Recensione
Domain of Murder
7.0/10
Un titolo iniziato a vedere per curiosità e che poi si è rivelato una gran bella sorpresa, nonostante non ci siano idee proprio originali o momenti memorabili. Non sono nemmeno riuscito a trovare dei veri difetti, cioè ci sono delle parti non molto sviluppate (come la personalità dei personaggi positivi, piuttosto facile, o lo sviluppo in fin dei conti molto lineare della trama) ma si tratta di scelte volute perché il perno dell'opera, su cui ci si è concentrati maggiormente, è l'indagine in sé stessa. Seguendo una regola classica della detective story si inizia con un caso che in apparenza sembra ovvio ma in realtà non è affatto così e man mano che viene approfondito si fanno delle scoperte che sanno essere davvero sconvolgenti fino ad un finale che ha una buona suspense crescente. Inoltre nell'epilogo penso che farsi venire almeno l'occhio lucido non sia improbabile.
Il materiale narrativo è aiutato da una narrazione veloce al punto giusto (e da una durata di neanche un'ora), che infila nell'ordine corretto i pezzi della storia, evitando le lungaggini e le frettolosità, permettendo così allo spettatore di capire tutto e di restare coinvolto senza momenti di noia.
La stessa narrazione svolge un buon lavoro anche per l'introspezione, che comunque vale solo per due personaggi: in primo luogo quello che si potrebbe definire l'antagonista della storia, Tsuyoshi Tôyama, e poi il detective Yamagishi, perché con poche e pregnanti scene si riescono a comprendere bene i motivi delle loro azioni. Ci viene addirittura lasciato un interrogativo morale (qual è il confine tra ciò che è giusto fare e ciò che è necessario?).
Per tutti gli altri personaggi, incluso il principale protagonista (il detective Goro) l'introspezione non c'è, come detto hanno caratteri semplici che servono solo alla funzionalità della storia.
Molto ben fatto il lavoro sulle animazioni: per quanto in alcuni punti il design possa apparire un po’ invecchiato, in generale restiamo sempre sul dignitoso, con una buona ricostruzione degli ambienti di città e di periferia. Musiche ordinarie.
Domain of Murder si può quindi considerare una piccola opera di stampo classico, senza pretese e realizzata bene, perciò ne consiglio la visione se cercate un passatempo efficace e veloce.
Il materiale narrativo è aiutato da una narrazione veloce al punto giusto (e da una durata di neanche un'ora), che infila nell'ordine corretto i pezzi della storia, evitando le lungaggini e le frettolosità, permettendo così allo spettatore di capire tutto e di restare coinvolto senza momenti di noia.
La stessa narrazione svolge un buon lavoro anche per l'introspezione, che comunque vale solo per due personaggi: in primo luogo quello che si potrebbe definire l'antagonista della storia, Tsuyoshi Tôyama, e poi il detective Yamagishi, perché con poche e pregnanti scene si riescono a comprendere bene i motivi delle loro azioni. Ci viene addirittura lasciato un interrogativo morale (qual è il confine tra ciò che è giusto fare e ciò che è necessario?).
Per tutti gli altri personaggi, incluso il principale protagonista (il detective Goro) l'introspezione non c'è, come detto hanno caratteri semplici che servono solo alla funzionalità della storia.
Molto ben fatto il lavoro sulle animazioni: per quanto in alcuni punti il design possa apparire un po’ invecchiato, in generale restiamo sempre sul dignitoso, con una buona ricostruzione degli ambienti di città e di periferia. Musiche ordinarie.
Domain of Murder si può quindi considerare una piccola opera di stampo classico, senza pretese e realizzata bene, perciò ne consiglio la visione se cercate un passatempo efficace e veloce.