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Joey il Padrino

Episodi visti: 9/17 --- Voto 7
ATTENZIONE! La recensione contiene spoiler

“Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per un ospedale oscuro, che la vera vocazione era smarrita.”

Il 2023 è stato sicuramente per il sottoscritto un’annata particolare. Vuoi sfortune nella vita privata, vuoi il luogo di lavoro totalizzante, mai come allora ho rischiato di perder la vocazione, la scintilla che mi ha animato su codesto sito, che mi ha fatto conoscere tante belle persone, tanta arte animata, ma al tempo stesso ingurgitare altrettanto liquame (che con sommo gaudio ho recensito).
Ma non siamo qui a parlare delle mie disgrazie, che credo a pochi possano interessare. Siam qua per recensire una serie che due anni fa ha fatto tanto parlare di sé: da alcuni considerata capolavoro, da altri lerciume, da altri un’ottima playlist su Spotify e nulla più … In passato il Dott. Joey si è contraddistinto per autopsie attente e dettagliate ma, fidatevi, dopo che si passa oltre metà della propria giornata tutti i giorni tra mura sanitarie, anche la sola vista della parola “Doc” genera nel sottoscritto la stessa sensazione di una maionese lasciata cinque giorni al Sole di agosto.

Ergo oggi il protagonista non sarà nessun dottore, bensì Joey e basta. E per discendere nelle viscere di questa serie, divisa in ben 8 gironi, urge una guida illuminata. Nessun sommo poeta, nessuna donna angelo, per affrontare una serie così luce-ombra serve una figura più forte: avete capito bene, oggi in questo viaggio mi accompagnerà una persona che mi ha tanto supportato (e mi supporta tuttora) sulla strada del (speriamo!) Nobel … Regina delle Scarpe, scelgo te!

PRIMO GIRONE

La serie si apre con colori accesi, vivaci. Siamo nell’Inferno, un po’ diverso da come me lo ero immaginato. Qui le anime si sono tramutate in strane creature antropomorfe, chi più furry, chi più fantasy, ma tutti accomunati dall’aver commesso qualche peccato. Alcuni, palesemente più peccatori di altri, hanno scalato i ranghi e sono diventati i Signori dell’Inferno. Ma anche nel luogo della perdizione eterna esiste l’evergreen clientelismo, e quindi Charlie, figlia men che meno di Lucifero, non sapendo che fare della propria vita si dà alla filosofia spicciola di Piazza Verdi e decide di avviare il proprio centro social-ehm, volevo dire, hotel, aiutata da una combriccola di casi umani con l’ausilio di un sociopatico. Adamo, dall’alto della sua saggezza, rispolvera alla giovane le vere nozioni di comunismo, ricordandole che tutti facciamo schifo e che quindi unanimemente verremo tutti sterminati tra sei mesi.
Regina delle Scarpe: “di certo il caos regna sovrano quaggiù, par Sottomarina a Ferragosto”
E’ proprio così, guida spirituale. Di certo la grafica è accattivante, un misto tra un cartoon network venuto bene con un tocco di Disney politicamente scorretto. Di certo il musical è il pezzo forte della serie, con canzoni catchy che accompagnano lo spettatore dal primo episodio meglio della sceneggiatura stessa.

SECONDO GIRONE

Regina delle Scarpe: “mmm, qua sembrava davvero un po’ Disney, finché non han parlato”

Il secondo episodio è, per mia personale opinione, forse il peggiore della serie. Certo è interessante vedere TV vs Instagram vs Radio vs Lupanaria, ma la sceneggiatura è frettolosa quanto repentina la redenzione del biscione, personaggio apprezzabile ma non in questo episodio. Per fortuna le battute over18 tirano avanti la carretta.

TERZO GIRONE

Regina delle Scarpe: “ecco, ti presento il Montecitorio degli Inferi, stessi personaggi, stessa utilità, stessa capacità di problem solving”

Il terzo episodio è invece più convincente. Scopriamo qualcosa di più sull’economia disfunzionale degli Inferi, con un governo super-conservatore lanciato verso l’oblio e una sinistra brava solo a sganciare teste decapitate ma senza una reale strategia (non vi ricorda forse qualcosa?). Scherzi a parte l’episodio scorre bene (soprattutto perché non c’è Charlie, la nostra quasi-Mary Sue raccomandata), le canzoni sono calzanti e fanno capire qualcosa di più sulle dinamiche dell’Inferno, ma anche su alcuni personaggi come Vaggie.

