Recensione
Tales of Taipei
8.5/10
NOTA PER I MODERATORI: la mini-recensione era già andata in una notizia dedicata al FEFF 2024.
Tales of Taipei è un ottimo film collettivo a episodi, molto diversi tra loro ma legati dalla tematica di fondo dell'amore e dei legami, e dall'ambientazione nella città di Taipei.
Episodi tutti belli, ognuno a modo suo, ma quelli che più ho apprezzato sono 4. In ordine sparso "Midsummer Serpent", che si è distinto per la sua trama fantasy suggestiva e un po' spiazzante; "Let me be your baby" che descrive l'incontro nel cuore della notte tra due musicisti costretti dalla pandemia a reinventarsi; "Hold my beer", l'unico episodio che gioca sulla commedia e sull'equivoco, e lo fa in modo credibile e spassoso per tutta la sua durata.
Molto bello è stato anche "Good luck to you" nella sua rappresentazione essenziale e toccante dei legami familiari e dei ricordi. Ma ho apprezzato molto anche gli altri, come "The good fortune" che parla di due uomini soli che si incontrano per caso, condividendo del tempo e creando un flebile legame. Mentre "The imaginary child", è stato invece toccante e coraggioso e ha saputo affrontare un tema difficile e complesso, da un punto di vista inusuale. Coraggioso è stato anche l'approccio registico in "Breeder", al limite dello sperimentale, ma godibile.
Forse l'episodio che ho trovato meno forte dal punto di vista emozionale, ma altrettanto interessante, è stato "Papa in law", nel quale una ragazza accompagna il suocero a vaccinarsi e poi si confida con lui. Poetici il primo: "Farewell, my Tamsui", su una vedova expat, e l'ultimo, "Paper round" che vede un palazzo in demolizione ingegnarsi per "salutare" Taipei con l'aiuto del fattorino che ci ha accompagnato in giro per la città.
Nel complesso quindi "Tales of Taipei" mi ha convinto come film collettivo. E' riuscito ad essere, oltre che una somma, anche un insieme di registi e di registri differenti e ha saputo restituire una moltitudine di colori e di emozioni a tratti anche spiazzanti. Bello perché sa essere sia cerebrale che spontaneo e a tratti intimista e toccante. Consigliato.
Tales of Taipei è un ottimo film collettivo a episodi, molto diversi tra loro ma legati dalla tematica di fondo dell'amore e dei legami, e dall'ambientazione nella città di Taipei.
Episodi tutti belli, ognuno a modo suo, ma quelli che più ho apprezzato sono 4. In ordine sparso "Midsummer Serpent", che si è distinto per la sua trama fantasy suggestiva e un po' spiazzante; "Let me be your baby" che descrive l'incontro nel cuore della notte tra due musicisti costretti dalla pandemia a reinventarsi; "Hold my beer", l'unico episodio che gioca sulla commedia e sull'equivoco, e lo fa in modo credibile e spassoso per tutta la sua durata.
Molto bello è stato anche "Good luck to you" nella sua rappresentazione essenziale e toccante dei legami familiari e dei ricordi. Ma ho apprezzato molto anche gli altri, come "The good fortune" che parla di due uomini soli che si incontrano per caso, condividendo del tempo e creando un flebile legame. Mentre "The imaginary child", è stato invece toccante e coraggioso e ha saputo affrontare un tema difficile e complesso, da un punto di vista inusuale. Coraggioso è stato anche l'approccio registico in "Breeder", al limite dello sperimentale, ma godibile.
Forse l'episodio che ho trovato meno forte dal punto di vista emozionale, ma altrettanto interessante, è stato "Papa in law", nel quale una ragazza accompagna il suocero a vaccinarsi e poi si confida con lui. Poetici il primo: "Farewell, my Tamsui", su una vedova expat, e l'ultimo, "Paper round" che vede un palazzo in demolizione ingegnarsi per "salutare" Taipei con l'aiuto del fattorino che ci ha accompagnato in giro per la città.
Nel complesso quindi "Tales of Taipei" mi ha convinto come film collettivo. E' riuscito ad essere, oltre che una somma, anche un insieme di registi e di registri differenti e ha saputo restituire una moltitudine di colori e di emozioni a tratti anche spiazzanti. Bello perché sa essere sia cerebrale che spontaneo e a tratti intimista e toccante. Consigliato.