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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Mah...

"Megumi no Daigo: Kyūkoku no Orange" narra le vicende di tre vigili del fuoco, dal loro addestramento in poi: Daigo, Shun e Yuki. L'inizio parte molto bene: una pioggia di meteoriti si sta abbattendo su Tokyo, e i vigili del fuoco devono fare l'impossibile per salvare i civili... storia dal potenziale immenso e che ti prende subito. Ma non è la storia dell'anime!

Di base, comunque, soggetto e storia sarebbero anche interessanti, ma vengono disintegrati da diversi fattori. Ogni episodio dura ventitré minuti, peccato che i primi cinque minuti siano gli ultimi cinque minuti dell'episodio precedente: togli tre minuti di sigle e hai episodi di quindici minuti. Ma non era meglio fare meno episodi senza quei più che fastidiosi cinque minuti all'inizio?
Fra l'altro, vi sono due episodi riassuntivi, e soprattutto dal tredicesimo episodio in poi tante scene e sequenze riprendono eventi già avvenuti, rifacendoteli vedere due o tre volte, per cui in realtà gli episodi veri sono circa dodici.

La sequenza degli eventi è a caso, con montaggi fra presente, passato e futuro da non far capire nulla. Salti di luoghi e personaggi senza un perché (tranne riassumere qualcosa e dire quanto Daigo sia bravo e incredibile): mi riferisco ad esempio alla puntata della cena combinata di un'altra squadra (manco quella del protagonista) con tre sanitarie. Oppure scene ambientate dieci anni nel futuro, per dire che i bambini salvati da Daigo hanno poi deciso di fare i pompieri.

Il terzo punto che affossa il prodotto sono i personaggi. Daigo è iper-perfetto, instancabile, con la forza di cento uomini e con la vista a raggi X, e forse anche agli infrarossi, che a distanza di 200 metri col sole in faccia vede una fiammella su un vestito, o attraverso il denso fumo di un incendio vede due persone dietro a un vetro nel palazzo di fronte, e ovviamente riesce anche a individuare esattamente la posizione di un nervo nel braccio di un ferito sotto a delle macerie... il tutto a diciannove anni. Ovviamente, con il suo demone interiore: è il figlio del direttore di un albergo che venne distrutto dieci anni prima in un incendio e il padre venne condannato per deficienze dei sistemi antincendio, e nonostante ciò riesce ad essere meno espressivo di un'autopompa e con il set emotivo di un idrante. Yuki, per non far mancare le coincidenze negli anime, è ovviamente una dei pochi sopravvissuti dell'incendio dell’albergo che sarà poi scelta per una squadra iper-efficiente ma segreta, al punto che non dovrebbe nemmeno intervenire. Almeno mostra emotività ed espressività.
C'è poi Shun, che, sempre per le coincidenze di cui sopra, era compagno di scuola di Yuki, e per la qualche ha una cotta. È l'unico dei tre a cambiare realmente nel corso degli eventi, da spaccone a parole e invidioso di Daigo a persona che rischia la vita e che fa di tutto per umanizzare Daigo, e ha un motivo più umano poter fare il pompiere, non un trauma infantile, ma l'emozione di vederli all'opera, capendo che proteggono la sua città.

Ultimo punto, la parte che, almeno per me, sarebbe stata la più interessante, a parte la scena iniziale, cioè quella della pioggia di meteoriti, è una scena di Yuki che si arrampica su un palazzo negli ultimi tre minuti dell'ultima puntata, e non viene trattata... l'unica parte interessante!
Di positivo ha la spiegazione di equipaggiamenti e procedure di salvataggio, le scene di tensione sono costruite bene, e, anche se non si è in tensione per i protagonisti (sai già che non moriranno, visto che sono presenti nella prima scena ambientata nel futuro), si è in apprensione per chi deve essere salvato (in alcuni casi, non in tutti).

Questo è il secondo anime a tempa "soccorso" che vedo, l'altro è "Rescue Wings", ma la differenza fra i due è abissale (a favore di "Rescue Wings").
Nel complesso, una bella occasione sprecata.