Mononoke - il film 2: le ceneri dell'ira
Dopo il grande primo assaggio in salsa cinematografica rivelatosi l'anno precedente, torniamo a setacciare gli ampi corridoi dell'Õoku nuovamente sul punto di crollare a causa dell'accensione delle spettrali fiamme del rancore.
Come già percepito nel finale del primo capitolo, la furia di un nuovo Mononoke si ripresenta, all'alba di un nuovo, grande fervore che si sta alimentando un mese dopo i disastrosi eventi della prima infestazione, che non ha offuscato né tantomeno indebolito la crescente lotta per il potere che stavolta si scatena appieno tra le principali concubine, o meglio ancora tra le casate che esse rappresentano, in particolare quella di Fuki, amante prediletta che pretenderebbe in quanto tale maggior potere e riconoscimento, soprattutto vista la possibilità di generare un erede per il sovrano; il tutto verrà ulteriormente aggravato dal divampare di un misterioso e letale fuoco spettrale che inizia a mietere più vittime che si aggirano attorno a queste svolte.
Esattamente come visto ne Lo Spirito nella Pioggia e nella serie originale, lo sviluppo principale si costruisce intorno allo svelamento dei motivi dietro l'apparizione del Mononoke, ma qui il tutto prende una piega molto più lineare per cui l'atmosfera da giallo soprannaturale viene molto meno in favore di un'azione più chiara e diretta del solito. Questo non depone assolutamente a sfavore del tutto, intendiamoci, in quanto restituisce una trama sempre compatta e perfettamente illustrata, oltre che con una chiusura completa pur ricordandoci che c'è ancora un ultimo capitolo da assaporare per concludere definitivamente il tutto.
E questo sicuramente incide sulle caratteristiche principali di questo 2° film, ovvero l'essere un capitolo di transizione, e quindi meno "denso" in termini d'impatto, ma senza risultare meno profondo o ricco in termini di contenuti o tecnica.
Sull'animazione infatti non posso aggiungere nulla di nuovo, sempre altamente curata in modo così eccezionale da sembrare quasi impossibile, anche se si nota da subito un'impronta più psichedelica rispetto a prima, con conseguente accelerazione del ritmo narrativo (dovuto anche alla durata "risicata" di 1 h e 15) e un uso di alcune porzioni di CGI che, rispetto al precedente capitolo, ho trovato molto meno amalgamate col resto, risultando anche in alcuni momenti confusionari che però non intaccano il risultato generale.
Per il resto, ogni personaggio risulta sempre ben esposto e caratterizzato anche con poco, sia quelli di ritorno dal precedente film come il capo delle guardie Sakashita che gioca un ruolo più rilevante insieme alla nuova direttrice del luogo Botan, e i nuovi come la già citata Fuki, il gruppo di consiglieri incaricati di fare in modo che l'equilibrio del potere rimanga intatto, e anche due nuove concubine che si ritroveranno ad aiutare il nostro Speziale nel contrastare il Mononoke: una di loro, a livello caratteriale, mi ha molto ricordato un certo personaggio che i conoscitori e appassionati del franchise potranno sicuramente intuire.
E parlando proprio di lui, il nostro protagonista svolge sempre al meglio il suo compito, con i veri tocchi d'interesse rappresentati da nuovi indizi finemente seminati lungo il film che, ricollegati a quelli visti ne Lo Spirito nella Pioggia, promettono di portare a grandissime rivelazioni nel terzo atto.
Il che è anche il motivo per cui non mi sento di poter dare di più di quello che potrebbe sembrare un voto fin troppo basso per due opere come queste, che sanno mantenere la propria originalità stilistica e narrativa con tutte le sue forze, ma che essendo appunto ancora all'inizio, con questo 2° ad essere un "intermezzo" molto più contenuto e rapido in attesa della dovuta conclusione (pur riuscendo come detto a chiudere ottimamente il proprio arco, un po' alla Trilogia del Signore degli Anelli), preferisco avere tutto il quadro completo per poi dare un giudizio molto più consapevole e unitario, per l'appunto.
Ma invito comunque chiunque a proseguire a capofitto e senza paura in questa colorata follia di rancori, segreti, pentimenti e rinnovamenti che come il più forte spirito ci accompagneranno per sempre, pronti a consumarci o spronarci senza alcun limiti.
