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NOTA PER I MODERATORI: la mini-recensione era già andata in una notizia dedicata ai vincitori del FEFF nel 2024.
Toccante e affilato, poetico e crudele: se ai botteghini di Hong Kong ha saputo conquistarsi un inaspettato terzo podio dei film coi maggiori incassi di tutto il 2023, la pellicola Time still turns the pages di Nick Cheuk (ospite della rassegna Far East Film Festival nel 2024) è riuscita a far trattenere il respiro anche ai presenti nel Teatro Nuovo a Udine, emozionando a più riprese.
La pellicola sa ritrarre con delicatezza e attenzione la smarrita difficoltà fisica e psicologica di chi a Hong Kong è costretto a crescere imbrigliato tra le maglie di un sistema educativo e familiare freddo e stringente.
Il tema del suicidio giovanile, che si dipana lento e inesorabile durante la toccante pellicola, assume un'intensità del tutto particolare, senza mai voler scadere nella retorica né nel sentimentalismo. Cheuk si è d'altronde dedicato sentitamente su questo progetto, che risulta la sua opera prima a livello di lungometraggio e che riesce a tenere avvinto lo spettatore sino alla fine. Per Cheuk è un film anche personale, avendo tratto l'idea della pellicola dalla morte di un caro amico ai tempi dell'università, ed essendo inoltre uno degli interessanti personaggi secondari ispirato proprio al sé stesso liceale.
Gli attori, grandi e piccoli, danno prova di interpretazioni penetranti, partendo da Muk Ngok Wong (Sean Wong) sul piccolo Eli Cheng, capace di rendere vive nelle sue espressioni un tormento e un disorientamento che fanno accartocciare il cuore. Oltre a lui, risalta su tutti lo sfaccettato protagonista Mr. Cheng di Chun Yip Lo (Siuyea Lo), collega e amico di Cheuk e anch'egli toccato dal medesimo lutto nei giorni universitari, e del padre di lui reso da un eccellente Ronald Cheng Chung-kei.
Il film riesce a gridare (letteralmente e non) in maniera al contempo straziante e composta.
Un film lucido, capace di sostenere un ritmo pacatamente incalzante; da vedere senza riserve, non privi di fazzoletti alla mano, ma senza timore: un caldo tepore di speranza, infatti, resterà nello spettatore anche a distanza di tempo dalla visione.