Recensione
Star Trek: Lower Decks
9.0/10
Ok, forse 9 è esagerato... ma non più di tanto.
Piccola e, spero, breve premessa personale: amo la fantascienza, soprattutto quando è molto scienza e poco fantasy, e ancor di più quando è 'vulcanianamente' logica.
Di "Star Trek" ho visto la serie originale, "Next Generation", "Enterprise" e "Deep Space Nine", e i film dal primo fino al secondo del reboot (lo so, non ho visto "Voyager" e le altre cose nuove, però ho visto "Axanar", anche se è un "fan made"). Per cui, credo, di avere un minimo di infarinatura.
Chiedo scusa se nella mia divagazione farò dei confronti con le altre serie.
"Star Trek: Lower Decks" è ambientato pochi anni dopo "Deep Space Nine" e segue le vicissitudini di quattro guardiamarina della USS Cerritos, nave della classe California adibita a missioni secondarie.
I quattro sono: l'umana ribelle-contestatrice-anima libera Mariner (nonché figlia del capitano della nave), più volte promossa e degradata, più volte trasferita da altre navi, e che considera la cella della nave la sua seconda cuccetta; il guardiamarina ligio alle regole e al dovere Boimler, il cui sogno è divenire capitano; l'ingegnere Rutherford, che a causa di un non meglio precisato incidente ha un impianto bionico nel cranio, un nerd per ogni cosa ingegneristica e che considera romantico osservare il nucleo di curvatura; e infine, per la sezione medico-scientifica, l'orioniana Tendi. Loro non vivono in cabine private nei ponti "alti" ma in brande nel corridoio, appunto, dei ponti bassi.
Molti episodi sono autoconclusivi, soprattutto nella prima stagione, ma nelle seguenti le puntate e gli eventi narrati iniziano ad avere un filo conduttore interessante. La serie è improntata sull'ironia (basti vedere la sigla d'apertura con la Cerritos risucchiata da un buco nero, che urta un picco ghiacciato, danneggiandosi, e che fugge al primo colpo ricevuto dai borg), ma non disdegna né le parti cruente né quelle d'azione, che sono fatte decisamente bene, e gli scontri navali sono coinvolgenti (giudizio dato dopo aver visto le guerre del dominio di "Deep Space Nine").
Non mancano citazioni e riferimenti più o meno diretti alle altre storie di "Star Trek", a partire da Riker a comando della Titan, alla missione su Deep Space Nine, fino al "tribolo per uso personale".
Nel complesso, mi sono stupito nel constatare che "Lower Decks" è il prodotto più “Star Trek" prodotto negli ultimi anni, stupito perché ero partito con aspettative non molto alte.
Perché lo è. Non sono le citazioni (fra l'altro sempre ben inserite), ma per l'atmosfera che si respira in ogni episodio, l'atmosfera dell'esplorazione, il fatto che la fantascienza sia realmente presente e logica, nonché elemento fondamentale della storia. "Deep Space Nine", ad esempio, è zeppa di episodi che con la fantascienza non c'entrano nulla e che potrebbero benissimo essere ambientati in un paesino di montagna, senza cambiare di una virgola oltre la scenografia. Sono storie in cui i comandanti fanno i comandanti e non i tuttofare (Sisko), in cui ci sono i turni di lavoro falsati al punto che il turno beta (quello dei protagonisti) non si incrocia mai con il turno delta, visto come quello dei loro acerrimi nemici. E a lavorare sui pianeti ci vanno i guardiamarina, non il capitano, il primo ufficiale medico, il primo ufficiale scientifico, e uno che poi muore ("The Original Series" docet)
E i personaggi sono credibili, non sono i perfetti iper-diligenti e infallibili, ma tutt'altro, sono persone che a tratti si demoralizzano, che non credono più a nulla vedendo i loro sforzi fallire, ma che poi in quella debolezza trovano la forza per proseguire e risorgere.
Musiche sempre di alto livello e, ammetto, quando la Cerritos viene salvata dalla Titan con il tema classico di "Star Trek" di sottofondo, è stato emozionante.
