Happy Sugar Life
E’ la storia di Sato, una liceale sedicenne bella e intelligente, tanto da meritare buoni voti senza impegnarsi troppo e che, date le modeste risorse economiche, si mantiene lavorando come cameriera part time. Ma la sua vita cambia quando incontra Shio, una pura ed innocente bambina di circa dieci anni, abbandonata dalla madre come e peggio di una gattina randagia. Sato rimane subito conquistata dalla pura bambina e la porta a vivere con sé, salvandole, di fatto la vita. Ed iniziando con lei un rapporto perverso, in cui ognuna sarà per l’altra la fonte della felicità e di una vita dolce, come lo zucchero. Va da sé che Sato è la principessa dello yandere, dato che la regina è solo Gasai Yuno e non esiterà a fare le peggiori cose, omicidi compresi, per proteggere la sua nuova vita.. La bambina, infatti, conquisterà anche altri cuori e in più, la sua famiglia, riapparirà presto all’orizzonte. Valutare questo manga non è facile. Graficamente è ottimo, sia per grafica che per regia delle tavole. Ma i temi forti, in primis lo yandere ma anche la necessità di essere pieni dentro e non vuoti, la necessità di amare ma anche le conseguenze di un amore malato lo rendono un piatto veramente non facile da digerire. Ma la trasposizione animata, per quanto fedele, ha tolto un aspetto importante di questa storia, una vera chiave di lettura. Ovvero l’approfondimento della vita della madre di Shio e del suo fratello maggiore Asahi. Una storia triste che denuncia come l’amore di una famiglia possa essere inesistente anche se una famiglia la possiedi, poiché nessuno bada veramente a te. E, al contempo, un canto all’amore materno poiché la madre non odierà mai Asahi considerandolo la causa dei suoi problemi. Forse ho detto troppo, ma, il giudizio, comunque, personale, viene nel mio caso influenzato dal fatto che preferisca gli anime ai manga ma, sia come sia, voglio assegnare lo stesso voto che ho dato all’anime ovvero otto.