Il nostro viso era illuminato soltanto dalla luce dello schermo, rigorosamente a tubo catodico. Il suono dei tasti premuti compulsivamente, soprattutto il quadrato e la X, dava ritmo e senso a quel rituale quotidiano che scandiva i pomeriggi, allora infiniti. Erano gli anni ’90, un’epoca in cui il mercato videoludico non si era ancora aperto alla vasta platea di oggi. Un tempo in cui anche le più grandi software house avevano ancora il coraggio di rischiare, sperimentando per spingere oltre i confini del nostro passatempo preferito. Erano gli anni del dominio incontrastato dell’ammiraglia Sony: quella piccola scatola grigia chiamata PlayStation, capace con un colpo solo di rovesciare il potere assoluto che Nintendo deteneva nell’intrattenimento casalingo. La prima PlayStation offriva un catalogo di giochi vasto, variegato e di altissimo livello. Tra i tanti titoli di punta che dominavano il mercato, si nascondevano però anche piccole gemme oggi quasi dimenticate. Ecco quindi cinque platform dell’era PS1 che meritano di essere riscoperti ancora oggi e, chissà, forse un giorno li vedremo tornare sotto una nuova veste, finalmente rimasterizzati.
 
PlayStation Vintage: 5 platform che vale la pena rigiocare
 

40 Winks

Sviluppato da Eurocom Entertainment Software e pubblicato nel 1999, 40 Winks cercava di portare una ventata di novità nel panorama dei platform 3D, ispirandosi ai giganti del genere, primo fra tutti Banjo-Kazooie di Rare. Il gioco riusciva a essere al tempo stesso straniante e familiare, immergendo il giocatore in una sorta di fiaba nera dalle tinte gotiche, a tratti inquietante ma sempre affascinante. L’obiettivo dichiarato del team Eurocom era sfruttare al massimo le potenzialità della prima PlayStation, offrendo al pubblico l’esperienza di un incubo solo all’apparenza infantile. Il mondo di gioco era ricco di ambientazioni diverse e suggestive, e il titolo riusciva a mantenere un buon equilibrio tra varietà di gameplay e coerenza narrativa. Una sfida non da poco, che gli sviluppatori portarono a termine con grande abilità. Purtroppo, nonostante la qualità del progetto, 40 Winks cadde presto nel dimenticatoio e, dopo il suo lancio, se ne parlò sempre meno: un destino ingiusto per un titolo così ambizioso e originale. Il gioco ha vissuto una seconda vita nel 2019 con un’uscita ufficiale su Nintendo 64, a distanza di vent’anni dalla sua creazione. Si tratta di un caso particolare nella storia del retrogaming: la versione per N64 era stata sviluppata ma mai pubblicata all’epoca. Solo grazie a una campagna Kickstarter lanciata dallo studio Piko Interactive, il titolo è stato finalmente distribuito anche per la console Nintendo, con tanto di cartuccia fisica, scatola e manuale in stile retrò. Un colpo di scena che ha dell’incredibile!
 
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Herc's Adventures

Ogni volta che ripenso a questo titolo, una lacrima di malinconia scivola sul mio volto. Come si fa a dimenticare il mitico Herc's Adventures, pubblicato da LucasArts nel 1997? Un action-platform unico nel suo genere, che faceva della parodia e dell’ironia il suo tratto distintivo. Con una grafica deliziosamente cartoonesca e un comparto artistico di prim’ordine, il gioco ci trascinava in un mondo vasto, colorato e sorprendentemente vivo. Un’odissea videoludica che sfidava il giocatore con prove sempre più ardue, senza mai prendersi troppo sul serio. Il titolo ci permetteva di affrontare l’avventura nei panni di tre diversi personaggi — ognuno con abilità specifiche in attacco e difesa — incentivando la rigiocabilità attraverso un level design intelligente e pieno di segreti. Ogni partita poteva essere affrontata in modo diverso, con strategie alternative che rendevano ogni run un’esperienza nuova. Recentemente, Herc's Adventures è stato aggiunto alla raccolta Classici di PlayStation Plus in versione emulata, rendendolo nuovamente accessibile a una nuova generazione di giocatori.
 