Come già percepito nel finale del primo capitolo, la furia di un nuovo Mononoke si ripresenta, all'alba di un nuovo, grande fervore che si sta alimentando un mese dopo i disastrosi eventi della prima infestazione, che non ha offuscato né tantomeno indebolito la crescente lotta per il potere che stavolta si scatena appieno tra le principali concubine, o meglio ancora tra le casate che esse rappresentano, in particolare quella di Fuki, amante prediletta che pretenderebbe in quanto tale maggior potere e riconoscimento, soprattutto vista la possibilità di generare un erede per il sovrano; il tutto verrà ulteriormente aggravato dal divampare di un misterioso e letale fuoco spettrale che inizia a mietere più vittime che si aggirano attorno a queste svolte.
Esattamente come visto ne Lo Spirito nella Pioggia e nella serie originale, lo sviluppo principale si costruisce intorno allo svelamento dei motivi dietro l'apparizione del Mononoke, ma qui il tutto prende una piega molto più lineare per cui l'atmosfera da giallo soprannaturale viene molto meno in favore di un'azione più chiara e diretta del solito. Questo non depone assolutamente a sfavore del tutto, intendiamoci, in quanto restituisce una trama sempre compatta e perfettamente illustrata, oltre che con una chiusura completa pur ricordandoci che c'è ancora un ultimo capitolo da assaporare per concludere definitivamente il tutto.
E questo sicuramente incide sulle caratteristiche principali di questo 2° film, ovvero l'essere un capitolo di transizione, e quindi meno "denso" in termini d'impatto, ma senza risultare meno profondo o ricco in termini di contenuti o tecnica.
Sull'animazione infatti non posso aggiungere nulla di nuovo, sempre altamente curata in modo così eccezionale da sembrare quasi impossibile, anche se si nota da subito un'impronta più psichedelica rispetto a prima, con conseguente accelerazione del ritmo narrativo (dovuto anche alla durata "risicata" di 1 h e 15) e un uso di alcune porzioni di CGI che, rispetto al precedente capitolo, ho trovato molto meno amalgamate col resto, risultando anche in alcuni momenti confusionari che però non intaccano il risultato generale.
Per il resto, ogni personaggio risulta sempre ben esposto e caratterizzato anche con poco, sia quelli di ritorno dal precedente film come il capo delle guardie Sakashita che gioca un ruolo più rilevante insieme alla nuova direttrice del luogo Botan, e i nuovi come la già citata Fuki, il gruppo di consiglieri incaricati di fare in modo che l'equilibrio del potere rimanga intatto, e anche due nuove concubine che si ritroveranno ad aiutare il nostro Speziale nel contrastare il Mononoke: una di loro, a livello caratteriale, mi ha molto ricordato un certo personaggio che i conoscitori e appassionati del franchise potranno sicuramente intuire.
E parlando proprio di lui, il nostro protagonista svolge sempre al meglio il suo compito, con i veri tocchi d'interesse rappresentati da nuovi indizi finemente seminati lungo il film che, ricollegati a quelli visti ne Lo Spirito nella Pioggia, promettono di portare a grandissime rivelazioni nel terzo atto.
Il che è anche il motivo per cui non mi sento di poter dare di più di quello che potrebbe sembrare un voto fin troppo basso per due opere come queste, che sanno mantenere la propria originalità stilistica e narrativa con tutte le sue forze, ma che essendo appunto ancora all'inizio, con questo 2° ad essere un "intermezzo" molto più contenuto e rapido in attesa della dovuta conclusione (pur riuscendo come detto a chiudere ottimamente il proprio arco, un po' alla Trilogia del Signore degli Anelli), preferisco avere tutto il quadro completo per poi dare un giudizio molto più consapevole e unitario, per l'appunto.
Ma invito comunque chiunque a proseguire a capofitto e senza paura in questa colorata follia di rancori, segreti, pentimenti e rinnovamenti che come il più forte spirito ci accompagneranno per sempre, pronti a consumarci o spronarci senza alcun limiti.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Come deducibile dalla recensione del precedente film, ritengo Mononoke uno dei cartoni animati più belli mai realizzati e rimasi molto entusiasta del film, con le sue differenze rispetto alla serie.
