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Swissiws

Episodi visti: 12/12 --- Voto 3
Davvero non so come si possa salvare questo anime davvero pessimo. Forse chi apprezza le sigle?
Io so che mi ha irritato profondamente fin dai primi minuti, col protagonista (personaggio odioso) e l'amica tettona che si comporta da deficiente per tutto il tempo, con un fanservice irritante a dir poco. Da qui in poi una carrellata di 'spiegoni' da due soldi che si susseguono senza sosta, creando sempre maggior fastidio nel cercare di seguire una trama che ogni tanto ha senso (ma solo ogni tanto). Il numero di personaggi è altissimo per una serie così breve, e il risultato è che tutto viene risolto in brevissimo tempo e con pochi minuti di animazione, con un'ultima puntata assolutamente insoddisfacente.
Mi erano piaciuti poco sia "Chaos:Head" che "Chaos:Child", ma questo è veramente il fondo del barile.


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optimus07

Episodi visti: 12/12 --- Voto 4
Saltata fuori dalla mente dello stesso autore di "Steins;Gate", Chiyomaru Shikura, "Occultic;Nine" è una di quelle opere che cerca di mettere in mezzo un tema ormai diffusissimo negli anime degli ultimi anni (la questione della morte), ma che, a fine visione, lascia nello spettatore un fortissimo senso di vuoto e di rabbia allo stesso tempo. E non perché porta a riflettere, ma perché è tremendamente contorta. O almeno, questa è stata la sensazione che ho provato io alla fine della visione.

Confusione, inquadrature a casaccio, complotti (malriusciti) e personaggi quasi per nulla approfonditi: "Occultic;Nine" è questo e molto altro. Un'opera che cerca in tutti i modi di attirare l'attenzione con una trama che, tra l'altro, è pure estremamente interessante, ma che è stata sviluppata in modo veramente pietoso. Nel cercare di capire ogni dettaglio che veniva aggiunto alla storia, mi sentivo come se stessi guardando "Dark", la famosa Serie TV di Netflix. Dettaglio che spesso era infarcito di nozioni scientifiche a casaccio o da una valanga di parole che servivano soltanto a rendere il tutto ancora più difficile da afferrare. Non sono riuscito in nessun modo a empatizzare con i personaggi (seppur qualcuno di loro abbia un passato interessante); per me erano delle semplici figure che si muovevano nella storia senza una meta. Ognuna di queste figure, poi, è estremamente stereotipata e manca totalmente di un'evoluzione tra il prologo e l'epilogo. Male. Molto, molto male.

Oltre a questo, l'opera ha un grandissimo problema: cerca di strafare in tutto, ma, così, non ha fatto altro che rendere il prodotto finito estremamente noioso e privo di qualsiasi spunto. È un grandissimo peccato, perché, ribadisco, sviluppando la trama molto più lentamente e inserendo molti meno dialoghi, sarebbe potuto venire qualcosa di sicuramente molto più particolare e interessante (e il mio voto, soprattutto, avrebbe raggiunto almeno la sufficienza).

I pochi pregi che sono riuscito a trovare riguardano perlopiù aspetti "esterni" alla storia. Uno di questi è la bellissima sigla d'apertura, cantata dalla famosa Kanako Ito, la stessa di "Hacking To The Gate" e di "Fatima", opening rispettivamente di "Steins;Gate" e di "Steins;Gate 0". Forse sono un po' di parte, perché adoro la sua voce, ma l'ho trovata estremamente coinvolgente, tanto che non la 'skippavo' praticamente mai. Un altro aspetto positivo riguarda la grafica che, sicuramente, non è ai livelli de "L'attacco dei giganti", ma, comunque, si fa guardare con piacere, anche se ogni tanto i personaggi sembrano un po' legnosi. L'ultimo aspetto positivo, invece, è "interno" alla trama: come detto anche sopra, l'opera parte dall'affrontare un tema molto complesso come quello della morte e del post-mortem, e all'inizio ammetto che credevo davvero di avere davanti qualcosa di valido. Purtroppo, ogni cosa è passata in secondo piano, perciò il mio desiderio è sfumato. E non è che pretendessi chissà che cosa di stra-elaborato, sia chiaro. Però, ecco, una volta che si è messo in mezzo un tema così delicato, almeno ci si aspetta che un minimo abbia da raccontare e da raccontarsi. No, neanche quello. È semplicemente rimasto la cornice in cui mettere il racconto e basta.

