Recensione
Glass Heart
9.5/10
Mesi ricchi per i fan di Takeru Sato: dopo l’uscita del film "Cells at Work" su Netflix e il drama "Sposa mio marito" su Prime, approda su Netflix anche la serie "Glass Heart".
Tratto da una serie di light novel, il cui primo volume è uscito nel 1993, "Glass Heart" è un drama di dieci episodi fortemente voluto dall’attore, che ne è perfino co-produttore.
Takeru Sato, infatti, si è innamorato del romanzo non appena l’ha letto, al punto da desiderare di crearne un live-action. Ha rimandato, però, fino a quando non è stato sicuro di avere l’esperienza e le risorse necessarie per realizzare un adattamento che rendesse giustizia al cartaceo. Non solo, ha anche seguito personalmente le audizioni.
E gli sforzi si vedono tutti.
Non è facile spiegare il perché questo drama meriti di essere visto, la cosa migliore sarebbe guardarlo. Personalmente mi sono bastati cinque minuti per innamorarmene, per la precisione quando la protagonista, una giovane batterista che è stata appena buttata fuori dalla propria band, decide di mettersi a suonare la batteria, a piedi nudi, sotto un temporale, con le gocce di pioggia che danzano ogni volta che le bacchette toccano il rullante.
La poesia che troviamo in questo primo episodio non viene meno mai. Tutto è perfetto. Ogni fotogramma è studiato nei minimi particolari. E con “tutto” intendo proprio tutto.
La fotografia e le inquadrature sono particolarissime e cambiano a seconda se i personaggi sono sopra o al di fuori del palco.
Quest’ultime scene sono quasi intime con messe a fuoco inusuali, luci soffuse e colori tenui.
Le scene esplodono, invece, quando suona la musica grazie a composizioni dinamiche, cambi di prospettiva veloci, colori vividi, inquadrature a campo lungo sul pubblico e primi piani su strumenti musicali, tanto che sembra di star seguendo un vero e proprio video musicale.
Ogni volta sembra di assistere ad un concerto, e questo grazie alle tante accortezze avute.
Non solo sono state necessarie tantissime comparse, ma anche le canzoni sono state registrate dal vivo e non ri-doppiate in seguito.
Come ogni singolo suono, ogni rumore, ogni silenzio, ogni pausa ha un significato preciso all’interno dell’episodio, anche le canzoni non fungono solo da cornice della storia, ma ne diventano ogni volta parte integrante, creando uno scorcio da cui poter spiare nelle emozioni dei personaggi: le canzoni, coinvolgenti e bellissime, tanto da finire presto in ogni playlist, sono state realizzate grazie alla partecipazioni di artisti come Yojiro Noda dei RADWIMPS e Taka degli ONE OK ROCK.
La band TENBLANK, protagonista in "Glass Heart", ha debuttato davvero nel mondo reale: l’album è uscito il 31 luglio 2025 in versione digitale e il giorno successivo in versione fisica.
Per questo motivo, ma soprattutto per rendere le riprese del drama ancora più realistiche e non ricorrere a controfigure, gli attori protagonisti hanno investito oltre un anno per imparare a suonare realmente i propri strumenti.
Il cast è straordinario e ogni scelta perfetta.
L’attrice protagonista Yu Miyazaki è stata bravissima a dare equilibrio al suo personaggio, che risulta forte e determinato, ma anche fragile e sensibile al tempo stesso.
Takeru Sato, nei panni di Naoki, si è spogliato dell’immagine da bravo ragazzo con dolcevita a collo alto. Qui ha rivestito il ruolo di musicista bello e dannato (di cui ci aveva dato un assaggio nel live-action di "The liar and his love") con felpe oversize e cappellini sempre diversi, ma tutti invidiabili.
Keita Machida è Sho, il calmo e riflessivo chitarrista della band, per smettere di fumare ha spesso il plettro tra le labbra, cosa che unita ai capelli lunghi, lo rende estremamente affascinante.
Jun Shison interpreta il pianista Kazushi, personaggio molto sfaccettato che ha una bellissima crescita all’interno del drama: da personaggio quasi secondario, diventa un punto cardine nella band, come, del resto, desiderava Naoki.