QUARTO GIRONE

Regina delle Scarpe: “qui mi censuro, perché questo episodio è solo meno indigesto di Angel Dust stesso”

Qua però, come accade con Dante e il buon Virgilio, il medico della mutua sente di dissentire dalla guida. Per quanto mi riguarda, questo è l’episodio migliore della stagione. Non solo le canzoni sono accattivanti con un buon story-telling, ma anche l’esplorazione di personaggi come Angel Dust, Husk e la stessa Charlie sono ben riusciti. In questo episodio assistiamo per la prima (e unica) volta al fallimento della principessa infernale, e alla nascita di un’amicizia particolare, tra un PTSD ninfomane tossicomane e un ludopatico depresso. “Loser” è il mantra che mi fa sorridere ogni giorno e alzarmi sempre pieno di energie, va solo saputo accogliere!

QUINTO GIRONE

Regina delle Scarpe: “Arriva il Papi … fine”

E qui torno a darle ragione, guida spirituale. In realtà il quinto episodio di per sé non è un granché. La sceneggiatura è lenta e, personaggio di Lucifero a parte (originale, irriverente e soprattutto spassoso), anche a tratti confusionaria. La canzone “more than anything” e il Re dell’Inferno salvano baracca e burattini, ma una riconciliazione così frettolosa con la figlia davvero dà un nonsoché di superficiale.

SESTO GIRONE

Regina delle Scarpe: “bello questo paradiso ipocrita”

Il sesto episodio è sicuramente quello più significativo in termini di sviluppo della trama. Nella prima parte Charlie gioca la carta della diplomazia in Paradiso, salvo scoprire che non è solo Adamo la mela marcia belligerante, ma è la stessa corte celeste a lasciargli carta bianca. Bello lo scambio di opinioni in musical, accattivante ma descrittivo al tempo stesso. La seconda parte è incentrato sul tradimento di Vaggie o, meglio, sul segreto oscuro (o in questo caso direi quasi radioso) che si porta dentro da tantissimo tempo. A nulla valgono le (comprensibili) giustificazioni, Charlie si sente raggirata e abbandona la sua spalla più fidata.

SETTIMO GIRONE

Regina delle Scarpe: “episodio di passaggio”

E’ di poche parole il mio mentore, e qui come posso darle torto? La sceneggiatura è a tratti assai frettolosa, palesemente accelerata per lasciare spazio al gran finale nell’ultimo episodio. Interessante l’accordo stipulato tra Charlie e il Demone Radio, che sicuramente avrà risvolti interessanti di trama nella seconda stagione. Meno ispirata invece qui la parte musical. Nel complesso, classico episodio da 6 risicato, tendente al 5.

OTTAVO GIRONE

Il viaggio si conclude con una feroce battaglia: Angeli vs Demoni (no, non è la parodia di Dan Brown). Lo scontro è anche qui un po’ rushato, ma certe scelte le ho trovate interessanti. Non scontato l’esito dello scontro Adamo vs Alastor, ben architettato lo scontro tra Charlie e Adamo con intervento finale forse scontato per alcuni ma non così tanto alla fine. Il sacrificio di Pentious è sicuramente commovente, ma solo negli elogi musicali finali e non nella sequenza sceneggiata, che fallisce sia nel dispiacere ma al tempo stesso risulta poco comica. Il finale è un po’ tarallucci e vino, ma alcune piccole scelte e sequenze mostrate fanno ben sperare per una seconda stagione.

REFERTO FINALE

Niente da fare, alla fine il workaholism ha avuto il sopravvento. Nel complesso un cartone divertente, non un capolavoro, ma intrattiene. La sceneggiatura è appena sufficiente, complice i davvero troppo numerosi alti e bassi, soprattutto in termini di pacing. Ottimo e da Spotify il comparto musicale, buono il lato tecnico soprattutto nella scelta dei colori e dello stile. I personaggi possono essere amati come odiati, dal momento che sono tutti delle caricature. Io ha trovato sinceramente Adamo, Lucifer e Alastor i meglio riusciti.

Alla fine, son tornato a veder le stelle, e ringrazio la Regina delle Scarpe per avermi ricordato, stimolandomi alla recensione di questa serie, che c’è sempre posto per dell’animazione, anche nei momenti più difficili quando il fanciullino sembra in procinto di nascondersi. E invece eccoci qui, più forti che mai, con le lacrime agli occhi dopo la visione di una serie con sì parecchi difetti ma che è riuscita in ciò che dovrebbe generare ogni cartone animato: portare felicità.


