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8.5/10
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“Akumetsu” nasce dalla mente di Yoshiaki Tabata e dalle mani di Yuuki Yogo, coppia già rodata con il loro precedente lavoro “Wolf Guy - l’emblema del lupo”.
La serie si sviluppa in diciotto volumi, è di genere splatter e action, con diversi spunti di critica sociale, edito per l’Italia da J-POP.

La storia ci catapulta in un mondo contemporaneo presentandoci, con svariate mini saghe autoconclusive, il leitmotiv che fa da locomotiva all’intero impianto narrativo, la rivalsa contro una società, enti, movimenti sociali o personaggi con cariche illustri, ormai corrotti, disinibiti e depravati, in un unica parola: malvagi. Tutta questa rivincita passerà attraverso un gorgo di sangue, violenza e carne maciullata, che non farà altro che galvanizzare il lettore, che troverà una ineguagliabile scarica di piacere, trovando soddisfazione a quel profondo e sommesso senso di ingiustizia, che ognuno di noi almeno una volta nella vita avrà provato.
La storia gioca su quel sentire comune, di impotenza e inedia rispetto alla mancanza di moralità di talune situazioni, che non sembrano trovare una soluzione accettabile, per gli standard di giustizia che l’essere immersi in una società civile ci impone, e capitolo dopo capitolo, pagina dopo pagina, tavola dopo tavola ci inebria di questo pericoloso, ma potete nettare che è il guilty pleasure.

Fortunatamente il manga non è tutto qui, non si ferma a fare della banale critica sociale, condita di violenza e azione, che danno un’iniziale effimera gratificazione, tanto forte quanto vacua.
Tali elementi servono solamente per sedurre il lettore occasionale, e per accompagnarlo mano nella mano, a grattare questa superficiale superficie di banalità e stagnazione, con piccoli ma sempre più presenti elementi di sottofondo, che porteranno a dipanare il mistero che sottostà a questa scia di brutalità, portando avanti con sempre più velocità la storia alla base e che da un senso a tutti questi assalti alla malvagità moderna.

I personaggi purtroppo saranno un po’ il punto debole di questa storia, essendo che la maggior parte sarà quasi letteralmente carne da macello, per quanto riguarda gli antagonisti, il resto del cast avrà qualche elemento interessante, ma alla fin fine non fa altro che essere sospinto e innalzato dalla presenza del nostro protagonista, che risulterà un personaggio trainante, sfaccettato e emblematico, con una sua teatralità evocativa, che caratterizza e delinea il nostro caro Sho. Il rischio che la figura di Akumetsu deformasse e inglobasse in una caricatura del giustiziere mascherato era grande, per quanto mi riguarda, ma riesce con le sue gesta a definirsi tanto umano, quanto il sentimento di rivincita di cui si fa carico.

Il tratto dell’autore lo definisco perfetto, per quanto riguarda la forma e la consistenza della storia raccontata, riesce a far aderire in maniera impeccabile la forza con cui vuole trasmettere le emozioni intrise in queste pagine, con un tratto forte, crudo, graffiante ma al contempo preciso e minuzioso, nel rappresentare le persone e gli avvenimenti che si susseguono, anche se con qualche sporadica sbavatura, che non faranno altro che rendere più autoriale il suo lavoro. Altro punto da citare è la costruzione delle tavole e l’utilizzo magistrale delle onomatopee che non faranno altro che risaltare e elevare a potenza l’intera narrativa, dando quel livello in più, per poter definire “Akumestu”, uno splendido rappresentante della nona arte, riuscendo a sfruttare al meglio tutti gli strumenti di cui un manga dispone.

L’edizione essendo di J-POP ha degli ottimi standard di base, pagine molto bianche, qualche sporadica trasparenza, e nonostante una predominante presenza di inchiostro, le pagine avranno un ottima aderenza del nero, infine i volumi saranno corredati di sovracoperta ma senza alcuna pagina a colori. Le sopracitate sovracoperte saranno per la loro quasi totalità monotematiche, presentandoci tutte le varie incarnazioni del nostro protagonista, su sfondo rosso con sprazzi neri, che danno ancora più risalto alla sua figura, dandogli una connotazione epica. I volumi saranno dotati anche di bandelle interne, con un commento congiunto dei due autori.

In conclusione “Akumetsu” è una figura retorica, come dice letteralmente il significato testuale del titolo, è un messaggio che rimanda a qualcosa di trascendentale, che non può che far esaltare nel cuore di ognuno di noi una minuscola ma inesauribile speranza che il male possa essere spazzato via, estinguendosi fino alla radice, illudendoci che sia qualcosa di estraneo; sogno che viene brutalmente eviscerato in questa serie, e che ci permette di avere quel piccolo angolo di compiacimento nel veder finalmente, anche se in un’opera di fantasia, alcune tracce di esso sconfitto e facendoci prendere coscienza di tale illusione.