Recensione
Therapy Game
8.0/10
Therapy Game è lo spin-off di Secret XXX e ha come protagonisti Minato e Shizuma, fratelli rispettivamente di Itsuki e Shōhei (i protagonisti di Secret XXX). Tutto comincia la notte in cui Shizuma, dopo essere stato lasciato dalla fidanzata, finisce ubriaco nel mix-bar che Minato frequenta abitualmente. Minato, a sua volta scosso da una lite con l’amato fratello, si lascia consolare da Shizuma, e i due passano la notte insieme. Il mattino dopo, però, Shizuma non ricorda nulla. Offeso e ferito, Minato decide di vendicarsi: farà innamorare Shizuma… per poi scaricarlo.
Sebbene l’incipit sembri semplice, la narrazione prende fin da subito una piega coinvolgente, soprattutto grazie alla solida caratterizzazione dei due protagonisti. Minato lo avevamo già conosciuto in Secret XXX: esuberante, provocatorio, sarcastico, passionale, con una punta di cinismo e un’ombra di tristezza sotto la superficie da teppista irriverente. Il rischio principale era che, accanto a lui, Shizuma risultasse un personaggio più piatto e sbiadito. La mangaka costruisce invece un coprotagonista che resiste perfettamente alla presenza sovrabbondante di Minato: Shizuma è maturo, responsabile, empatico, capace di una sobrietà che non lo appiattisce ma, al contrario, gli conferisce spessore. Il suo altruismo e la sua capacità di ascolto emergono sempre come tratti attivi, dinamici: lo spingono a comprendere, a mettersi in discussione, a scoprire Minato e se stesso. Potremmo dire che Shizuma rappresenti la versione più adulta e matura di Shōhei.
Nonostante la maggior parte dei lettori ponga l’attenzione sulle differenze di contenuti tra Secret XXX e Therapy Game, personalmente ho colto più continuità che distacco: il tono generale, l’intento romantico, il bilanciamento tra dolcezza, comedy e introspezione emotiva appartengono allo stesso universo e alla stessa sensibilità narrativa. Va riconosciuto, tuttavia, che la componente drammatica sia leggermente più presente, in particolare nell’esplorazione delle fragilità di Minato, legate alla sua storia familiare difficile. Le scene esplicite, più numerose rispetto a Secret XXX, sono perfettamente integrate nella trama: la mangaka sembra voler osare un po’ per creare situazioni più spicy, ma sceglie di non spingersi troppo oltre. Il risultato è un erotismo più piccante ma non eccessivo, e comunque sempre funzionale al percorso emotivo dei personaggi.
Ritornano con piacere anche Shōhei e Itsuki, protagonisti di Secret XXX, accanto alle drag queen del mix-bar, che regalano momenti di comicità e calore. Compaiono inoltre alcune figure secondarie – i compagni di università di Shizuma, la sua ex fidanzata e i due folli amici gay di Minato – che arricchiscono la storia offrendo una molteplicità di punti di vista e di caratteri.
Tra gli elementi più interessanti – e meno discussi – spicca la riflessione sui pregiudizi legati alla bisessualità. La scoperta di Shizuma di essere bisessuale dopo essersi innamorato di Minato riattiva in quest’ultimo una serie di insicurezze: la paura di non essere abbastanza, il timore di poter essere sostituito da una relazione con una donna, percepita come “più semplice” e socialmente accettata. La mangaka restituisce queste dinamiche con finezza psicologica, mostrando quanto certi pregiudizi interiorizzati possano condizionare anche i legami più sinceri.
Il tratto grafico è dolce, pulito, raffinato. Le stilizzazioni comiche sono vivaci e perfette per spezzare la tensione emotiva.
In definitiva, Therapy Game è un manga ideale per chi cerca una storia romance matura ma non troppo cupa, dolce ma non ingenua, capace di bilanciare introspezione, ironia e sensualità. Se amate storie BL con un buon equilibrio tra dramma, comedy e romanticismo maturo, Therapy Game è una lettura caldamente consigliata!
Sebbene l’incipit sembri semplice, la narrazione prende fin da subito una piega coinvolgente, soprattutto grazie alla solida caratterizzazione dei due protagonisti. Minato lo avevamo già conosciuto in Secret XXX: esuberante, provocatorio, sarcastico, passionale, con una punta di cinismo e un’ombra di tristezza sotto la superficie da teppista irriverente. Il rischio principale era che, accanto a lui, Shizuma risultasse un personaggio più piatto e sbiadito. La mangaka costruisce invece un coprotagonista che resiste perfettamente alla presenza sovrabbondante di Minato: Shizuma è maturo, responsabile, empatico, capace di una sobrietà che non lo appiattisce ma, al contrario, gli conferisce spessore. Il suo altruismo e la sua capacità di ascolto emergono sempre come tratti attivi, dinamici: lo spingono a comprendere, a mettersi in discussione, a scoprire Minato e se stesso. Potremmo dire che Shizuma rappresenti la versione più adulta e matura di Shōhei.
Nonostante la maggior parte dei lettori ponga l’attenzione sulle differenze di contenuti tra Secret XXX e Therapy Game, personalmente ho colto più continuità che distacco: il tono generale, l’intento romantico, il bilanciamento tra dolcezza, comedy e introspezione emotiva appartengono allo stesso universo e alla stessa sensibilità narrativa. Va riconosciuto, tuttavia, che la componente drammatica sia leggermente più presente, in particolare nell’esplorazione delle fragilità di Minato, legate alla sua storia familiare difficile. Le scene esplicite, più numerose rispetto a Secret XXX, sono perfettamente integrate nella trama: la mangaka sembra voler osare un po’ per creare situazioni più spicy, ma sceglie di non spingersi troppo oltre. Il risultato è un erotismo più piccante ma non eccessivo, e comunque sempre funzionale al percorso emotivo dei personaggi.
Ritornano con piacere anche Shōhei e Itsuki, protagonisti di Secret XXX, accanto alle drag queen del mix-bar, che regalano momenti di comicità e calore. Compaiono inoltre alcune figure secondarie – i compagni di università di Shizuma, la sua ex fidanzata e i due folli amici gay di Minato – che arricchiscono la storia offrendo una molteplicità di punti di vista e di caratteri.
Tra gli elementi più interessanti – e meno discussi – spicca la riflessione sui pregiudizi legati alla bisessualità. La scoperta di Shizuma di essere bisessuale dopo essersi innamorato di Minato riattiva in quest’ultimo una serie di insicurezze: la paura di non essere abbastanza, il timore di poter essere sostituito da una relazione con una donna, percepita come “più semplice” e socialmente accettata. La mangaka restituisce queste dinamiche con finezza psicologica, mostrando quanto certi pregiudizi interiorizzati possano condizionare anche i legami più sinceri.
Il tratto grafico è dolce, pulito, raffinato. Le stilizzazioni comiche sono vivaci e perfette per spezzare la tensione emotiva.
In definitiva, Therapy Game è un manga ideale per chi cerca una storia romance matura ma non troppo cupa, dolce ma non ingenua, capace di bilanciare introspezione, ironia e sensualità. Se amate storie BL con un buon equilibrio tra dramma, comedy e romanticismo maturo, Therapy Game è una lettura caldamente consigliata!
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