Recensione
Outlaw Star
7.5/10
"Outlaw Star" è rimasta per tanto tempo una serie posta in una sorta di limbo, per me, uno di quei titoli di cui ho sentito parlare bene, ho pensato di vederlo e poi per lungo tempo me ne sono dimenticato. Ora ho finalmente colmato la lacuna, e devo dire di essere rimasto soddisfatto, anche se non entusiasta.
Se guardiamo solo ai contenuti, è inutile cercare qualcosa di originale, siamo di fronte alla classica storia sul solito gruppetto variegato che affronta avventure di vario genere, qui calate in un contesto fanta-western, e, se devo dirla tutta, i personaggi non mi hanno colpito molto a livello di carisma, li ho trovati simpatici e null'altro. Tuttavia, mi sembra pure evidente che lo scopo degli autori non era raccontare cose originali, ma narrare bene avventure avvincenti, e direi che questo scopo è stato raggiunto (anche se non ci sono momenti memorabili). Forse l'unico elemento originale è quello di farci assistere a combattimenti tra astronavi munite di braccia.
Dopo una introduzione di sei episodi assistiamo alle vicende dell'equipaggio della nave Outlaw Star, e sono tutte storie raccontate col giusto brio, senza mai momenti di noia, che mescolano soggetti di natura diversa (dal dramma carcerario al fanservice comico, passando per la sfida lanciata da vari assassini alla ricerca di tesori, ecc.), per rendere il cocktail più ricco.
Tutto questo mix di materiale offre certamente molte occasioni di autentico divertimento, però ha il difetto di togliere abbastanza spazio alla trama centrale, incentrata sulle origini di Melfina, legate a un misterioso tesoro (per questo è braccata dai pirati Kei), e sulla sfida tra Gene Starwind e i due fratelli McDougall: tale trama non viene mai dimenticata (nel corso degli episodi ci sono ogni tanto degli scontri e degli indizi che conducono alla battaglia finale), ma siccome viene trattata poco, non sono riuscito a considerarla essenziale, non ci sono state nessuna grande curiosità su come si sarebbe risolta e nessuna grande emozione particolare nell'assistervi. Insomma, a parte l'avere una maggiore durata, non mi è parsa molto diversa dalle altre avventure vissute fino ad allora dal gruppo, mentre almeno in teoria uno scontro finale dovrebbe essere un apice. Questo comunque non significa che tale battaglia non sia di per sé fatta bene, con diversi momenti di tensione e spettacolarità.
Riguardo all'introspezione, è quasi assente, visto che stiamo parlando di una serie che vuole soprattutto avvincere con azione e avventura, quindi ci si preoccupa soprattutto che i caratteri siano funzionali al tipo di storia: dei protagonisti l'unico con un po’ di profondità è Gene, in apparenza il solito sbruffone donnaiolo e simpatica canaglia, ma in realtà segnato da un dramma interiore. Gli altri personaggi sono tutti costruiti intorno a una singola caratteristica ciascuno: Melfina è la ragazza buona e dolce, James "Jim" è un ragazzino geniale che si dimostra più serio dello scapestrato amico Gene, Suzuka è una fredda professionista, mentre la ragazza-tigre Aisha è l’elemento comico del gruppo (oltre che 'addetta' al fanservice). Anche i comprimari sono tipi molto semplici, però tra loro ci sono almeno due personaggi (negli episodi 15 e 16) con una certa profondità interiore, mentre gli antagonisti sono tutti cattivi a tutto tondo (anche se i McDougall si vogliono davvero bene).
Passando alle animazioni, il risultato è tutto sommato buono, la serie parte e finisce bene, mentre nel mezzo si mostra più altalenante, con disegni a volte grezzi. Le musiche sono gradevoli, anche se non eccezionali.