"Occultic;Nine", dunque, si presenta come un'opera con delle premesse notevoli, ma, purtroppo, queste premesse finiscono per lasciare totalmente delusi. Alcuni episodi incuriosiscono, ma il desiderio di continuare a vedere scema totalmente col tempo. E, ad essere sinceri, mi chiedo io stesso come abbia fatto a concluderla. Mi fermo a 4, e non la consiglio se non ai fan di "Steins;Gate" che vogliono vedere un'altra opera dello stesso autore e a tutti coloro che sono interessati ai temi dei complotti e dell'occulto. Per gli altri, credetemi: vivrete tranquillamente anche senza.


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MegaRoby

Episodi visti: 12/12 --- Voto 10
Inizialmente l'anime può non piacere per lo stile grafico e per l'atmosfera che esso va a creare insieme alle diverse inquadrature che utilizza: queste ultime infatti sono estremamente particolari e "anormali", e rendono l'anime stesso molto caotico ma allo stesso tempo dinamico.
La narrazione è caotica e incalzante, ricca di spiegazioni e termini non semplicissimi, d'altro canto parla di scienza, occultismo e "religione"; la trama è molto intricata e complicata, nei vari episodi vengono svelati indizi su ciò che accade ed è accaduto, dando modo anche a colui che guarda di dedurre cosa è realmente successo e perché. Negli ultimi tre episodi tutti i tasselli vanno al loro posto, e si comprendono appieno tutti gli avvenimenti. Ogni cosa non è lasciata al caso e tutto avviene per un motivo. Vi sono alcune scene un po' macabre, ma tranquillamente trascurabili, un fan-service ridotto all'osso, una dose di fraintendimenti e situazioni simpatiche che rendono l'anime più accattivante.


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npepataecozz

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8,5
A giudicare dalle reazioni suscitate un po' ovunque, non credo proprio che “Occultic;Nine” potrà mai aspirare al titolo di “anime dell'anno”: il numero di spettatori spazientiti, delusi, arrabbiati o che più sinceramente ammettono di non averci capito un tubo è decisamente elevato. Quasi tutti, in particolare, lamentano l'assenza di una spiegazione adeguata agli eventi che si susseguono con l'avanzare degli episodi; e praticamente tutti bocciano l'episodio finale, la cui colpa principale è quella di chiudersi senza aver colmato questa lacuna. Ma è davvero così che stanno le cose? Discutiamone.

Personalmente, dopo averne terminato la visione, ero piuttosto incline a dare credito a queste critiche; in parole povere nemmeno io ci avevo capito un accidente. Tuttavia, dato che m'ero preso la briga di scrivere questa recensione, ho ritenuto doveroso approfondire il livello d'indagine, e i risultati ottenuti sono stati, con mio grande stupore, a dir poco sorprendenti.
“Occultic;Nine” nasce nel 2014 come una light novel, scritta da Chiyomaru Shikura (autore, fra gli altri, del celebratissimo “Steins;Gate”), disegnata da Pako e pubblicata dalla casa editrice Overlap. Nel 2015 la Kōdansha provvedeva a pubblicarne un adattamento manga, affidandone i disegni a Ganjii; l'anno successivo la A-1 Pictures decise di convertirlo in un anime per la regia di Kyōhei Ishiguro e Miyuki Kuroki.
Dopo aver ripreso la figura del sedicente “viaggiatore del tempo” John Titor, Chiyomaru Shikura sposta adesso la sua attenzione sulla controversa figura dell'inventore serbo-americano Nikola Tesla. Personalmente non conoscevo l'opera e il pensiero di questo scienziato; dalla breve ricerca da me condotta ho scoperto che si tratta di un personaggio ancor oggi molto discusso a causa di alcuni suoi progetti mai realizzati relativi ad armi ad altissimo potenziale distruttivo. Nulla invece ho trovato riguardo a presunte teorie paranormali e allo studio della natura dell'anima: l'unica traccia che sembra collegare Tesla a questa storia è la sua teoria (in parte dimostrata empiricamente) secondo cui sarebbe possibile alterare il comportamento dell'uomo attraverso la manipolazione di frequenze radio. Ma non è detto che non ci sia anche altro di cui io ignoro l'esistenza.