Tutti gli attori sono stati estremamente versatili, ma chi spicca di più in assoluto è sicuramente Masaki Suda nel ruolo del frontman Toya della band rivale, gli OVER CHROME. È impressionante come questo ragazzo ogni volta riesca a interpretare e fare suoi personaggi completamente diversi, e qui dà vita a un cantante ipnotico, folle e provocatorio.
Un po’ come il ritmo di questa serie, che risulta assolutamente coinvolgente, "Glass Heart" alterna momenti più introspettivi e silenziosi quando si focalizza sui personaggi, a scene intense e travolgenti quando sono presenti gli strumenti. Quest’alternanza fa in modo che la serie non risulti mai lenta, ma emozionante, anche nelle parti in cui si prende il tempo per raccontarci le retrospettive e il passato dei personaggi.
Nonostante la serie sia tratta da una storia pubblicata negli anni ‘90, questo drama risulta sorprendentemente attuale. Le difficoltà a cui vanno incontro idol e band per debuttare risultano essere molto contemporanee.
Le nuove tecnologie, come l’uso degli smartphone, sono amalgamate in maniera saggia all’interno della trama, non risultando mai troppo eccessive.
Eppure qualcosa che ci riporta indietro nel tempo è presente: non è niente di tangibile, resta quasi una sensazione, ma si capisce che questa storia non è nata ai tempi di oggi, portando con sé un fascino passato.
Anche la parte sentimentale è dosata bene, non diventando mai il cardine portante della storia, che resta sempre la musica, e lasciando spazio ad altri sentimenti: si ha modo di approfondire, infatti, tante e sfaccettate relazioni diverse da quelle amorose, dal rapporto tra fratelli, al legame che lega i membri di una band.
Del resto, la scena per me più emozionante riguarda proprio l’amicizia vera e forte che unisce i personaggi di Naoki e Sho.
"Glass Heart", in realtà, è questo, ma molto altro: è una serie imperdibile, soprattutto per chi ama il genere musicale, ma anche per chi vuole emozionarsi con una regia impeccabile, una sceneggiatura sorprendente e personaggi ben caratterizzati.
Ben lontano da avere qualche difetto, forse l’unico è proprio quello di finire troppo in fretta, tanto da desiderarne una seconda stagione o almeno la novel edita in Italia.
Tratto da una serie di light novel, il cui primo volume è uscito nel 1993, "Glass Heart" è un drama di dieci episodi fortemente voluto dall’attore, che ne è perfino co-produttore.
Takeru Sato, infatti, si è innamorato del romanzo non appena l’ha letto, al punto da desiderare di crearne un live-action. Ha rimandato, però, fino a quando non è stato sicuro di avere l’esperienza e le risorse necessarie per realizzare un adattamento che rendesse giustizia al cartaceo. Non solo, ha anche seguito personalmente le audizioni.
E gli sforzi si vedono tutti.
Non è facile spiegare il perché questo drama meriti di essere visto, la cosa migliore sarebbe guardarlo. Personalmente mi sono bastati cinque minuti per innamorarmene, per la precisione quando la protagonista, una giovane batterista che è stata appena buttata fuori dalla propria band, decide di mettersi a suonare la batteria, a piedi nudi, sotto un temporale, con le gocce di pioggia che danzano ogni volta che le bacchette toccano il rullante.
La poesia che troviamo in questo primo episodio non viene meno mai. Tutto è perfetto. Ogni fotogramma è studiato nei minimi particolari. E con “tutto” intendo proprio tutto.
La fotografia e le inquadrature sono particolarissime e cambiano a seconda se i personaggi sono sopra o al di fuori del palco.
Quest’ultime scene sono quasi intime con messe a fuoco inusuali, luci soffuse e colori tenui.
Le scene esplodono, invece, quando suona la musica grazie a composizioni dinamiche, cambi di prospettiva veloci, colori vividi, inquadrature a campo lungo sul pubblico e primi piani su strumenti musicali, tanto che sembra di star seguendo un vero e proprio video musicale.
Ogni volta sembra di assistere ad un concerto, e questo grazie alle tante accortezze avute.
Non solo sono state necessarie tantissime comparse, ma anche le canzoni sono state registrate dal vivo e non ri-doppiate in seguito.
