Recensione
OEN
7.5/10
"Oen" è una raccolta di manga autoconclusivi di Ryoichi Ikegami, maggiormente noto in Occidente per essere l'autore di "Crying Freeman".
Le storie di questa selezione sono state realizzate tra il 1966 e il 1972 e risalgono quindi agli inizi della carriera del mangaka, nato nel 1944. Le prime sono quelle pubblicate in coda al volume, e risentono ancora molto dello stile di Shigeru Mizuki, l'autore di "Kitaro dei cimiteri" e di molti altri manga a carattere horror, del quale era stato assistente. Col passare del tempo lo stile di Ikegami si affina, diventando più personale e spostandosi verso una rappresentazione più realistica dei personaggi e degli oggetti inanimati.
Effettivamente, un filo conduttore legato all'orrore è riconoscibile praticamente in tutte le storie, anche se più nettamente ne "Il liquido bianco", "I piccioni impazziti", "La farfalla dal volto umano" e "Le oni di Adachigahara". Sono presenti anche storie in cui è presente un senso di tensione abbinato a una venatura di umorismo macabro ("Futaro", "Il mappamondo" e "Il senso di colpa"), mentre quella di più ampio respiro da cui la raccolta prende il nome ("Gli amori di Oen"), ambientata nel XVII secolo in quella che allora si chiamava Edo, è pervasa da un sottile erotismo (presente del resto anche ne "Le oni di Adachigahara") e verte sull'amore proibito tra un samurai e una donna sposata, che era stata emarginata da una società severa come quella dell'epoca dopo avere subito uno stupro e aveva riacquistato un minimo di rispettabilità dopo che era stata sposata da un uomo di un certo popolare. Il clima sociale del Giappone pre-industriale, che vedeva i contadini sfruttati fino allo stremo dai potenti di turno, è presentato pure ne "Il fiore bianco sbocciato in terra", anche qui con un tono tragico.
La scelta delle storie è stata effettuata personalmente dall'autore, così come per l'altra raccolta "Yuko" che raccoglie manga della sua maturità artistica e che condivide la stessa veste editoriale, molto curata ed elegante anche nell'edizione italiana.
Le storie di questa selezione sono state realizzate tra il 1966 e il 1972 e risalgono quindi agli inizi della carriera del mangaka, nato nel 1944. Le prime sono quelle pubblicate in coda al volume, e risentono ancora molto dello stile di Shigeru Mizuki, l'autore di "Kitaro dei cimiteri" e di molti altri manga a carattere horror, del quale era stato assistente. Col passare del tempo lo stile di Ikegami si affina, diventando più personale e spostandosi verso una rappresentazione più realistica dei personaggi e degli oggetti inanimati.
Effettivamente, un filo conduttore legato all'orrore è riconoscibile praticamente in tutte le storie, anche se più nettamente ne "Il liquido bianco", "I piccioni impazziti", "La farfalla dal volto umano" e "Le oni di Adachigahara". Sono presenti anche storie in cui è presente un senso di tensione abbinato a una venatura di umorismo macabro ("Futaro", "Il mappamondo" e "Il senso di colpa"), mentre quella di più ampio respiro da cui la raccolta prende il nome ("Gli amori di Oen"), ambientata nel XVII secolo in quella che allora si chiamava Edo, è pervasa da un sottile erotismo (presente del resto anche ne "Le oni di Adachigahara") e verte sull'amore proibito tra un samurai e una donna sposata, che era stata emarginata da una società severa come quella dell'epoca dopo avere subito uno stupro e aveva riacquistato un minimo di rispettabilità dopo che era stata sposata da un uomo di un certo popolare. Il clima sociale del Giappone pre-industriale, che vedeva i contadini sfruttati fino allo stremo dai potenti di turno, è presentato pure ne "Il fiore bianco sbocciato in terra", anche qui con un tono tragico.
La scelta delle storie è stata effettuata personalmente dall'autore, così come per l'altra raccolta "Yuko" che raccoglie manga della sua maturità artistica e che condivide la stessa veste editoriale, molto curata ed elegante anche nell'edizione italiana.