Veniamo ora alla trama vera e propria, o meglio quello che di essa si può raccontare senza fare troppe rivelazioni.
Il Chōjō Kagaku Kirikiri Basara (tradotto in italiano col nome di “Assolutaglio”) è un blog affiliato sull'occultismo gestito dal “Dio Neet” Yuta Gamon, un ‘soggettone’ che spera di arricchirsi aumentando il più possibile il numero degli accessi al suo sito. Nonostante il boom dell'occulto verificatosi negli ultimi anni, la posizione del blog e del suo fondatore è molto netta: sono tutte balle, il paranormale non esiste. Assolutaglio, però, non ha un numero di affiliati molto alto, per cui il ragazzo è alla ricerca di nuove idee e di nuove collaborazioni utili a far compiere lo sperato salto di qualità al suo blog e soprattutto al suo portafogli. Spinto dalla sua amica d'infanzia Ryouka a cui, come al solito, madre natura non ha fatto mancare nulla, decide di mettersi in contatto col professor Hashigami Isayuki, un famoso scienziato che da un po' di tempo ha rivolto la sua attenzione allo studio dei fenomeni paranormali; quando si reca nel suo ufficio, però, lo trova morto. Yuta ancora non lo sa, ma questo evento, per quanto tragico, si rivelerà essere solo la punta dell'iceberg di un complotto che finirà per stravolgere completamente la sua tranquilla esistenza.

Come avrete avuto modo di notare, ho deciso di intitolare questa recensione “Occultic;Nine - istruzioni per l'uso”. Questo però non vuol dire che qui troverete la soluzione a tutti i misteri proposti dall'anime, e questo per due motivi: il primo è che questa è una recensione e non uno spoiler; la seconda è che ci sono ancora diverse cose che mi restano oscure, per cui non vorrei azzardare teorie su cui potrei essere sbugiardato. Quello che invece sosterrò con fermezza è che, almeno per quanto riguarda le parti più importanti della storia, l'anime in questione contiene già tutte le risposte che si cercano: sono solo state nascoste con grande cura. Perciò quello che mi propongo di fare è di suggerire al lettore quella che, secondo me, è la strada da percorrere se si vuole raggiungere la tanto sospirata illuminazione.
La prima banalissima cosa da sapere è che “Occultic;Nine” è un anime che mette a dura prova l'attenzione dello spettatore: chi non è interessato o chi preferisce guardare anime che non richiedano un eccessivo livello di concentrazione farebbe meglio a spendere il suo tempo dedicandosi ad altro. Se invece decidete di affrontare la sfida, tenete bene a mente che l'autore fa uso di diversi mezzi di distrazione di massa che fanno il loro lavoro con un'efficacia quasi scientifica: “oppai” enormi e ballonzolanti, false flag, voci che si sovrappongono le une alle altre, lunghe spiegazioni di concetti scientifici complessi, dialoghi a velocità mac 3 e così via.
Ma “Occultic;Nine” è anche un puzzle i cui pezzi mancanti spesso vanno a nascondersi sotto un bicchiere o in una fessura della scatola: l'anime è pieno di indizi, spiegazioni, dettagli e a volte addirittura di evidenze che però lo spettatore non riesce a cogliere subito o che cataloga come irrilevanti; in realtà essi saranno fondamentali per la corretta ricostruzione della storia. Armarsi di pazienza e tenere una costante concentrazione è fondamentale: anche un solo attimo di disattenzione potrebbe compromettere la comprensione di alcune parti della trama.
Pur essendo un anime fantascientifico, “Occultic;Nine” fa dell'uso logica uno dei suoi capisaldi. Proprio per questo l'autore non spiega tutto dettagliatamente, ma spesso lascia allo spettatore il compito di usare la sua capacità d'intuizione per risolvere almeno una parte del mistero; la visione di questo anime richiede, dunque, una partecipazione attiva e non un'osservazione passiva di ciò che accade. Raccogliere tutti i pezzi del puzzle non sarà sufficiente: bisognerà essere anche abili a incastrarli l'uno nell'altro.
Infine, “Occultic;Nine”, così come già “Steins;Gate”, dà una grandissima importanza al fattore temporale ed estende questo concetto dagli attori allo spettatore. Difficilmente, infatti, al primo giro si riuscirà a comprendere troppo; ma, così come fanno i personaggi, si può sempre tornare indietro e ricominciare daccapo per mettersi a caccia dei pezzi mancanti, stavolta con la consapevolezza di sapere cosa e dove cercare.

