logo AnimeClick.it

-

«The First Slam Dunk» è un film che traspone una partita del manga «Slam Dunk», serializzato in Giappone fra il 1990 e il 1996 da un giovanissimo Takehiko Inoue. Lo svolgimento della partita, che è la sfida Shohoku vs Sannoh, è immutato rispetto al manga, ma in questo film il punto di vista è differente e l’attenzione è focalizzata sul playmaker, Ryota Miyagi, e sul suo passato.

Probabilmente l’autore ha pensato ancora molto a questo personaggio dopo la fine della serializzazione: su di lui è tornato con la one-shot “Piercing” e ancora con questo film, che si apre sull’infanzia di Ryota a Okinawa, sul mare e sulla luminosità di quei luoghi.

Buon personaggio nel manga, ma meno approfondito di altri, “Ryochin” acquista, grazie a questo film, una profondità che nessun altro dei compagni di squadra ha, perché il tono dell’autore negli anni è mutato e, se «Slam Dunk» è un manga che si regge molto anche sulla comicità, qui l’atmosfera è più misurata, c’è più spazio per la vita interiore dei personaggi. Abbiamo anche la presenza di un personaggio adulto che non è una macchietta: la mamma di Ryota. Molto apprezzabile come sia reso il dolore - immenso - della sua vita con poche scene che danno l’idea di una donna riservata e determinata.

Per gli spettatori digiuni del manga la storia dei ragazzi della squadra è narrata in flashback distribuiti nel corso delle due ore del film, senza che il ritmo della partita ne soffra. Le storie di ciascuno sono quindi presenti, anche se molto compresse; alcuni personaggi si perdono quasi, come l’allenatore Anzai e il senpai Kiminobu Kogure, che in questa partita entra solo per pochi minuti e vediamo in panchina a fare il tifo per quasi tutto il tempo.

Dal punto di vista visivo il film può lasciare perplesso un amante dell’animazione 2D, perché - per espressa volontà di Inoue - le parti delle azioni in campo sono state realizzate a partire dalla motion capture, al fine di ottenere una resa realistica che desse il senso del peso fisico dei corpi e degli oggetti. L’effetto è un po’ straniante, soprattutto visto al cinema, ma in qualche modo la presenza del disegno è sempre tenuta in conto: l’effetto - chiaramente voluto - è quello di tavole a colori realizzate su carta opaca, e nella sigla che segue il prologo ambientato a Okinawa quello che viene mostrato è proprio il disegno di Inoue che prende vita. Ci sono alcuni elementi invece di impianto tradizionale: begli sfondi, qualche siparietto comico (un diavoletto che tormenta il capitano Akagi), i tratti che indicano la velocità sul finale della partita.

La colonna sonora è semplicemente perfetta, di quelle che si continuano a riascoltare per mesi. Kōji Kasamatsu alla direzione del suono, aveva lavorato nello stesso ruolo a pellicole come «Si alza il vento», «I figli del mare» e «Ride Your Wave», e ha reso i suoni coinvolgenti: la palla, i passi, il pubblico e come muta il suo tifo, ma anche i silenzi, l’assenza dei suoni, il batticuore.

Questo film, che porta lo spettatore sul campo di una partita emozionantissima e gli permette di posare lo sguardo sui rifugi segreti dell’infanzia di Miyagi, merita veramente una visione.

Esiste anche un volume, "The First Slam Dunk re:SOURCE» (Planet Manga), che racconta nel dettaglio l’ideazione e la lavorazione del film, che aiuta ad apprezzare ancora di più il grande lavoro fatto (e include anche la one shot sul playmaker).