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Questo anime aveva il potenziale per essere una commedia romantica leggera e divertente. Di quelle che, da amante del genere, seleziono ogni stagione senza particolari aspettative. Perché, tutto sommato, mi faccio andar bene anche i tipici cliché e quelle situazioni che possono apparire un po’ forzate, ma sono tipiche da romance giapponese "nella media". Poteva essere un anime carino con una bella storia d’amore, anche con un bel po' di già visto o con personaggi non chissà quanto profondi. Però non lo è stato. Invece, soprattutto dalla seconda metà in poi, è stata una lenta e interminabile agonia, con continui desideri di prendere il muro a testate. Ora proverò a spiegarvi il perché di questa mia opinione.
Ma andiamo con ordine e partiamo dall’inizio. Per capire di cosa tratta la storia, il titolo è abbastanza esplicativo: “può un’amicizia uomo-donna sopravvivere?”. Chi, fin dalla notte dei tempi, non si è fatto almeno una volta questa domanda da un milione di dollari? Difatti, si tratta di un argomento visto e rivisto in tutte le salse. Mi viene in mente, ad esempio, il cult di fine anni 80’ “Harry ti presento Sally”; ma evitiamo di citare ulteriormente. Rimanendo in topic, la storia è quella di due ragazzi adolescenti che sono migliori amici da anni, nel senso più “appiccicoso” del termine: sono insieme dalla mattina alla sera, passano la stragrande maggioranza del tempo solo tra loro, conoscono bene le rispettive famiglie ecc. ecc. Fin qui veramente nulla di nuovo. Tuttavia, questa serie aggiunge una caratteristica ulteriore, che diventerà anche motore della trama: il protagonista maschile ha come passione la produzione artigianale di accessori e sogna, un giorno, di aprire il suo negozio. Proprio per questo motivo i due si sono conosciuti e hanno iniziato a legare: lei è diventata la sua modella e i due hanno cominciato a condividere il sogno di lui, aggiungendo questo ulteriore legame. Naturalmente, come nel più classico degli stilemi di questo filone delle romcom, hanno già iniziato a sviluppare sentimenti l’uno per l’altra, ma non se ne sono ancora accorti o non lo vogliono ammettere. Questa situazione di stallo totale viene rotta (indovinate, non è così complicato) da una terza persona, che entra a gamba tesa nel rapporto. Qualcuno potrebbe pensare: ok, tutto già visto, ma cosa c’è di così terribile? Nulla. E infatti l’anime parte più o meno bene. Le prime puntate sono anche carine: le parti comiche vanno segno, il rapporto tra i due funziona e i personaggi trasmettono simpatia e allegria; soprattutto il personaggio di Himari (seppur sopra le righe) è una vera e propria ventata d’aria fresca.
Il problema sta tutto qui: quelli che erano i punti di forza della storia e che la rendevano un prodotto nella media, non eccelso ma nemmeno da buttare, inziano a diventare i suoi più grandi difetti. Sembra un discorso paradossale, eppure è così. Anche qui, cerco di spiegare le mie ragioni. Tutti (e dico tutti) i personaggi di questa storia inziano ad avere comportamenti senza alcun tipo di senso. Capisco che degli adolescenti in preda agli ormoni possano avere dei comportamenti all’apparenza senza senso, ma qui si esagera. Niente di quello che i due protagonisti fanno o dicono è realistico; i ragionamenti e le azioni che ne conseguono non verrebbero fatti nemmeno da un bambino in età prescolare. Per non parlare poi della “terza incomoda”: penso che questo modo di dire sia stato coniato appositamente per questo personaggio. Se avrete il coraggio e la pazienza di approcciarvi a questa serie, non potrete che essere d’accordo con me. Ok, ci può stare il tentativo di infilarsi in un rapporto già consolidato, se l’interesse è forte. E posso anche capire la volontà di non arrendersi e tentare il tutto per tutto. Ma qui siamo di fronte a una situazione a dir poco ridicola, in cui tentativi andati a vuoto e senza nessuna possibilità di riuscita si ripetono periodicamente, un paio di volta a puntata almeno. Questa povera ragazza diventa una macchietta senza nessun ruolo se non quello di umiliarsi ancora e ancora. E il tutto è talmente fuori dal mondo che la rabbia per quanto il personaggio è scritto male supera l’empatia per questa disgraziata. Per quanto mi riguarda, una situazone del genere non è credibile nemmeno come “fittizia” in una sessione estrema di BDSM. Ma, come detto, questi sono ragazzini. E gli adulti? Bene, gli adulti sono anche peggio, in quanto non hanno nemmeno la scusa degli ormoni e della pubertà. Si alternano nell’ordine: comportamenti fuori da ogni logica; tentativi ripetuti di forzare dei ragazzini a fare determinate cose; accanimento nelle future scelte lavorative manco fossero cinquantenni disoccupati e nullafacenti; continue manipolazioni; azioni che possiamo trovare descritte pari pari nel codice penale (mi perdoneranno i giuristi giapponesi, ma do per scontato che, almeno nella sostanza, i reati siano bene o male gli stessi). Come può essere credibile e realistico uno scenario del genere?
Arriviamo alla cosa peggiore. Se gli sceneggiatori avessero deciso di buttare completamente tutto in caciara, mantenendo e portando all’eccesso gli sprazzi di demenzialità dell’inzio, mi sarei almeno divertito (anche se per i motivi sbagliati). Il problema è che il tracollo coincide con un tentativo, a mio parere dovuto alla totale mancanza di idee per portare avanti la trama, di volersi prendere terribilmente sul serio. Una serie infinita di drammi e di pesantezza che non avrebbero senso di esistere se quel mondo fosse abitato da esseri senzienti. Le gag che avevano ravvivato la primissima parte del prodotto spariscono quasi del tutto e le poche che rimangono smettono di andare a segno, in quanto risentono troppo del pessimo contesto che hanno attorno.
Il rapporto tra i due protagonisti e la loro storia d’amore rimane un punto di forza per l’intera serie. I sono molto carini insieme e la volontà di sostenersi a vicenda nei sogni e nelle passioni li rende una coppia credibile, nonostante la mai assente ottusità che si vede nel romance nipponico. I (pochi) momenti teneri tra i due sono le uniche cose decenti della seconda parte. Ma non è abbastanza per resuscitare una creatura ormai in putrefazione. Nell’oceano pacifico di nonsense e drammoni inutili, non si riesce nemmeno a godersi i bei momenti.
Che dire, quindi, di questa serie? Una storia dove la colonna portante dovrebbero essere i sentimenti e i rapporti tra i personaggi, che propone situazioni forzate e senza senso. Davvero un peccato. E non pensate che mi faccia piacere sputare tutto questo veleno. Questi prodotti non fanno altro che svalutare un genere che amo e allontanare il grande pubblico dalle cose che invece sarebbero meritevoli, solo per partito preso.