Ma il gioco vale la candela? Può questo anime giustificare un tale dispendio di energie con una storia di qualità superiore alla media? Rispondere a queste domande mi è già più difficile.
La trama, obiettivamente, è avvincente e ricca di pathos; in particolare mi è piaciuta l'idea di base secondo cui l'uomo nasce già malato, dato che non può evitare la vecchiaia e la morte, e che quindi il compito finale della medicina è quello di trovare una cura a questo male originario.
I tanti personaggi che ruotano intorno a Yota, poi, sono ben costruiti e risultano credibili nel modo in cui affrontano la loro particolare situazione. Protagonista a parte, nessuno spicca in misura maggiore rispetto agli altri, ma il loro contributo allo svolgersi degli eventi è sempre perfettamente bilanciato.
Se, infine, ciò non bastasse, c'è sempre la soddisfazione di riuscire a scoprire quel dettaglio che nessun altro ha notato, come una ragazza che nasconde qualcosa mentre si aggiusta i capelli o altro.
Accanto a tutti questi aspetti positivi c'è però forse un eccesso di zelo nel cercare di renderne difficile la comprensione che potrebbe far storcere il naso anche a chi piace vedere ogni tanto qualcosa di veramente impegnativo.

Per quanto riguarda l'aspetto grafico l'A-1 Pictures ha svolto senza dubbio un ottimo lavoro, grazie a disegni e ad atmosfere che si coniugano benissimo con una storia ricca di pathos e mistero. Di alto livello anche le musiche di Masaru Yokoyama e le due sigle, rispettivamente "Seisū 3 no Nijō" di Kanako Itō e "Open Your Eyes" di Asaka.

A causa delle forti difficoltà interpretative, il rischio che il reale valore di “Occultic;Nine” non venga colto appieno dal pubblico è qualcosa di più di una semplice eventualità: in fondo, immaginare una buona storia non è sufficiente se non la si sa raccontare a chi la ascolta. In questo caso, però, non si tratta affatto di scarsa capacità di comunicazione ma di una scelta mirata, volta a creare un prodotto che stimoli lo spettatore ad osservare e riflettere. Il così tanto criticato finale rappresenta proprio la sintesi di questa impostazione. Chiyomaru Shikura sembra dirci sogghignando: "Perché chiedete una spiegazione adesso, se non ho fatto altro che dirvi come stavano le cose per ben dodici episodi?"


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Benihime

Episodi visti: 12/12 --- Voto 4
A volte si dimentica che c'è qualcosa di gran lunga peggio di una serie banale, senza profondità e mediocre: una serie che si sforza di essere complessa, articolata e profonda, ma fallisce clamorosamente.