Come ogni singolo suono, ogni rumore, ogni silenzio, ogni pausa ha un significato preciso all’interno dell’episodio, anche le canzoni non fungono solo da cornice della storia, ma ne diventano ogni volta parte integrante, creando uno scorcio da cui poter spiare nelle emozioni dei personaggi: le canzoni, coinvolgenti e bellissime, tanto da finire presto in ogni playlist, sono state realizzate grazie alla partecipazioni di artisti come Yojiro Noda dei RADWIMPS e Taka degli ONE OK ROCK.
La band TENBLANK, protagonista in "Glass Heart", ha debuttato davvero nel mondo reale: l’album è uscito il 31 luglio 2025 in versione digitale e il giorno successivo in versione fisica.
Per questo motivo, ma soprattutto per rendere le riprese del drama ancora più realistiche e non ricorrere a controfigure, gli attori protagonisti hanno investito oltre un anno per imparare a suonare realmente i propri strumenti.
Il cast è straordinario e ogni scelta perfetta.
L’attrice protagonista Yu Miyazaki è stata bravissima a dare equilibrio al suo personaggio, che risulta forte e determinato, ma anche fragile e sensibile al tempo stesso.
Takeru Sato, nei panni di Naoki, si è spogliato dell’immagine da bravo ragazzo con dolcevita a collo alto. Qui ha rivestito il ruolo di musicista bello e dannato (di cui ci aveva dato un assaggio nel live-action di "The liar and his love") con felpe oversize e cappellini sempre diversi, ma tutti invidiabili.
Keita Machida è Sho, il calmo e riflessivo chitarrista della band, per smettere di fumare ha spesso il plettro tra le labbra, cosa che unita ai capelli lunghi, lo rende estremamente affascinante.
Jun Shison interpreta il pianista Kazushi, personaggio molto sfaccettato che ha una bellissima crescita all’interno del drama: da personaggio quasi secondario, diventa un punto cardine nella band, come, del resto, desiderava Naoki.
Tutti gli attori sono stati estremamente versatili, ma chi spicca di più in assoluto è sicuramente Masaki Suda nel ruolo del frontman Toya della band rivale, gli OVER CHROME. È impressionante come questo ragazzo ogni volta riesca a interpretare e fare suoi personaggi completamente diversi, e qui dà vita a un cantante ipnotico, folle e provocatorio.
Un po’ come il ritmo di questa serie, che risulta assolutamente coinvolgente, "Glass Heart" alterna momenti più introspettivi e silenziosi quando si focalizza sui personaggi, a scene intense e travolgenti quando sono presenti gli strumenti. Quest’alternanza fa in modo che la serie non risulti mai lenta, ma emozionante, anche nelle parti in cui si prende il tempo per raccontarci le retrospettive e il passato dei personaggi.
Nonostante la serie sia tratta da una storia pubblicata negli anni ‘90, questo drama risulta sorprendentemente attuale. Le difficoltà a cui vanno incontro idol e band per debuttare risultano essere molto contemporanee.
Le nuove tecnologie, come l’uso degli smartphone, sono amalgamate in maniera saggia all’interno della trama, non risultando mai troppo eccessive.
Eppure qualcosa che ci riporta indietro nel tempo è presente: non è niente di tangibile, resta quasi una sensazione, ma si capisce che questa storia non è nata ai tempi di oggi, portando con sé un fascino passato.
Anche la parte sentimentale è dosata bene, non diventando mai il cardine portante della storia, che resta sempre la musica, e lasciando spazio ad altri sentimenti: si ha modo di approfondire, infatti, tante e sfaccettate relazioni diverse da quelle amorose, dal rapporto tra fratelli, al legame che lega i membri di una band.
Del resto, la scena per me più emozionante riguarda proprio l’amicizia vera e forte che unisce i personaggi di Naoki e Sho.
"Glass Heart", in realtà, è questo, ma molto altro: è una serie imperdibile, soprattutto per chi ama il genere musicale, ma anche per chi vuole emozionarsi con una regia impeccabile, una sceneggiatura sorprendente e personaggi ben caratterizzati.
Ben lontano da avere qualche difetto, forse l’unico è proprio quello di finire troppo in fretta, tanto da desiderarne una seconda stagione o almeno la novel edita in Italia.
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