Dal punto di vista tecnico questo secondo capitolo segue la scia del precedente, per cui ha un ritmo molto elevato ed è ricchissimo di stimoli. In particolare, i pannelli e le pareti del palazzo sono riempiti di disegni, motivi ed ornamenti, ed è quasi impossibile all’occhio umano notare tutti i dettagli con una sola visione. In qualunque momento possiate fermare lo streaming, ci sarà sempre qualcosa da ammirare. Io poi adoro i dipinti a mano tradizionali giapponesi e trovo veramente appagante esteticamente il modo in cui quest’opera interpreta tale stile (in alcuni momenti vedere la colorazione dei personaggi quasi in trasparenza mi ha fatto impazzire). Da segnalare anche l’uso efficace che viene fatto della CGI, in particolare nella realizzazione del palazzo e del mononoke.
Questo film conferma che tutta la trilogia è ambientata nello stesso luogo, l’Ōoku, dove bruciano rancori. Nel capitolo precedente lo speziale aveva dato l’impressione di non essere giunto lì per il Karakasa e probabilmente anche l’Hinezumi non è il suo obiettivo principale, ma è qualcosa di cui capiremo nel capitolo conclusivo. Possiamo intuire che sia qualcosa che riguardi il ragazzo biondo, che questa volta ci viene rivelato essere un membro del clan Mizorogi preposto alla protezione della divinità dell’acqua. Tra l’altro proprio attraverso tale personaggio, nella scena del primo film in cui egli prova a fumare, ci avevano fatto capire che il fuoco non è ben gradito lì dentro. Non è l’unico riferimento che ho notato, infatti il motivo degli occhi dell’Hinezumi si era visto per un secondo negli occhi di Kame (1:07:40 per chi vuole controllare), lo ricordo perché c’era un’animazione bellissima dei suoi capelli che mi sono rivisto numerose volte.
Entrambi i film hanno una struttura simile, anche se questo secondo capitolo è meno criptico del precedente, che richiedeva un’interpretazione degli stati d’animo dei personaggi e delle loro parole, in particolare per quanto riguarda la metafora del “seccarsi” e il come si giunge a tale stato. In questo caso è chiaro fin dall’inizio quello che sarebbe stato il tema, ovvero i giochi di potere relativi al peso politico, economico e sociale che i clan ottengono attraverso un erede al trono. In entrambi i casi il passato ritorna e questa volta si deve andare più indietro nel tempo, fino a 20 anni prima dove una concubina di nome Suzu fu costretta ad abortire, ma non riuscì a perdonarselo e si diede fuoco. E in ceneri finiscono adesso coloro che hanno intenzione di ostacolare la gravidanza di Fuki, che non è gradita per via del suo ceto di provenienza. E proprio a proposito di perdono, questa volta vediamo lo speziale dire “perdonami” al mononoke dopo averlo eliminato, uno dei pochi se non forse l’unico momento in cui lo vediamo esternare un qualche tipo di emozione.
Protagonista che questa volta ci lascia anche un dettaglio interessante relativo al suo background, di cui sia nella serie, sia nella sua prima apparizione in Ayakashi e sia nel film precedente, ci è stato detto poco. Infatti, nel momento in cui spiega che solo con la spada sacra è possibile eliminare il mononoke, aggiunge che “solo noi possiamo brandire questa spada”. Più tardi ancora aggiunge “ovunque siano apparsi i mononoke, noi li abbiamo affrontati”. Conferma ufficiale che lui non è lo stesso speziale che abbiamo visto nella serie, dove a sua volta potremmo aver visto più speziali dal momento che le storie erano ambientate in epoche diverse.
Nel complesso, nonostante anche questo secondo film sia profondo e per nulla banale nelle trattazioni delle tematiche, probabilmente mi è piaciuto leggermente di più il precedente, sia perché mi fece riflettere molto per tradurne le metafore e i significati più nascosti, sia perché la scena dell’urlo collettivo durante la scoperta della “ragione” mi è rimasta molto impressa.
Tuttavia, confermo il voto enorme, anche perché, se non premio una roba del genere, che cosa dovrei premiare?
