Recensione
Giappone, 2 Anni Dopo è un volume che nasce da un'idea semplicemente meravigliosa dell'editore francese Kazé: riunire 8 mangaka emergenti per creare un albo di storie autoconclusive a tema sismico, per sensibilizzare verso questo tema purtroppo non trascurabile in Giappone, devolvendo poi parte degli incassi ai fondi per le vittime del terremoto in Tohoku del 2011.
Ed è proprio perché è un'iniziativa così bella che mi dispiace doverne parlare in maniera non proprio entusiasta, visto che a conti fatti degli one shot presenti non se ne salva praticamente nessuno, stiamo pur sempre parlando di autori perlopiù principianti quindi forse era anche lecito aspettarselo, ma visto che anche negli anni a seguire questi non hanno pubblicato praticamente niente mi viene da pensare, in maniera un po' meschina lo ammetto, che non fossero neanche di particolare talento. E non mi sorprende che nel questionario ad inizio capitolo, dove gli si chiedono domande anche molto interessanti riguardanti il disastro come "dove ti trovavi durante le scosse?" o "sei riuscito a contattare i tuoi familiari?", alla domanda "come mai hai deciso di partecipare a questo progetto?" diversi abbiano risposto "per poter pubblicare qualcosa oltremare", occasione che per la maggior parte di loro non si è mai ripresentata.
Mi rifiuto comunque di dare meno di 6 anche solo per l'intraprendenza del progetto della Kazé, per quanto forse potevano sceglierne i candidati con maggior perizia(magari anche prendendone alcuni che avessero vissuto l'evento in prima persona) , ed in conclusione consiglierei il volume solo a chi ha interesse ad approfondire nello specifico l'argomento trattato, mentre per chi cerca semplicemente un bel volume di storie autoconclusive suggerirei di dirigersi altrove.
Ed è proprio perché è un'iniziativa così bella che mi dispiace doverne parlare in maniera non proprio entusiasta, visto che a conti fatti degli one shot presenti non se ne salva praticamente nessuno, stiamo pur sempre parlando di autori perlopiù principianti quindi forse era anche lecito aspettarselo, ma visto che anche negli anni a seguire questi non hanno pubblicato praticamente niente mi viene da pensare, in maniera un po' meschina lo ammetto, che non fossero neanche di particolare talento. E non mi sorprende che nel questionario ad inizio capitolo, dove gli si chiedono domande anche molto interessanti riguardanti il disastro come "dove ti trovavi durante le scosse?" o "sei riuscito a contattare i tuoi familiari?", alla domanda "come mai hai deciso di partecipare a questo progetto?" diversi abbiano risposto "per poter pubblicare qualcosa oltremare", occasione che per la maggior parte di loro non si è mai ripresentata.
Mi rifiuto comunque di dare meno di 6 anche solo per l'intraprendenza del progetto della Kazé, per quanto forse potevano sceglierne i candidati con maggior perizia(magari anche prendendone alcuni che avessero vissuto l'evento in prima persona) , ed in conclusione consiglierei il volume solo a chi ha interesse ad approfondire nello specifico l'argomento trattato, mentre per chi cerca semplicemente un bel volume di storie autoconclusive suggerirei di dirigersi altrove.