Nel complesso, un prodotto molto più che valido e caldamente consigliato a chi ama la fantascienza. Fatto bene.
Piccola e, spero, breve premessa personale: amo la fantascienza, soprattutto quando è molto scienza e poco fantasy, e ancor di più quando è 'vulcanianamente' logica.
Di "Star Trek" ho visto la serie originale, "Next Generation", "Enterprise" e "Deep Space Nine", e i film dal primo fino al secondo del reboot (lo so, non ho visto "Voyager" e le altre cose nuove, però ho visto "Axanar", anche se è un "fan made"). Per cui, credo, di avere un minimo di infarinatura.
Chiedo scusa se nella mia divagazione farò dei confronti con le altre serie.
"Star Trek: Lower Decks" è ambientato pochi anni dopo "Deep Space Nine" e segue le vicissitudini di quattro guardiamarina della USS Cerritos, nave della classe California adibita a missioni secondarie.
I quattro sono: l'umana ribelle-contestatrice-anima libera Mariner (nonché figlia del capitano della nave), più volte promossa e degradata, più volte trasferita da altre navi, e che considera la cella della nave la sua seconda cuccetta; il guardiamarina ligio alle regole e al dovere Boimler, il cui sogno è divenire capitano; l'ingegnere Rutherford, che a causa di un non meglio precisato incidente ha un impianto bionico nel cranio, un nerd per ogni cosa ingegneristica e che considera romantico osservare il nucleo di curvatura; e infine, per la sezione medico-scientifica, l'orioniana Tendi. Loro non vivono in cabine private nei ponti "alti" ma in brande nel corridoio, appunto, dei ponti bassi.
Molti episodi sono autoconclusivi, soprattutto nella prima stagione, ma nelle seguenti le puntate e gli eventi narrati iniziano ad avere un filo conduttore interessante. La serie è improntata sull'ironia (basti vedere la sigla d'apertura con la Cerritos risucchiata da un buco nero, che urta un picco ghiacciato, danneggiandosi, e che fugge al primo colpo ricevuto dai borg), ma non disdegna né le parti cruente né quelle d'azione, che sono fatte decisamente bene, e gli scontri navali sono coinvolgenti (giudizio dato dopo aver visto le guerre del dominio di "Deep Space Nine").
Non mancano citazioni e riferimenti più o meno diretti alle altre storie di "Star Trek", a partire da Riker a comando della Titan, alla missione su Deep Space Nine, fino al "tribolo per uso personale".
Nel complesso, mi sono stupito nel constatare che "Lower Decks" è il prodotto più “Star Trek" prodotto negli ultimi anni, stupito perché ero partito con aspettative non molto alte.
Perché lo è. Non sono le citazioni (fra l'altro sempre ben inserite), ma per l'atmosfera che si respira in ogni episodio, l'atmosfera dell'esplorazione, il fatto che la fantascienza sia realmente presente e logica, nonché elemento fondamentale della storia. "Deep Space Nine", ad esempio, è zeppa di episodi che con la fantascienza non c'entrano nulla e che potrebbero benissimo essere ambientati in un paesino di montagna, senza cambiare di una virgola oltre la scenografia. Sono storie in cui i comandanti fanno i comandanti e non i tuttofare (Sisko), in cui ci sono i turni di lavoro falsati al punto che il turno beta (quello dei protagonisti) non si incrocia mai con il turno delta, visto come quello dei loro acerrimi nemici. E a lavorare sui pianeti ci vanno i guardiamarina, non il capitano, il primo ufficiale medico, il primo ufficiale scientifico, e uno che poi muore ("The Original Series" docet)
E i personaggi sono credibili, non sono i perfetti iper-diligenti e infallibili, ma tutt'altro, sono persone che a tratti si demoralizzano, che non credono più a nulla vedendo i loro sforzi fallire, ma che poi in quella debolezza trovano la forza per proseguire e risorgere.
Musiche sempre di alto livello e, ammetto, quando la Cerritos viene salvata dalla Titan con il tema classico di "Star Trek" di sottofondo, è stato emozionante.
Nel complesso, un prodotto molto più che valido e caldamente consigliato a chi ama la fantascienza. Fatto bene.
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