 2
Mirokusama

Episodi visti: 9/17 --- Voto 7
Il fenomeno animato del web che ha caratterizzato almeno la prima parte del 2024 è stato sicuramente “Hazbin Hotel”, serie americana ideata da Vivienne Medrano con un episodio pilota, disponibile gratis su youtube per chi fosse interessato, nel 2019 e qui riproposta in un universo espanso e una scrittura organica per formare la prima, di un non meglio precisato numero, stagione di una serie classica resa disponibile in streaming da Amazon prime video.
La serie è una riscrittura del concetto di inferno e paradiso, condita da momenti musical in stile Disney ma con uno stile di scrittura dei dialoghi che allontana decisamente l’idea del target del prodotto medio creato dalla casa di Topolino. Protagonista della storia è Charlie Stella del Mattino, figlia del re degli inferi Lucifero e di conseguenza “principessa” del suo mondo, una figura abbastanza lontana dai canoni con cui ci si aspetterebbe di trovare un rappresentante dell’inferno; Charlie infatti è una ragazza allegra, solare e fortemente credente nella bontà d’animo di chiunque, anche delle anime peccatrici che abitano il suo regno, e che lei vuole aiutare a difendersi dal periodico massacro a cui sono sottoposte dalle schiere dei (ben poco) paradisiaci angeli che, dal paradiso appunto, calano annualmente allo scopo di sterminare più anime possibili per tenere sotto controllo la sovrapopolazione dell’inferno. Il suo obiettivo però non è rispondere alla violenza con la violenza, bensì gestire un “Hotel” in cui i peccatori possano redimersi e raggiungere il paradiso non venendo massacrati ma attraverso un percorso di miglioramento personale e redenzione dai peccati commessi. Peccato che sia l’unica abitante dell’inferno ad avere una visione così pura e ottimistica della situazione, ma nonostante ciò, grazie al supporto di diversi personaggi come la sua compagna Vaggie, il misterioso demone della radio Alastor o il porno attore Angel Dust, riesce ad aprire i battenti del suo Hazbin Hotel sperando di poter così perseguire il suo sogno.
Una commedia che prova a mescolare un po’ le carte insomma, che vuole mostrarci come non tutti siano cattivi nonostante siano all’inferno e non tutti siano per forza buoni pur stando nel paradiso, e devo dire che da questo punto di vista ci riesce appieno visto che, in alcuni momenti, si farebbe fatica a riconoscere chi meriterebbe di stare in un posto o viceversa. Nonostante un incipit curioso e interessante però devo dire che alla lunga la serie perde un po’ di verve e forse anche l’obiettivo iniziale visto che, negli episodi finali (indicativamente ovvio, si sa che la serie avrà almeno un’altra stagione), mi sono trovato davanti uno scenario che, almeno all’apparenza, sembrava tradire le intenzioni iniziali di Charlie. E’ troppo presto per dare un giudizio complessivo visto che la serie non ha un vero finale, ma confesso che l’evoluzione della trama, salvo qualche riuscito colpo di scena almeno, ha faticato davvero a convincermi. Come ha faticato la formula strabusata del musical che ha imposto la presenza di due canzoni minimo ad ogni episodio, e visto che sono solo otto in totale va da sé che i tanti momenti musicali funzionano a corrente alternata, alcuni (pochi onestamente) ti restano impressi, altri semplicemente non vedi l’ora che finiscano per andare avanti. Quello che ha funzionato davvero invece è la caratterizzazione dei personaggi, a mio modo di vedere il punto forte della serie, tutti improntati a dare una prima impressione prettamente comica ma ognuno con i suoi drammi e le sue esperienza da scoprire e rielaborare, personaggi carismatici capaci a turno di prendersi la scena da una simpatica ma invadente protagonista e arricchire così un quadro variopinto in tanti sensi, non solo quello estetico con cui si presenta.
Perché dal punto di vista tecnico “Hazbin Hotel” è una serie sicuramente ben fatta, grazie a un’animazione che sa bilanciarsi nei momenti comedy e, raramente, action, e con un design dei personaggi spigoloso nel tratteggio delle linee ma vivace e variegato come raramente capita di vedere e che si omologa leggermente solo nel dipingere le schiere angeliche del paradiso, mentre all’inferno esplode in piena libertà di forme e colori. I dialoghi caratterizzati da un abuso continuo del turpiloquio fanno il loro lavoro nel trasmettere l’idea di un mondo in cui non si va tanto per il sottile e restituiscono un contesto comico che, a primo impatto, sorprende ed estranea allo stesso modo, anche se col passare del tempo chiaramente ci si abitua perdendo un po’ quella freschezza iniziale. Curatissimo è il lato musicale ovviamente dato il gran numero di canzoni presenti, che a gusto personale trovo non funzionino sempre per carità ma sono comunque frutto di un lavoro di scrittura che non può lasciare indifferenti. E un plauso va fatto in questo aspetto all’eccezionale lavoro fatto in fase di adattamento e doppiaggio della versione italiana, non solo per le azzeccatissime voci dei personaggi (tra cui voglio citare a titolo esemplificativo Riccardo Suarez che interpreta Angel Dust e canta “Veleno”, la canzone che ho preferito tra tutte quelle proposte) ma anche per l’ottimo sforzo di riscrittura dei testi delle canzoni originali in italiano.
“Hazbin Hotel” è un buon lavoro insomma, una serie vivace, sboccata e divertente che, per la sua onnipresente componente musical, non incontra pienamente i miei gusti ma che comunque regala genuini momenti di distrazione, intrattenimento e in qualche caso riflessione. Mi ha un po’ deluso nel suo sviluppo e per questo mi riservo di non darle un giudizio molto lusinghiero ma, ripeto, resta sempre un giudizio parziale non essendo di fatto pienamente compiuta.


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Miriam22

Episodi visti: 9/17 --- Voto 6
A distanza di mesi dalla visione di "Hazbin Hotel", il mio giudizio resta contrastante.

Serie statunitense creata da Vivienne Medrano (VivziePop), nasce come progetto indipendente su YouTube. In seguito viene sviluppata in formato televisivo grazie alla produzione A24.
Conta 8 episodi ed è un mix di animazione adulta, dark comedy e musical, rivolto chiaramente a un pubblico maturo sia per temi che per linguaggio.
Racconta la storia di Charlie, la principessa dell’Inferno che sogna di aprire un hotel per riabilitare i demoni e dar loro una seconda possibilità.

Da un lato c’è un’idea di base che mi piace: originale, audace, visivamente accattivante.
Lo stile di animazione è molto riconoscibile: colori saturi, ritmo frenetico, un’estetica che richiama certi cartoon anni 2000 ma rivisitati in chiave moderna.

Dall’altro, un uso e abuso di parolacce e volgarità talmente spropositato da sembrare un espediente per catturare l’attenzione. A lungo andare dà proprio l’idea di trovarsi di fronte a un adolescente che esagera solo per farsi notare, e questo mi ha disturbata più di quanto avrei voluto.
Non è una questione di moralismo: se la volgarità è contestualizzata può persino aggiungere spessore. Ma qui, spesso, sembra fine a sé stessa.
Per fare un paragone concreto, "Ishuzoku Reviewers" abbonda in nudità e volgarità, ma lo fa con ironia e coerenza interna, risultando godibile e persino brillante.
"Hazbin Hotel", invece, inciampa proprio dove dovrebbe brillare: nei dialoghi, nella costruzione dei personaggi, nella scelta del tono.

Un altro aspetto che non mi ha convinta del tutto è quello musicale, in stile "musical" alla Disney. Capisco l’intento di creare contrasto tra l’inferno e melodie catchy, ma il risultato è straniante, quasi dissonante. Provocazione? Forse. Personalmente non l’ho gradita: sembra un voler essere “diversi” a tutti i costi, anche a scapito della coerenza narrativa.

Tra i personaggi, Alastor spicca per carisma e mistero. È l’unico che sembra avere una vera identità, mentre gli altri restano un po’ abbozzati, come se mancasse il tempo (o la voglia) di approfondirli.
Nella seconda stagione, già uscita, forse si è pensato a dare più spazio a questo aspetto, ma non sono così curiosa da verificarlo: mi è bastata la prima.

Nota di merito: il doppiaggio italiano. Una spanna sopra quello americano, riesce a dare ritmo e personalità anche dove la sceneggiatura vacilla.

In definitiva, do un 6 alla serie.
Un voto generoso, lo ammetto, ma che premia l’idea di partenza e lo stile visivo, davvero riusciti. Tutto il resto, però, non mi ha convinta: tra volgarità usate a caso, personaggi poco approfonditi e scelte musicali discutibili, la serie finisce per sprecare il suo potenziale.
Peccato: con un po’ più di cura avrebbe potuto essere molto di più.


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Felpato12

Episodi visti: 9/17 --- Voto 6,5
Più o meno come al solito, mi tocca fare la voce fuori dal coro e “criticare” un fenomeno tanto apprezzato e stimato del pari di “Hazbin Hotel”, di cui, e ve lo dico con il cuore in mano, faccio veramente fatica a comprendere l’enorme successo che ha riscosso negli ultimi mesi.

“Hazbin Hotel” è una serie animata statunitense del 2024 creata da Vivienne Medrano, acquistata e pubblicata da Prime Video, spin-off di “Helluva Boss”, webserie animata e diretta dalla medesima regista. Capirete, dunque, il mio disappunto quando, qui sul sito, ho letto “2019”, sotto la dicitura relativa all’anno di pubblicazione. Una rapida ricerca è bastata per chiarire la questione. L’episodio pilota di “Hazbin Hotel” fu pubblicato proprio nel 2019 e, in origine, doveva essere una commedia per adulti, con un'estetica volgare e demoniaca. Ci vollero più di sei mesi per scrivere l'episodio e più di due anni per animarlo, perché, e questi in pochi lo sanno, il pilot fu realizzato interamente da animatori freelance ed in gran parte finanziato dai followers della Medrano, grazie a Patreon. Dopo l’acquisizione dei diritti della A24 e Bento Box Entertainment, l’annuncio della serie ufficiale avvenne sull’ormai ex Twitter nel 2021 e, così, altri tre anni circa trascorsero prima di vedere il prodotto ultimato. Ovviamente, in questo lasso di tempo, il cast dell’episodio pilota fu in gran parte scartato e alcuni personaggi principali della serie stessa furono ridisegnati. Nasce così, figlia di una produzione abbastanza lunga e travagliata, “Hazbin Hotel”.

Charlie Stella del Mattino, figlia di Lucifero e Lilith, nonché principessa dell'Inferno, si prepara a realizzare il suo sogno: aprire un hotel dove riabilitare i peccatori che popolano l'Inferno. A causa della sovrappopolazione, infatti, l'Inferno deve far fronte ad uno sterminio annuale durante cui gli angeli sterminatori, guidati da Adamo, discendono dal Paradiso e uccidono nuovamente le anime dei peccatori. Charlie desidera trovare una soluzione più pacifica al problema, con la speranza di far uscire i demoni dall'Inferno come anime redente accettabili in Paradiso. Con l'aiuto della sua devota manager e fidanzata Vaggie, e dell'attore pornografico Angel Dust, Charlie è determinata a tramutare il suo sogno in realtà. Ma quando la sua proposta in diretta televisiva va in fumo, il suo piano attira l'attenzione del potente demone della radio Alastor che, nonostante trovi ridicole le sue idee sulla redenzione, vuole aiutare Charlie a gestire l'hotel per il suo divertimento personale.

Fondamentale, per capire la storia ed inquadrare i personaggi, è l’episodio pilota di cui sopra, che il sottoscritto ha visto soltanto a metà serie. Cosa che, ovviamente, seppur in minima parte, ne ha inficiato la visione. Non riuscire a comprendere quali fossero le relazioni tra i personaggi è stato abbastanza frustrante e, per quanto il pilot sia facilmente reperibile su YouTube, anche doppiato in italiano, mi chiedo per quale oscuro motivo Prime Video abbia deciso di non caricarlo sulla sua piattaforma. Di questo, sono disposto a farmi carico di circa il 30% delle colpe, non di più. La serie parte con la più classica delle riscritture della storia dell’Inferno e del Paradiso. Non più Adamo ed Eva i primi tra gli uomini, ma Adamo e Lilith, la quale ha finito con lo sposare Lucifero, venendo sostituita dalla ben più conosciuta Eva, che si sarebbe macchiata del celeberrimo peccato originale con Adamo. Frutto dell’amore sbocciato tra Lucifero e Lilith è la protagonista della storia, Charlie Stella del Mattino, che coltiva questo sogno ossimorico: redimere le anime giunte all’Inferno. Nulla di più bizzarro. È possibile per chi, in vita, si è macchiato di atti riprovevoli, tanto da finire all’Inferno, redimersi in morte e vedersi concessa una seconda possibilità di varcare i cancelli dell’Eden? Evidentemente, la risposta alla domanda è sì. Quello della redenzione è, senza dubbio alcuno, il tema fondamentale dell’intera serie. L’Hazbin Hotel nasce da un’idea di Charlie, con lo scopo di provare a redimere alcune, per non dire poche, anime fortunate, tra giocatori d’azzardo, pornoattori tossicodipendenti e sadiche assassine. Proprio i personaggi della storia, nonché ospiti dell’Hazbin Hotel, rappresentano uno dei pochi punti di forza della serie. Carismatici, eccentrici ed attraenti, difficilmente non ne resterete quanto meno affascinati. Ma lì dove quasi tutti impazziscono per Alastor, ancora non ne capisco il perché, io confesso il mio debole per Husk, giocatore d’azzardo incallito, che sotto la scorza dura nasconde un animo buono e gentile. Ovviamente, nulla a che vedere con le uova di Sir Pentious, a mani basse i veri showmen della serie. Inoltre, e questo è un altro punto a favore, quasi tutti i personaggi della serie godono del loro meritato approfondimento, fatta eccezione per la povera Niffty.

Ciò che, invece, non sono proprio riuscito a digerire è l’umorismo spicciolo, tipico degli statunitensi, condito da una quantità impressionante di volgarità. Per l’amor del cielo, le parolacce mi scappano ad ogni ora del giorno e sono il primo a cui un semplice “vaffa”, se pronunciato al momento giusto, fa scompisciare dalle risate, ma non in questo caso. Non nel momento in cui “Hazbin Hotel” si propone come serie che fa del black humor uno dei suoi tratti distintivi, perché, molto semplicemente, quello della Medrano non può essere definito come tale. Io adoro il black humor e ne faccio uso in continuazione con i miei amici, per questo posso assicurarvi che va ben oltre il semplice scambio di parolacce. Ecco, molto semplicemente, mi aspettavo di vedere una serie in cui finalmente, in barba al politically correct, potessi trovare battute di quell’umorismo nero a me tanto affine e mi sono ritrovato in mano con questa roba, un autentico pugno di mosche. Delusione totale. Eppure, niente in confronto a quella che per me è la vera criticità della serie: le canzoni. Mi rendo conto che sia un problema strettamente personale, ma io odio veramente i musical. L’unico che sono riuscito a vedere in tutta la mia vita è stato “La Bella e la Bestia” e solamente perché la protagonista, come ben sapete, è interpretata da Emma Watson. Una canzone a puntata sarebbe bastata per farmi venire l’orticaria, figurarsi tre. Ciò non toglie, e va detto per onestà intellettuale, che alcune io le abbia trovate quanto meno orecchiabili, seppur sempre fastidiose.

[g]Attenzione: spoiler.[/g]

Infine, arriviamo al finale. Nelle ultime due puntate, il fondamento stesso della serie viene a crollare miseramente. Vedendosi costretti dalla strenua opposizione di Adamo & Co., Charlie e i ragazzi decidono di dichiarare guerra agli angeli. Non che l’idea mi sia dispiaciuta o che, oggettivamente, loro avessero altre possibilità, ma dopo tutto il pippone sulla redenzione, secondo me, si poteva e doveva fare meglio. Quanto meno, cercare una soluzione che fosse più equilibrata e non pendesse da un solo ago della bilancia. Per dirla meglio: si passa dal bianco al nero, senza prendere in considerazione il grigio. Per quanto, poi, è altrettanto vero che Charlie aveva già abbondantemente dimostrato, con l’esempio di Angel, che la redenzione è effettivamente possibile anche per la più infima delle anime. Non mi soffermo, invece, sui combattimenti in sé, perché alcuni passaggi, da amante dei battle manga, mi hanno lasciato parecchio perplesso, ma ovviamente “Hazbin Hotel” si propone come qualcosa di completamente diverso e, quindi, almeno su questo, posso soprassedere.

[g]Fine spoiler.[/g]

Piccolo plauso per il character design, accattivante e di impatto, anche se sostanzialmente in linea con le serie animate statunitensi degli ultimi anni.

Per tirare le somme, a mio modesto avviso, “Hazbin Hotel” non è uno di quegli anime da vedere assolutamente, ma a cui, se vi dovesse capitare, potreste certamente dare un’occasione.


 1
HakMaxSalv92

Episodi visti: 9/17 --- Voto 9
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Introduzione e sinossi
Preparatevi a sganasciarvi dalle risate: ogni frame di questa vicenda è un continuo vortice fatto di casino, volgarità, oscenità misti a comportamenti manipolatori, intimidatori, minacciosi, aggressivi sospesi tra il disponibile e il maniacale; fra il menefreghismo e l'indolenza. Abbiamo di tutto: lesbiche, attrici porno, piccole bimbette maniache in stile Shining, boss narcisisti dediti al mobbing ed allo sfottò facile; genitori menefreghisti che tornano occasionalmente, angeli più infami e scorretti dei demoni stessi, creature dedite alle attività più scellerate e vergognose, senza pudore, senza pentimento e/o alcuna possibilità di redenzione. Il tutto condito da torpiloquio estremo e ricorrente nel frasario dei personaggi, violenza esplicita per soddisfare il proprio piacere. Insomma, un vero "inferno" se possiamo definirlo così. Ma tutto questo sta forse per cambiare?! Infatti, la nostra protagonista Charlie Morningstar, è decisa ad aprire l'Hazbin Hotel per dimostrare che anche i peccatori meritano una seconda possibilità. Purtroppo nessuno, (a parte qualche amico) è disposto a crederle. Ma lei non si arrende e prova tutte le vie possibili per fare in modo di far marciare la cosa. Presto scoprirà che non è così semplice: ai pian alti in Paradiso vogliono che questo non avvenga usando la propria purezza e nobiltà come giustificazioni per annientare la gente dell'Inferno. Charlie si ritrova quindi a dover prendere in mano la propria vita nelle proprie mani insieme a quelle dei suoi amici ed affrontare le sue incertezze, paure ed insicurezze per poter guidare una resistenza ardita e feroce nella speranza di poter raggiungere il suo obiettivo di dimostrare che anche le anime più nere possono essere salvate.

Grafica e stile
Anche se il prodotto è distribuito dalla Amazon Prime Video, la grafica ricorda quella dei cartoni animati Disney; marchio inconfondibile della vicenda sono infatti anche le battute, doppi sensi e le canzoni stile musical sia d'assolo che in coppia, ma c'è una novità che proprio definire novità è un tantino azzardato, ovvero la descrizione di temi come pornografia, prostituzione, ludopatia e violenza più o meno esplicita uniti all'impiego di un registro linguistico scurile e pesante, il quale però descrive perfettamente i temi approfonditi e le situazioni che li rappresentano e che quindi segnano un punto di svolta. Questa unione di stile Disney, puro ed innocente con la volgarità costituisce l'elemento chiave per lo sviluppo potente della vicenda, la quale si fa forte dell'esuberanza dei protagonisti per scatenare il riso dello spettatore.

Personaggi
Vivienne Medrano, ideatrice della serie, ha voluto parlare di temi scottanti senza tanti peli sulla lingua, in quanto già da giovane metteva in discussione i temi della Bibbia e si è ispirata a queste contestazioni per creare i personaggi di Charlie ed anche Vaggie perché li considera parte di sé stessa. Gli altri personaggi sono presi qua e là dalla tradizione favolistica e fiabesca o di Halloween e dalla tradizione mitologica per creare un panorama completo e senza tralasciare nessuno.

Colonna sonora
La colonna sonora è esilarante e trascina lo spettatore in un vortice di risate, proprio per via del fatto che i testi contengono molto torpiloquio che descrive in maniera diretta, chiara ed inequivocabile la tragicità e drammaticità delle situazioni rappresentate e quindi lo spettatore ci si immedesima facilmente. Lo stile "musical della Disney" conferisce alla trama quella sua piccola patina di leggerezza e di innocenza che serve anche a ricordare che la vicenda ha anche un lato sensibile e che dentro di noi c'è una persona ferita che sta cercando di guarire da ciò che si porta dentro e/o che quasi sempre si deve imparare a conviverci se vuole stare bene.

Messaggi e insegnamenti
La vicenda mira a criticare quel sistema di credenze tradizionali che ancora oggi plasma la gran parte della società e che vorrebbe che i demoni perissero all'Inferno e gli angeli si godessero la propria beatitudine in Paradiso. Infatti i ruoli sono scambiati e questo per far capire allo spettatore che non ci deve essere una polarizzazione estrema dei ruoli nella dicotomia bene-male. Abbiamo Charlie che nonostante si una principessa infernale, è di buon cuore e grande forza di volontà, mentre ad esempio Adamo, pur essendo un angelo, è egoista, maleducato, prepotente, saccente, arrogante. Poi abbiamo la maggior parte dei demoni che sembrano malvagi, ma in realtà si comportano così perché si sono trovati in circostanze disperate che li hanno costretti a fare delle scelte di cui non vanno fieri e di cui portano il peso. Gli angeli sono per la maggior parte a favore della neutralità, mentre c'è chi come Lute non dimostra alcuna pietà e ritiene che la salvezza possa essere ottenuta solo con un comportamento irreprensibile nella vita terrena e poi con l'obbedienza ai valori di correttezza e ai principi che regolano una vita onesta, sincera e retta. Abbiamo i Signori Supremi dell'Inferno e ciascuno di loro si dedica al proprio business; purtroppo alcuni vorrebbero strafare e sarebbero disposti a tutto pur di ottenere ciò che vogliono, mentre altri sono più avveduti e assennati. Nelle gerarchi angeliche del Paradiso alcuni hanno dei dubbi sull'efficacia delle purghe degli esorcisti angelici, ma sono comunque tenuti a mantenere le apparenze per non perdere la faccia di fronte all'opinione pubblica del Paradiso. Quindi occorre prestare attenzione alle sfumature, perché le persone non sono mai quello che sembrano, bensì sono quello che scelgono e decidono di fare (e che quasi sempre nascondono). Possiamo dunque affermare che questa serie mette a nudo quella componente ipocrita ed in particolare si serve dei personaggi come Adamo e Lute per mettere in luce tale ipocrisia; Adamo fa solamente finta di prodigarsi per una vita retta ed onesta, ma dentro di sé cova un rancore ed una sete di vendetta enormi per il fatto che Lilith l'abbia mollato proprio a causa della sua personalità snob e priva di qualsiasi forma di empatia e si sia messa con Lucifero che al contrario voleva cambiare l'universo con le sue idee per renderlo un posto migliore. Di conseguenza possiamo anche affermare che questa serie, nella sua volgarità e ribaltamento dei ruoli, ci invita a rivedere la nostra interpretazione della fede e non aderire acriticamente alla causa folle a chi si erge a "salvatore del mondo" (sindrome del Messia) e poi scatena una carneficina.

Giudizio finale
Una piccola opera audace, molto aggressiva, dinamica che grazie alla sua volgarità, alla sua oscenità ed al fatto di trattare temi espliciti senza tanti giri di parole, riesce a dirompere e ad uscire dagli schemi preconfezionati, riuscendo comunque ad imparitire i giusti insegnamenti, accostandosi ad un pubblico (soprattutto quello di giovani), il quale è attratto da queste tematiche e richiede qualcosa che riesca a soddisfare la sua richiesta sempre più pressante e che possa in un certo senso soddisfarla.

Collegamenti con altre opere
Per i temi trattati (la dicotomia bene-male e il ribaltamento dei ruoli in questo binomio), io accosterei questa serie indubbiamente ad altre come la "Famiglia Addams", "Scooby Doo" e le altre serie di Hanna & Barbera a tema horror, oltre che ad opere fumettistiche come "Sacro & Profano" oppure anche cartoni animati della produzione nostrana come "Angel's Friends"

Voto finale
Si confida in stagioni successive per quanto concerne questa serie, di cui questa prima stagione pone delle ottime premesse.
Voto: 9


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GialluGamer97

Episodi visti: 9/17 --- Voto 10
È veramente stupendo, geniale! L'ho trovato interessantissimo.

La storia, la caratterizzazione dei personaggi, ogni singolo dettaglio, veramente ben realizzato. Tratta anche parecchie tematiche importanti tra cui quella dell'LGBT e mamma mia, quanto ho adorato che la protagonista fosse lesbica! Poi è divertentissimo. L'umorismo di quest'opera è veramente senza senso! È parecchio volgare, ma ci sta a pennello! L'opera si presenta principalmente come un musical. Ogni episodio è diviso in due parti, e ognuna di esse ha una sua canzone e devo dire tutte molto fighe. Sono presenti i doppiaggi di innumerevoli lingue, io personalmente l'ho visto in italiano, ma ho dato un'occhiata anche all'inglese, la lingua madre, e al giapponese, e ammetto di che sono tutti veramente ottimi, sia come doppiatori che come cantanti. Poi vabbè, il giapponese mi ha fatto sciogliere. Comunque veramente complimentoni, non mi aspettavo un cast italiano di così alto livello. Inizialmente mi aveva infastidito che le canzoni fossero state doppiate, ma poco dopo ne ho trovato il senso, sicuramente rende la visione più immersiva e come già detto ogni canzone è cantata egregiamente.

Riguardo i disegni son stupendi e anche le animazioni non mi sono sembrate per nulla male. Ammetto che ne vorrei non una, non due, non tre, ma neanche quattro stagioni sequel. È un'opera di cui non vorrei mai vedere la fine. Anche se ovviamente, per com'è finita questa serie, una seconda è d'obbligo. Comunque per chi non ne avesse avuto abbastanza, può recuperare su YouTube le due serie di Helluva Boss, della stessa autrice, anche quelle di alto livello.


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CookieG

Episodi visti: 9/17 --- Voto 9,5
Capolavoro artistico che riesce allo stesso tempo a essere: inquietante, stravagante, buffo, ma comunque dolce e affascinante.
La componente artistica è eccezionale e il mondo creato da Vivienne, di cui fa parte la serie, sprizza dettagli e Lore nascosta in ogni angolo, anche la più insignificante particolarità di qualche frame della serie contiene dettagli affascinanti.
La componente musicale è fatta su misura per chi non apprezza propriamente il genere, con canzoni che vanno dalla banale canzoncina da serie tv a perle musicali.
Nota ulteriore per il doppiaggio italiano che a tratti risulta addirittura migliore rispetto a quello originale, i doppiatori amano i loro personaggi e si immedesimano creando un risultato eccezionale.
L'unico lato negativo che non gli fa guadagnare il 10 pieno è l'uso piuttosto diffuso di cliché da serie tv comica di cui fa uso in alcuni contesti.