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T'ai Fu: Wrath of the Tiger 

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di T'ai Fu. Tutti i videogiocatori appassionati di arti marziali dovrebbero fare mea culpa per non aver mai provato questo grande titolo, sviluppato da DreamWorks Interactive e pubblicato nel 1999. T’ai Fu sprigionava carisma da ogni pixel, mettendo in scena una storia di vendetta e crescita personale che non avrebbe sfigurato accanto a un film di Bruce Lee. Ispirato alla cultura del Kung Fu, il gioco univa meccaniche da picchiaduro a scorrimento con elementi platform, dando vita a un mondo pericoloso ma incredibilmente affascinante. Il protagonista, un giovane tigrotto determinato a vendicare la propria stirpe, trasmetteva al giocatore tutta la sua forza attraverso il joypad. Ogni scontro era una danza di combo, potenziamenti e abilità acquisite nel tempo, che andavano a costruire un gameplay solido, gratificante e profondamente coinvolgente. Nonostante la qualità indiscutibile, anche T’ai Fu finì presto nel dimenticatoio, senza che nessuno gli concedesse la possibilità di un ritorno in grande stile. Eppure, aveva tutte le carte in regola per diventare un cult.
 
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Pandemonium! & Pandemonium! 2 

Sì, lo so: tecnicamente sono due titoli distinti, ma li considero un tutt’uno perché Pandemonium! e il suo seguito rappresentano, più che un’evoluzione, una vera e propria continuità creativa. Entrambi sviluppati da Crystal Dynamics, sono forse le opere più eccentriche e anarchiche mai partorite dal team — piccoli gioielli in cui follia e nonsense regnano sovrani senza alcun freno. Un po’ Alice nel Paese delle Meraviglie, un po’ delirio lisergico in salsa platform, Pandemonium! stupiva per la costruzione dei livelli, surreali e imprevedibili, ma sempre divertenti e capaci di sorprendere. La libertà creativa concessa al team si percepisce in ogni angolo del gioco: dalla direzione artistica sgargiante ai personaggi sopra le righe, fino al gameplay 2.5D che mescolava azione e salti con un ritmo incalzante. Col tempo, questi due titoli hanno guadagnato lo status di cult — e con pieno merito. Eppure, nessuno ha ancora pensato di riproporli in versione rimasterizzata. Un vero peccato, perché al netto dei limiti tecnici dell’epoca, il fascino straniante e quasi ipnotico di Pandemonium! rimane intatto ancora oggi. Rigiocarlo è un piacere, quasi un atto di ribellione contro l’omologazione videoludica contemporanea. Chissà, forse un giorno tornerà a far parlare di sé, magari su nuove piattaforme, pronto a incantare un’altra generazione di giocatori.
 
PlayStation Vintage: 5 platform che vale la pena rigiocare

Muppet Monster Adventure 

Tutti conoscono le iconiche marionette nate dalla mente geniale di Jim Henson, ma forse non tutti sanno che nel 2000 Sony Computer Entertainment pubblicò un platform interamente dedicato a loro. Non si trattava di un titolo rivoluzionario o tecnicamente all’avanguardia, ma in fondo non era quello l’obiettivo degli sviluppatori di Magenta SoftwareMuppet Monster Adventure prendeva spunto dal colosso Super Mario 64, pur distanziandosi quanto bastava per costruire una propria identità. La licenza Muppet venne utilizzata in modo intelligente e creativo, immergendo i celebri personaggi in un’avventura dai toni sorprendentemente cupi, quasi horror, ma sempre pervasa da quell’umorismo surreale che li contraddistingue. Il protagonista era Robin, il piccolo ranocchio nipote di Kermit, chiamato a salvare i suoi amici trasformati in versioni mostruose di se stessi: vampiri, lupi mannari, mummie e altri cliché dell’immaginario horror. Il tutto, però, veniva raccontato con leggerezza e ironia, mantenendo intatto lo spirito scanzonato dei Muppet. Stranamente, oggi quasi nessuno si ricorda della sua esistenza. Eppure, chi ci ha passato anche solo qualche pomeriggio lo conserva nel cuore con un sorriso nostalgico. Un piccolo tesoro nascosto della prima PlayStation, che meriterebbe quantomeno di essere riscoperto.
 
PlayStation Vintage: 5 platform che vale la pena rigiocare

Questi sono i 5 platform per PlayStation che meritano davvero di essere riscoperti. Li conoscevi già?
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