il suo vero io per paura di deludere le aspettative degli altri, creando così un distacco tra lei e le altre persone. Questa solitudine provata da entrambe porterà Konatsu e Koyuki ad avvicinarsi iniziando poco per volta a influenzarsi e a migliorarsi a vicenda.
Il tema principale attorno al quale è incentrata tutta la storia è proprio la solitudine provata dalle due protagoniste, come questa condiziona la loro vita quotidiana e i loro legami con le altre persone. In poco tempo le due instaureranno una sorta di rapporto simbiotico di dipendenza reciproca che inizialmente le farà stare meglio: questa loro situazione permetterà a entrambe di alleviare la propria solitudine e soprattutto aiuterà Koyuki ad accettare se stessa. Con il passare del tempo emergeranno però tutti i limiti di questo tipo di relazione: man mano che riusciranno ad aprirsi di più agli altri e a formare nuovi legami si manifesterà in loro una forte paura dell’abbandono nei confronti dell’altra. Tutto questo porterà a situazioni e reazioni decisamente realistiche per dei personaggi con dei problemi emotivi di questo tipo.
Sia l’evoluzione della trama che dei personaggi li ho trovati molto buoni. All’inizio si prosegue abbastanza lentamente prendendosi il tempo necessario per delineare i personaggi, dopodiché la storia prosegue con un ottimo ritmo concentrandosi solo sulle cose importanti e facendo piccoli time skip quando invece c’è poco da dire, evitando così di annacquare la storia e tirarla troppo per le lunghe. Un aspetto che merita un plauso è la gestione del continuo parallelismo che viene fatto tra le nostre due protagoniste e i personaggi del racconto “Salamander and Other Stories" di Masuji Ibuse. Le analogie tra questi personaggi sono sempre utilizzate al meglio per descrivere il loro stato d’animo e in particolare quello di Konatsu.
Ottimi anche i personaggi secondari con una menzione d’onore a Kaede Hirose, una coetanea e compagna di classe di Konatsu che avrà un ruolo sempre più centrale nella la storia, è un personaggio molto ben caratterizzato e sfaccettato che poco per volta si farà strada nella vita delle due protagoniste.
I disegni sono a mio parere la parte meno buona del manga. Nella maggior parte dei casi ci troveremo davanti disegni nella media, se non mediocri in certi punti, ad eccezione però quando si tratta di ritrarre i sentimenti dei personaggi soprattutto nei momenti più importanti. In questi frangenti l’autrice fa un ottimo lavoro nel rappresentare le loro emozioni, specialmente nelle vignette dove vengono raffigurate le due protagoniste e i loro corrispettivi del racconto “Salamander and Other Stories" citato in precedenza. Questo dimostra che di certo il talento non le manca quindi non mi spiego questi alti e bassi nei disegni.