logo AnimeClick.it

-

L'adattamento manga de L'ombra venuta dal tempo, realizzato da Gou Tanabe, è un'opera che, pur mostrando la consueta maestria dell'autore nel tratto e nell'atmosfera, non ha catturato pienamente il mio interesse. Tanabe è innegabilmente abile nel tradurre visivamente le visioni lovecraftiane, e anche qui la sua arte è impeccabile nel rendere l'inquietudine e la vastità cosmica. Le tavole sono dense, i dettagli macabri e le figure aliene evocano un senso di terrore cosmico che ben si adatta all'immaginario di Lovecraft.
Tuttavia, il racconto originale di Lovecraft, da cui il manga trae ispirazione, presenta una forte componente fantascientifica. La narrazione si concentra sullo scambio di menti attraverso il tempo, su civiltà aliene e su un'indagine quasi accademica di fenomeni ultraterreni. Questa enfasi sulla pura fantascienza, pur essendo fedele al testo, tende a smussare quell'orrore più viscerale e ancestrale che personalmente cerco nelle opere lovecraftiane.
Proprio per questo, la mia preferenza va a opere come L'orrore di Dunwich o La maschera di Innsmouth. Questi racconti, a mio parere, incarnano meglio l'essenza dell'orrore lovecraftiano, con le loro creature deformi, le stirpi degenerate e i segreti inconfessabili nascosti nel profondo, intrisi di un'atmosfera più gotica e opprimente. In L'ombra venuta dal tempo, nonostante l'indubbia qualità artistica di Tanabe, la sensazione prevalente è più quella di una complessa speculazione scientifica sul tempo e sulla coscienza che di un vero e proprio incubo cosmico.
In sintesi, il manga è un'ottima trasposizione fedele all'originale e una testimonianza del talento di Tanabe, ma la sua natura più spiccatamente fantascientifica potrebbe non appagare chi, come me, predilige le venature più puramente orrorifiche e la follia primordiale che si trovano in altri capolavori di Lovecraft. È un lavoro ben fatto, ma la storia non mi ha entusiasmato come altre.