"Occultic;Nine" rientra ampiamente in questo secondo caso. Serie con un buono scheletro di trama, con alcune trovate interessanti, ma, non appena cerca di scendere un po' nei dettagli e di scavare un po' in profondità, piena zeppa di errori drammatici e di confusione.
"Occultic;Nine" mischia sovrannaturale e fantascientifico, ma, mentre nel primo aspetto riesce abbastanza bene, fallisce miseramente nel secondo. Una serie che è un insulto alla logica dello spettatore, una serie che cerca di nascondere le sue drammatiche carenze dietro paroloni difficili ma vuoti di significato e una narrazione dei primi episodi inutilmente ingarbugliata e confusionaria.
Chiunque abbia un minimo di basi di fisica e matematica è in grado di riconoscere le tonnellate di frasi completamente senza senso costruite ammassando termini scientifici di cui evidentemente gli autori non conoscono il significato (tipo "Tizio ha un elettromagnetismo alterato", che non vuol dire una fava, visto che "elettromagnetismo" è il nome di una branca della fisica e non una quantità misurabile; oppure "supponendo che la frequenza abbia una costante elastica come la materia": la frequenza è un numero, non un oggetto, che diavolo di proprietà elastiche dovrebbe avere?).

Nei primi episodi i riferimenti "scientifici" sono pochi e sporadici, abbastanza da essere ignorati e potersi intrattenere in modo discreto con la trama, ma negli ultimi episodi tendono a occupare la quasi totalità dei dialoghi, rendendomi quasi impossibile la visione della puntata.
Il finale è la ciliegina su questa torta di escrementi. Le spiegazioni, oltre che completamente assurde, sono insufficienti non solo da un punto di vista scientifico ma anche narrativo: alcuni personaggi ed eventi, che fino a quel momento non avevano trovato un ruolo o una spiegazione, continuano a non averlo. Storie non concluse, finale frettoloso, presunti colpi di scena che stanno insieme con lo sputo, abbandono della scienza e dell'occulto per avvenimenti da majokko da quattro soldi, il tutto condito con una spruzzata di sentimenti da romanzetto rosa.

Non mi dilungo nemmeno sulle altre carenze (personaggi piatti e abbastanza dimenticabili, altri inutili e che non danno nessun contributo alla trama, tipo la ragazzina che si occupa di magia nera o la mangaka o l'albino), perché sono tutto sommato solo un problema di mediocrità, che, come ho detto all'inizio, non è il male peggiore.
Una scrittura competente delle spiegazioni avrebbe potuto rendere la serie decisamente interessante, invece ha preferito sperare che il pubblico fosse un branco di deficienti incapaci di capire due acca di fisica di base.


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SahMirror

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>

Trama: questa storia di “scienza paranormale” segue le vicende di nove ragazzi più o meno legati tra loro dal “Chōjō Kagaku Kirikiri Basara”, un blog sull’occulto gestito da Gamoten, uno studente del secondo anno di liceo. Delle incongruenze che avvengono intorno a questi nove ragazzi condurranno a un evento più grande e inimmaginabile che potrebbe finire per alterare ciò che, in genere, in questo mondo viene considerato “senso comune”.

E' una serie in simulcast della stagione autunnale appena trascorsa di dodici episodi, con una trama all'apparenza complessa che viene snocciolata in maniera equilibrata durante tutti gli episodi; contiene due o tre colpi di scena (quasi) in grado di tenerti incollato allo schermo.

L'anime parte in quarta con l'omicidio di un noto scienziato dedito allo studio delle pratiche occulte, dopo una breve presentazione di alcuni dei personaggi principali. Poche ore dopo la scoperta del cadavere, l'attenzione si sposta a un evento di più grandi proporzioni: 256 cadaveri riemergono nel giro di poche ore da un lago in città. