Wistoria: Wand and Sword
Che il peso di “Harry Potter” si faccia sentire eccome nell’animazione giapponese è una cosa che ho evidenziato in varie recensioni, e “Wistoria: Wand and Sword” ne è l’ennesimo caso. Se “The Seven Spellblades” puzzava un po' di plagio, qui siamo, a mio avviso, alla parodia. Ma andiamo con ordine.
Tutto comincia con un tema classico giapponese, ovvero una solenne promessa fatta da bambini. Will, il protagonista, ha infatti promesso alla sua migliore amica d’infanzia che un giorno la raggiungerà, che sarà un magia vander anche lui. Ovvero uno dei cinque maghi più potenti del mondo, con relative altissime responsabilità verso il mondo stesso. Al che si iscrive all’accademia di magia e inizia la sua particolarissima vita, una vita da predestinato… al disastro. Le materie sono infatti sostanzialmente tre, ovvero magia teorica, magia pratica e attività extracurricolari. Ma se in teoria è un genio, nella pratica non riesce a compiere nemmeno il più semplice degli incantesimi, così deve ammazzarsi, quasi letteralmente, nelle attività extra, per poter ottenere abbastanza punti per restare in corso. In altre parole, affronta il dungeon sotto la scuola, dato che nella scherma è così bravo che sembra davvero un maestro Jedi o il cugino di Kirito, come preferite. Ovviamente, ha due amici che lo sostengono e che ricordano Ron e Hermione, un professore che sembra Piton e che lo odia, e una valanga di compagni che da perfetti Serpeverde lo disprezzano in ogni modo. Certo, la storia è solo all’inizio, ma è impossibile non notare la debolezza della trama, il già visto, il non avere la serietà di “The Seven Spellblades”, ma di non essere nemmeno una vera parodia.
La grafica è davvero ottima, specialmente in certi episodi, al pari della regia; buone le sigle, ma, alla fine, siamo in presenza di un’opera debole, che non si capisce se voglia essere seria o comica, e non è nessuna delle due cose. Non so se augurarmi una seconda stagione o meno, ma, comunque, siamo al quattro.
P. S. Una volta tanto abbiamo una scuola di magia frequentata alla pari da ragazzi e ragazze.
Tutto comincia con un tema classico giapponese, ovvero una solenne promessa fatta da bambini. Will, il protagonista, ha infatti promesso alla sua migliore amica d’infanzia che un giorno la raggiungerà, che sarà un magia vander anche lui. Ovvero uno dei cinque maghi più potenti del mondo, con relative altissime responsabilità verso il mondo stesso. Al che si iscrive all’accademia di magia e inizia la sua particolarissima vita, una vita da predestinato… al disastro. Le materie sono infatti sostanzialmente tre, ovvero magia teorica, magia pratica e attività extracurricolari. Ma se in teoria è un genio, nella pratica non riesce a compiere nemmeno il più semplice degli incantesimi, così deve ammazzarsi, quasi letteralmente, nelle attività extra, per poter ottenere abbastanza punti per restare in corso. In altre parole, affronta il dungeon sotto la scuola, dato che nella scherma è così bravo che sembra davvero un maestro Jedi o il cugino di Kirito, come preferite. Ovviamente, ha due amici che lo sostengono e che ricordano Ron e Hermione, un professore che sembra Piton e che lo odia, e una valanga di compagni che da perfetti Serpeverde lo disprezzano in ogni modo. Certo, la storia è solo all’inizio, ma è impossibile non notare la debolezza della trama, il già visto, il non avere la serietà di “The Seven Spellblades”, ma di non essere nemmeno una vera parodia.
La grafica è davvero ottima, specialmente in certi episodi, al pari della regia; buone le sigle, ma, alla fine, siamo in presenza di un’opera debole, che non si capisce se voglia essere seria o comica, e non è nessuna delle due cose. Non so se augurarmi una seconda stagione o meno, ma, comunque, siamo al quattro.
P. S. Una volta tanto abbiamo una scuola di magia frequentata alla pari da ragazzi e ragazze.
Il battle shonen è un sotto-genere narrativo nato circa negli anni '80. Nel corso del tempo lo abbiamo visto nelle più svariate declinazioni: ci sono battle shonen che si concentrano di più sui combattimenti, altri sul worldbuilding e altri ancora sui personaggi dai poteri sempre diversi e particolari. Senza contare la quantità di serie popolari che nel corso del tempo sono diventati veri e propri cult o fenomeni di massa. Insomma, parliamo di un sotto-genere molto inflazionato composto da almeno un centinaio di titoli.
"Wistoria: Wand and Sword" è solo uno dei tanti, un compitino fatto scopiazzando qua e là. Ma andiamo con ordine.
