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9.0/10
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“A volte la speranza è solo un’illusione, ma è l’unica illusione che ci tiene vivi.”

"I Am a Hero"

La storia segue Hideo Suzuki, un mangaka fallito e uomo comune, la cui vita ordinaria viene stravolta dall’improvvisa esplosione di un’epidemia che trasforma le persone in mostri violenti e senza coscienza, detti "ZQN". Mentre il mondo si sgretola attorno a lui, Hideo deve lottare non solo contro queste creature, ma anche contro le proprie paure, insicurezze e la fragilità della mente umana. In un viaggio per la sopravvivenza, attraversa un Giappone desolato, incontrando alleati fragili e nemici spietati, mentre cerca di comprendere cosa significhi davvero essere vivi in un mondo che sembra già morto.

La narrazione di "I Am a Hero" è un viaggio spezzato, spesso caotico, esattamente come la mente del protagonista, Hideo Suzuki, un uomo ordinario, insicuro, invisibile. Non è un eroe classico, è un uomo che inciampa tra i resti di una società che si disfa, armato solo della sua goffaggine e della sua determinazione fragile. Qui non troverai rassicurazioni, dialoghi edificanti o motivazioni chiare, il mondo si sgretola e la sopravvivenza è un gioco spietato di volontà e paura.

Ma ciò che rende "I Am a Hero" unico è l’atmosfera di disfacimento psicologico e sociale che crea. Il tratto di Kengo Hanazawa è teso, quasi nervoso, intriso di un realismo disturbante che trasforma ogni vignetta in un campo di battaglia tra sanità e follia. Le città diventano labirinti di ombre e macerie, e ogni volto è un ritratto di disperazione mascherata da normalità. È un’odissea di solitudine, in cui il confine tra uomo e mostro si fa sempre più sottile.

I temi sono profondi e strazianti, la paura del diverso, la crisi dell’identità, il peso del passato e l’ineluttabilità della morte. "I Am a Hero" non ti spiega mai cosa significhi essere eroi, ma ti fa sentire cosa vuol dire essere umani quando tutto crolla intorno a te. Hideo non salva nessuno, non redime il mondo. È il riflesso di tutti noi quando siamo messi alle strette, la voce stonata in un coro di panico e distruzione.

I personaggi di "I Am a Hero" sono specchi incrinati dell’umanità, non eroi perfetti, ma figure vulnerabili e tormentate. Hideo, con la sua goffaggine e i suoi demoni interiori, non è altro che un uomo comune travolto da un caos innaturale, e proprio per questo così reale. Accanto a lui si muovono figure altrettanto spezzate. Persone che lottano con la perdita, la follia e l’istinto di sopravvivenza. Nessuno è bianco o nero, ma un amalgama di dubbi, paure e fragilità. Parlano poco, spesso agiscono d’impulso, ma è nel loro silenzio e nei loro sguardi che si percepisce il vero peso di un mondo che sta per finire.

Piccola precisazione a mio avviso doverosa. Bisogna sempre pensare che siamo in Giappone con un modo di fare e di pensare giapponese. Ovviamente dal mio punto di vista occidentale spesso ho visto delle scene a dir poco strane, per esempio lasciare i soldi sulla cassa dopo aver svaligiato un minimarket. Ovviamente pienamente in linea con lo stile nipponico, eppure spesso mi ha stranito vedere questi gesti mentre fuori impervia l'apocalisse.

L’estetica è brutale ma ipnotica. Il segno è dettagliato, spesso graffiato, e trasmette un senso di claustrofobia e ansia che si insinua dentro le ossa. Non è mai comodo o piacevole. È un’immersione totale in un incubo che sembra troppo reale per essere solo finzione. Personalmente ho molto apprezzato la chiarezza e la quantità di dettagli delle tavole, ed anche alcune inquadrature molto particolari, ad esempio, in alcune tavole, assisteremo come se la scena fosse catturata da un grandangolo.

"I Am a Hero" non ti accoglie con dolcezza. Ti scaraventa in un Giappone che implode, lentamente divorato da un’epidemia che trasforma gli esseri umani in creature grottesche, guidate solo da un istinto primordiale. La violenza qui non è mai leggera, è palpabile, sporca, straziante. Inizia come un sussurro inquietante e finisce con un urlo di disperazione, lasciandoti con una sensazione di angoscia che si attacca alla pelle, come un’ombra che non vuole andarsene. Non è una lettura per chi cerca la sicurezza della trama o la consolazione di un finale chiaro. È per chi sa vedere la fragilità dell’umano sotto la maschera del quotidiano, per chi accetta di guardare in faccia la paura e l’isolamento.
"I Am a Hero" non è una storia da leggere, è un’esperienza da sopravvivere. Ti lascia senza respiro, con il cuore in gola e la mente piena di domande senza risposta. Ma forse, in fondo, è proprio questo che fa dell’arte qualcosa di vero, farti sentire ciò che non riesci a spiegare a parole.
Quando chiudi l’ultima pagina, non ti sentirai vittorioso o sollevato. Ti sentirai ancora più fragile, come se avessi attraversato un abisso interiore e ne fossi uscito cambiato. E allora capirai che Hideo, con tutte le sue imperfezioni e paure, ti ha lasciato qualcosa che non svanirà facilmente.

VOTO: 8,9