Recensione
Mobile Suit Crossbone Gundam
4.5/10
Gundam deve contenere alcuni canoni per poter essere degno di partecipare alla saga.
1) Non deve esserci distinzione tra buoni e cattivi
In questo Crossbone fallisce clamorosamente, creando un ipercattivo il cui obiettivo (e non sto nemmeno spoilerando perchè lo dice proprio appena apre bocca) è distruggere la terra perchè qualcuno in passato non ha capito quanto fosse geniale. I buoni sono semplicemente degli sfortunati che capiscono la trama del cattivo e per qualche ragione che non spiegano neppure, tentano di mettergli le spade laser tra le ruote. Gravemente insufficiente.
2) Un Gundam deve essere rubato almeno una volta a serie
Per rispettare questo imperativo viene improvvisata una scena delirante in cui il protagonista si trova a combattere in un'arena, senza robot e contro un tizio col robot. Direi appena suffificiente.
3) Deve comparire almeno un nuovo modello di Gundam
Qui ci siamo, c'è un Crossbone che finalmente è dotato di I-Field e devo dire che si dimostra anche utile in un paio di scene.
4) Almeno un personaggio apparentemente buono deve sbroccare malissimo e scappare ossessionato dalla guerra.
Qui siamo lontani anni luce dalla sufficienza. Purtroppo i personaggi sono poco più che figurine stereotipate e senza personalità, passano da una guerra indicibile all'altra senza fare una piega, risultando totalmente inumani.
5) per chiudere la trama bisogna tirar fuori dal cilindro la storia che i new-type sono l'evoluzione del genere umano perchè sanno ritirarsi dalla guerra oltre che farla molto meglio degli esseri umani normali.
Questo è sinceramente l'unico punto per cui potrebbe valere la pena leggere questo mattonazzo da 1400 pagine: come tutti sappiamo è dal primo Gundam che solo se si è new-type si riesce a mettere in moto la portentosa macchina da guerra ed allo stesso tempo ci si può connettere mentalmente agli altri new-type per fare discorsi al limite del delirio senza bisogno dell'interfono. In questo Crossbone si da una lettura diversa (che non vi spoilero) e che in effetti ha qualche tipo di valore anche nel rileggere mentalmente le altre molto più degne avventure del robottone bianco più amato del Giappone.
1) Non deve esserci distinzione tra buoni e cattivi
In questo Crossbone fallisce clamorosamente, creando un ipercattivo il cui obiettivo (e non sto nemmeno spoilerando perchè lo dice proprio appena apre bocca) è distruggere la terra perchè qualcuno in passato non ha capito quanto fosse geniale. I buoni sono semplicemente degli sfortunati che capiscono la trama del cattivo e per qualche ragione che non spiegano neppure, tentano di mettergli le spade laser tra le ruote. Gravemente insufficiente.
2) Un Gundam deve essere rubato almeno una volta a serie
Per rispettare questo imperativo viene improvvisata una scena delirante in cui il protagonista si trova a combattere in un'arena, senza robot e contro un tizio col robot. Direi appena suffificiente.
3) Deve comparire almeno un nuovo modello di Gundam
Qui ci siamo, c'è un Crossbone che finalmente è dotato di I-Field e devo dire che si dimostra anche utile in un paio di scene.
4) Almeno un personaggio apparentemente buono deve sbroccare malissimo e scappare ossessionato dalla guerra.
Qui siamo lontani anni luce dalla sufficienza. Purtroppo i personaggi sono poco più che figurine stereotipate e senza personalità, passano da una guerra indicibile all'altra senza fare una piega, risultando totalmente inumani.
5) per chiudere la trama bisogna tirar fuori dal cilindro la storia che i new-type sono l'evoluzione del genere umano perchè sanno ritirarsi dalla guerra oltre che farla molto meglio degli esseri umani normali.
Questo è sinceramente l'unico punto per cui potrebbe valere la pena leggere questo mattonazzo da 1400 pagine: come tutti sappiamo è dal primo Gundam che solo se si è new-type si riesce a mettere in moto la portentosa macchina da guerra ed allo stesso tempo ci si può connettere mentalmente agli altri new-type per fare discorsi al limite del delirio senza bisogno dell'interfono. In questo Crossbone si da una lettura diversa (che non vi spoilero) e che in effetti ha qualche tipo di valore anche nel rileggere mentalmente le altre molto più degne avventure del robottone bianco più amato del Giappone.
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