Recensione
Dragon Quest Dai no daibouken è un manga che qui da noi in Italia non ha goduto di popolarità, è anche l'anime anni 80 da cui è tratto il manga è un anime che è caduto presto nel dimenticatoio da noi in Italia.
Il manga in sé si configura, a una prima lettura(è la prima volta che leggo questo manga), come un'opera indubbiamente capace di attirare l'attenzione del lettore con la sua dinamicità e il suo ritmo, (anche sé sinceramente i primi volumi del manga sono a tratti lenti e noiosi). Tuttavia, scendendo più a fondo nelle pieghe della narrazione e analizzando con una lente critica, nel manga ho notato pregi e difetti, difetti che si manifestano con una certa evidenza particolarmente nel campo della sua effettiva originalità. Sebbene lo sviluppo della trama all'inizio mi ha poco convinta, (all'inizio mi stavo annoiando leggendo il manga), procedendo con alcuni volumi la storia piano piano si fa più interessante, anche perché vengono introdotti dei personaggi secondari che arricchiscono molto la narrazione, è sinceramente io preferisco più alcuni personaggi secondari che il personaggio principale (Dai quasi non mi dice niente come personaggio, il classico personaggio shonen come ce ne sono 1000 altri simili), invece personaggi come Poop gli considero davvero buoni.
Durante la lettura dei volumi del manga che ho letto, però ho avvertito con insistenza un certo repertorio di stilemi che hanno già trovato ampia risonanza in innumerevoli altre produzioni del genere(sia prima che dopo questo manga). Si tratta, in sostanza, di abbondanti idee e stereotipi del genere shonen che in questo manga trovano ampio spazio, idee poco originali e stereotipate, che pur non minando irrimediabilmente l'intrinseco valore dei volumi di questo manga di Dragon Quest che ho letto, nel suo complesso, ne attenuano in modo non trascurabile quell'impatto di innovazione che potrebbe, in altre circostanze, elevare un'opera a un livello superiore di riconoscimento creativo.
La costruzione degli eventi e arricchita da colpi di scena orchestrati per tenere alta la tensione narrativa, sembra in alcune circostanze inclinare verso soluzioni drammaturgiche che, pur non essendo apertamente difettose, risultano purtroppo fin troppo prevedibili.
Questa inclinazione a percorrere sentieri già battuti, seppur efficaci nella loro semplicità, finisce per deprivare il fruitore di quella genuina sensazione di meraviglia, di quella scintilla di imprevedibilità e di quell'effetto sorpresa che rappresentano. Il protagonista, sebbene delineato lentamente con sempre più cura apprezzabile, finora non mi ha convinto. È come percepire un persistente "déjà-vu", una sensazione di aver già incontrato questi personaggi altrove, la quale, pur non generando un vero e proprio fastidio nella fruizione, però non mi è piaciuta(un po' nella loro storia, è non mi è piaciuta molto nella caratterizzazione e background).
Per quanto riguarda i disegni non ho molto da dire, alla fine vanno benissimo, non ho nulla da dire a riguardo.
In sintesi, dai volumi ch'è ho letto Dragon Quest è un manga che, sebbene meritevole sotto numerosi aspetti, è tuttavia permeato da certe cose nei personaggi e nella trama in generale, che non me lo fanno apprezzare per intero. Ci sono in questo manga alcune cose che non vanno, tra cui Il tipo di narrazione vecchia scuola di manga troppo vecchia scuola, oppure quel modo troppo stereotipato di caratterizzare i personaggi, oppure è la presenza di abbondanti cliché scarsamente originali(é sottolineo Abbondanti cliché).
Il manga in sé si configura, a una prima lettura(è la prima volta che leggo questo manga), come un'opera indubbiamente capace di attirare l'attenzione del lettore con la sua dinamicità e il suo ritmo, (anche sé sinceramente i primi volumi del manga sono a tratti lenti e noiosi). Tuttavia, scendendo più a fondo nelle pieghe della narrazione e analizzando con una lente critica, nel manga ho notato pregi e difetti, difetti che si manifestano con una certa evidenza particolarmente nel campo della sua effettiva originalità. Sebbene lo sviluppo della trama all'inizio mi ha poco convinta, (all'inizio mi stavo annoiando leggendo il manga), procedendo con alcuni volumi la storia piano piano si fa più interessante, anche perché vengono introdotti dei personaggi secondari che arricchiscono molto la narrazione, è sinceramente io preferisco più alcuni personaggi secondari che il personaggio principale (Dai quasi non mi dice niente come personaggio, il classico personaggio shonen come ce ne sono 1000 altri simili), invece personaggi come Poop gli considero davvero buoni.
Durante la lettura dei volumi del manga che ho letto, però ho avvertito con insistenza un certo repertorio di stilemi che hanno già trovato ampia risonanza in innumerevoli altre produzioni del genere(sia prima che dopo questo manga). Si tratta, in sostanza, di abbondanti idee e stereotipi del genere shonen che in questo manga trovano ampio spazio, idee poco originali e stereotipate, che pur non minando irrimediabilmente l'intrinseco valore dei volumi di questo manga di Dragon Quest che ho letto, nel suo complesso, ne attenuano in modo non trascurabile quell'impatto di innovazione che potrebbe, in altre circostanze, elevare un'opera a un livello superiore di riconoscimento creativo.
La costruzione degli eventi e arricchita da colpi di scena orchestrati per tenere alta la tensione narrativa, sembra in alcune circostanze inclinare verso soluzioni drammaturgiche che, pur non essendo apertamente difettose, risultano purtroppo fin troppo prevedibili.
Questa inclinazione a percorrere sentieri già battuti, seppur efficaci nella loro semplicità, finisce per deprivare il fruitore di quella genuina sensazione di meraviglia, di quella scintilla di imprevedibilità e di quell'effetto sorpresa che rappresentano. Il protagonista, sebbene delineato lentamente con sempre più cura apprezzabile, finora non mi ha convinto. È come percepire un persistente "déjà-vu", una sensazione di aver già incontrato questi personaggi altrove, la quale, pur non generando un vero e proprio fastidio nella fruizione, però non mi è piaciuta(un po' nella loro storia, è non mi è piaciuta molto nella caratterizzazione e background).
Per quanto riguarda i disegni non ho molto da dire, alla fine vanno benissimo, non ho nulla da dire a riguardo.
In sintesi, dai volumi ch'è ho letto Dragon Quest è un manga che, sebbene meritevole sotto numerosi aspetti, è tuttavia permeato da certe cose nei personaggi e nella trama in generale, che non me lo fanno apprezzare per intero. Ci sono in questo manga alcune cose che non vanno, tra cui Il tipo di narrazione vecchia scuola di manga troppo vecchia scuola, oppure quel modo troppo stereotipato di caratterizzare i personaggi, oppure è la presenza di abbondanti cliché scarsamente originali(é sottolineo Abbondanti cliché).
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