"Outlaw Star" è quindi una serie di cui consiglio la visione, se cercate un titolo convenzionale come contenuti, ma che intrattiene davvero e piuttosto bene. Se invece oltre all’azione volete contenuti e introspezione veri, sempre in salsa fanta-western, c’è il quasi coevo "Cowboy Bebop".
Se guardiamo solo ai contenuti, è inutile cercare qualcosa di originale, siamo di fronte alla classica storia sul solito gruppetto variegato che affronta avventure di vario genere, qui calate in un contesto fanta-western, e, se devo dirla tutta, i personaggi non mi hanno colpito molto a livello di carisma, li ho trovati simpatici e null'altro. Tuttavia, mi sembra pure evidente che lo scopo degli autori non era raccontare cose originali, ma narrare bene avventure avvincenti, e direi che questo scopo è stato raggiunto (anche se non ci sono momenti memorabili). Forse l'unico elemento originale è quello di farci assistere a combattimenti tra astronavi munite di braccia.
Dopo una introduzione di sei episodi assistiamo alle vicende dell'equipaggio della nave Outlaw Star, e sono tutte storie raccontate col giusto brio, senza mai momenti di noia, che mescolano soggetti di natura diversa (dal dramma carcerario al fanservice comico, passando per la sfida lanciata da vari assassini alla ricerca di tesori, ecc.), per rendere il cocktail più ricco.
Tutto questo mix di materiale offre certamente molte occasioni di autentico divertimento, però ha il difetto di togliere abbastanza spazio alla trama centrale, incentrata sulle origini di Melfina, legate a un misterioso tesoro (per questo è braccata dai pirati Kei), e sulla sfida tra Gene Starwind e i due fratelli McDougall: tale trama non viene mai dimenticata (nel corso degli episodi ci sono ogni tanto degli scontri e degli indizi che conducono alla battaglia finale), ma siccome viene trattata poco, non sono riuscito a considerarla essenziale, non ci sono state nessuna grande curiosità su come si sarebbe risolta e nessuna grande emozione particolare nell'assistervi. Insomma, a parte l'avere una maggiore durata, non mi è parsa molto diversa dalle altre avventure vissute fino ad allora dal gruppo, mentre almeno in teoria uno scontro finale dovrebbe essere un apice. Questo comunque non significa che tale battaglia non sia di per sé fatta bene, con diversi momenti di tensione e spettacolarità.
Riguardo all'introspezione, è quasi assente, visto che stiamo parlando di una serie che vuole soprattutto avvincere con azione e avventura, quindi ci si preoccupa soprattutto che i caratteri siano funzionali al tipo di storia: dei protagonisti l'unico con un po’ di profondità è Gene, in apparenza il solito sbruffone donnaiolo e simpatica canaglia, ma in realtà segnato da un dramma interiore. Gli altri personaggi sono tutti costruiti intorno a una singola caratteristica ciascuno: Melfina è la ragazza buona e dolce, James "Jim" è un ragazzino geniale che si dimostra più serio dello scapestrato amico Gene, Suzuka è una fredda professionista, mentre la ragazza-tigre Aisha è l’elemento comico del gruppo (oltre che 'addetta' al fanservice). Anche i comprimari sono tipi molto semplici, però tra loro ci sono almeno due personaggi (negli episodi 15 e 16) con una certa profondità interiore, mentre gli antagonisti sono tutti cattivi a tutto tondo (anche se i McDougall si vogliono davvero bene).
Passando alle animazioni, il risultato è tutto sommato buono, la serie parte e finisce bene, mentre nel mezzo si mostra più altalenante, con disegni a volte grezzi. Le musiche sono gradevoli, anche se non eccezionali.
"Outlaw Star" è quindi una serie di cui consiglio la visione, se cercate un titolo convenzionale come contenuti, ma che intrattiene davvero e piuttosto bene. Se invece oltre all’azione volete contenuti e introspezione veri, sempre in salsa fanta-western, c’è il quasi coevo "Cowboy Bebop".