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9.5/10
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Ho recuperato la prima edizione del manga "I am a hero" scritta da Kengo Hanazawa, pubblicata da GP Manga, poi continuata da j-pop a partire dal numero 17. Ho preferito la vecchia edizione rispetto alla nuova, semplicemente perché trovo più accattivanti le copertine dei vari volumi. La serie è composta da 22 numeri, tutti con sovracoperta a colori, un'ottima carta e una cura generale alta per l'intera collana.


"I am a hero" racconta del trentacinquenne Hideo Suzuki, mangaka di professione che finora non è riuscito a concludere nulla nella sua vita. Si ritiene un fallito, parla da solo con degli "amici immaginari", ha una vita fatta di routine e non arriva mai la svolta che tanto desidera. Un giorno tornando dal lavoro per raggiungere la fidanzata, si accorge che il mondo attorno a lui è radicalmente cambiato, ed ora dovrà uscire dalla sua monotonia per sopravvivere agli eventi futuri. Non aggiungo altro su questo accenno di trama onde evitare di spoilerare fatti che potrebbero rovinare la lettura.


L'autore nel descrivere il protagonista e gli altri personaggi, è stato letteralmente magistrale. Nel corso dell'opera vedremo una vera e propria crescita di Hideo, si entrerà nei dettagli che riguardano tutte le sue emozioni, dubbi e paure, stessa cosa per i personaggi secondari, ci si affezionerà a loro inevitabilmente. Hanazawa racconta la storia di più vite che si incontrano in un mondo stravolto, ci fa scoprire le debolezze dell'essere umano e la capacità nel trovare gioia nelle piccole cose.


I disegni del mangaka sono l'altro punto di forza, non nego che ad oggi in questo manga abbia visto forse le migliori tavole di sempre, al di fuori del disegno che è dettagliato al limite, la bravura dell'autore sta nella regia dell'opera, si ha la sensazione di guardare un film, ci sono varie tavole uguali, ripetute pagina dopo pagina, dove in ognuna di esse cambiano dei piccoli dettagli, è un qualcosa che non ho trovato in altre opere, e mi ha veramente stupito questo suo modo di disegnare. Dal punto di vista grafico il suo stile fa spalancare gli occhi, ti immerge letteralmente dentro la storia, creando dei disegni così realistici da non capire se stiamo leggendo un manga o se stiamo guardando una serie tv.


Troviamo molte tematiche interessanti in tutta la storia, potrei tranquillamente affermare che è uno "slice of life" dalle varie sfumature, più volte avremo la sensazione di sentirci come i vari personaggi, dove si affrontano paure e dolori, sentimenti ed emozioni forti. Ad ogni volume ci si potrebbe fermare per riflettere su quello che vuole farci capire tra le righe l'autore.

In conclusione è una lettura che consiglio vivamente a chiunque, al di fuori del genere preferito, "I am a hero" merita davvero un'occasione. Disegni fantastici, una storia originale con dei personaggi davvero ben caratterizzati. Il mio voto finale è di 9.5/10, non mi spingo oltre perché ho ancora tante opere da leggere e ad oggi è l'unica opera che ho letto di questo autore, ma questa sua storia è sicuramente sul podio. Se cercate una manga capace di sorprendervi, sconvolgervi e farvi riflettere, allora "I am a hero" è la scelta giusta.


RIFLESSIONE FINALE PER CHI HA LETTO L'OPERA

I am a Hero, va oltre il manga, è un'esperienza da leggere e da vivere. Una volta concluso il volume 22, sono rimasto fermo a pensare col manga chiuso tra le mani a ciò che avevo appena terminato. Ho avuto la fortuna di poterlo leggere in una decina di giorni circa, quindi ho goduto a pieno dell'esperienza in tutto e per tutto. Ho ancora ben impressa l'ultima tavola, come tante altre del resto, che lo saranno per un bel po'. Kengo Hanazawa ha avuto un'idea ben precisa: Hideo scappa. Hideo fugge da qualunque cosa, dall'inizio del volume uno, quando viene presentato il protagonista, si capisce con chi abbiamo a che fare, una persona che non vuole responsabilità, che ha paura di tutto, che non conclude nulla, così lui fugge, va via da tutto ciò che non riesce a portare a termine. Nella storia ha avuto una possibilità di riscatto, non tanto per gli altri ma quanto per sé stesso, la possibilità di dimostrare che lui è un "eroe". Ma alla fine un eroe per chi? È rimasto solo in tutta Tokyo, non c'è nessuno che lo guardi, che lo elogi, alla fine fugge, fugge anche da sé stesso.. L'autore, credo, abbiamo voluto iniziare e chiudere questo cerchio con la chiara idea, che se una persona è così, per quanto ci provi, non cambierà, puoi provare a fare l'eroe quanto vuoi, ma se finora non sei stato in grado di assumerti le tue responsabilità, non puoi far altro che scappare. Questo almeno è il mio punto di vista, o ciò che ho inteso una volta letto l'opera, una delle migliori storie di sempre a mio parere, con un finale che non è né bello né brutto, ma é il finale che Hideout meritava.