Come deducibile dalla recensione del precedente film, ritengo Mononoke uno dei cartoni animati più belli mai realizzati e rimasi molto entusiasta del film, con le sue differenze rispetto alla serie.
Dal punto di vista tecnico questo secondo capitolo segue la scia del precedente, per cui ha un ritmo molto elevato ed è ricchissimo di stimoli. In particolare, i pannelli e le pareti del palazzo sono riempiti di disegni, motivi ed ornamenti, ed è quasi impossibile all’occhio umano notare tutti i dettagli con una sola visione. In qualunque momento possiate fermare lo streaming, ci sarà sempre qualcosa da ammirare. Io poi adoro i dipinti a mano tradizionali giapponesi e trovo veramente appagante esteticamente il modo in cui quest’opera interpreta tale stile (in alcuni momenti vedere la colorazione dei personaggi quasi in trasparenza mi ha fatto impazzire). Da segnalare anche l’uso efficace che viene fatto della CGI, in particolare nella realizzazione del palazzo e del mononoke.
Questo film conferma che tutta la trilogia è ambientata nello stesso luogo, l’Ōoku, dove bruciano rancori. Nel capitolo precedente lo speziale aveva dato l’impressione di non essere giunto lì per il Karakasa e probabilmente anche l’Hinezumi non è il suo obiettivo principale, ma è qualcosa di cui capiremo nel capitolo conclusivo. Possiamo intuire che sia qualcosa che riguardi il ragazzo biondo, che questa volta ci viene rivelato essere un membro del clan Mizorogi preposto alla protezione della divinità dell’acqua. Tra l’altro proprio attraverso tale personaggio, nella scena del primo film in cui egli prova a fumare, ci avevano fatto capire che il fuoco non è ben gradito lì dentro. Non è l’unico riferimento che ho notato, infatti il motivo degli occhi dell’Hinezumi si era visto per un secondo negli occhi di Kame (1:07:40 per chi vuole controllare), lo ricordo perché c’era un’animazione bellissima dei suoi capelli che mi sono rivisto numerose volte.
Entrambi i film hanno una struttura simile, anche se questo secondo capitolo è meno criptico del precedente, che richiedeva un’interpretazione degli stati d’animo dei personaggi e delle loro parole, in particolare per quanto riguarda la metafora del “seccarsi” e il come si giunge a tale stato. In questo caso è chiaro fin dall’inizio quello che sarebbe stato il tema, ovvero i giochi di potere relativi al peso politico, economico e sociale che i clan ottengono attraverso un erede al trono. In entrambi i casi il passato ritorna e questa volta si deve andare più indietro nel tempo, fino a 20 anni prima dove una concubina di nome Suzu fu costretta ad abortire, ma non riuscì a perdonarselo e si diede fuoco. E in ceneri finiscono adesso coloro che hanno intenzione di ostacolare la gravidanza di Fuki, che non è gradita per via del suo ceto di provenienza. E proprio a proposito di perdono, questa volta vediamo lo speziale dire “perdonami” al mononoke dopo averlo eliminato, uno dei pochi se non forse l’unico momento in cui lo vediamo esternare un qualche tipo di emozione.
Protagonista che questa volta ci lascia anche un dettaglio interessante relativo al suo background, di cui sia nella serie, sia nella sua prima apparizione in Ayakashi e sia nel film precedente, ci è stato detto poco. Infatti, nel momento in cui spiega che solo con la spada sacra è possibile eliminare il mononoke, aggiunge che “solo noi possiamo brandire questa spada”. Più tardi ancora aggiunge “ovunque siano apparsi i mononoke, noi li abbiamo affrontati”. Conferma ufficiale che lui non è lo stesso speziale che abbiamo visto nella serie, dove a sua volta potremmo aver visto più speziali dal momento che le storie erano ambientate in epoche diverse.
Nel complesso, nonostante anche questo secondo film sia profondo e per nulla banale nelle trattazioni delle tematiche, probabilmente mi è piaciuto leggermente di più il precedente, sia perché mi fece riflettere molto per tradurne le metafore e i significati più nascosti, sia perché la scena dell’urlo collettivo durante la scoperta della “ragione” mi è rimasta molto impressa.
Tuttavia, confermo il voto enorme, anche perché, se non premio una roba del genere, che cosa dovrei premiare?