La storia segue le vicende di Will, un ragazzo incapace di utilizzare anche il più semplice degli incantesimi, che frequenta l'accademia di magia al fine di essere riconosciuto come Magia Vander, e ascendere alla Torre del mago per mantenere la promessa fatta alla sua amica d'infanzia lì presente. L'inghippo è chiaro fin da subito, come può un ragazzo incapace di usare la magia frequentare una scuola che ha come fine addestrare nuovi maghi? Ebbene, ci viene presto spiegato che esiste un sistema di crediti per l'uccisione di mostri nel dungeon, che il nostro protagonista non affronterà con la bacchetta, bensì con la spada, grazie alle sue straordinarie abilità fisiche. La storia si basa unicamente su questo: il protagonista viene deriso da compagni e professori per la sua mancanza di abilità magiche e dovrà cercare di farsi un nome grazie alla sua forza spropositata. Insomma, una sorta di storia sull'accettazione della forza fisica in un mondo dominato dalla magia.
La premessa non sarebbe neanche così male, se non fosse che praticamente tutto il cast di personaggi (ad eccezione delle classiche macchiette che sostengono il protagonista) è odioso e arrogante a livelli inimmaginabili, cosa che alla lunga rende molto difficile la sospensione dell'incredulità, dato che i loro comportamenti sono spesso fin troppo esasperati anche di fronte all'evidente forza del protagonista. Il sentore di "già visto" permane durante tutta la durata della serie, che risulta un'accozzaglia di elementi stereotipati tenuti insieme da una sceneggiatura a conti fatti molto povera.
Sul lato tecnico, "Wistoria: Wand and Sword" è altalenante, ci sono parti in cui le animazioni sono realizzate molto bene (nei primi episodi soprattutto), altre abbastanza grezze, tuttavia mi sento di dire che la qualità non scende mai a livelli bassi.
In conclusione, ritengo che "Wistoria: Wand and Sword" sia un titolo molto sotto la media: non regge il confronto con troppi battle shonen e le mancanze, in sceneggiatura e originalità, lo fanno sprofondare nell'oblio delle serie sconsigliate; neanche il lato tecnico, che raggiunge picchi di alto livello, riesce a convincermi del contrario, anzi, per come la vedo io, si tratta di una grossa occasione sprecata.
"Wistoria: Wand and Sword" è solo uno dei tanti, un compitino fatto scopiazzando qua e là. Ma andiamo con ordine.
La storia segue le vicende di Will, un ragazzo incapace di utilizzare anche il più semplice degli incantesimi, che frequenta l'accademia di magia al fine di essere riconosciuto come Magia Vander, e ascendere alla Torre del mago per mantenere la promessa fatta alla sua amica d'infanzia lì presente. L'inghippo è chiaro fin da subito, come può un ragazzo incapace di usare la magia frequentare una scuola che ha come fine addestrare nuovi maghi? Ebbene, ci viene presto spiegato che esiste un sistema di crediti per l'uccisione di mostri nel dungeon, che il nostro protagonista non affronterà con la bacchetta, bensì con la spada, grazie alle sue straordinarie abilità fisiche. La storia si basa unicamente su questo: il protagonista viene deriso da compagni e professori per la sua mancanza di abilità magiche e dovrà cercare di farsi un nome grazie alla sua forza spropositata. Insomma, una sorta di storia sull'accettazione della forza fisica in un mondo dominato dalla magia.
La premessa non sarebbe neanche così male, se non fosse che praticamente tutto il cast di personaggi (ad eccezione delle classiche macchiette che sostengono il protagonista) è odioso e arrogante a livelli inimmaginabili, cosa che alla lunga rende molto difficile la sospensione dell'incredulità, dato che i loro comportamenti sono spesso fin troppo esasperati anche di fronte all'evidente forza del protagonista. Il sentore di "già visto" permane durante tutta la durata della serie, che risulta un'accozzaglia di elementi stereotipati tenuti insieme da una sceneggiatura a conti fatti molto povera.
Sul lato tecnico, "Wistoria: Wand and Sword" è altalenante, ci sono parti in cui le animazioni sono realizzate molto bene (nei primi episodi soprattutto), altre abbastanza grezze, tuttavia mi sento di dire che la qualità non scende mai a livelli bassi.
In conclusione, ritengo che "Wistoria: Wand and Sword" sia un titolo molto sotto la media: non regge il confronto con troppi battle shonen e le mancanze, in sceneggiatura e originalità, lo fanno sprofondare nell'oblio delle serie sconsigliate; neanche il lato tecnico, che raggiunge picchi di alto livello, riesce a convincermi del contrario, anzi, per come la vedo io, si tratta di una grossa occasione sprecata.
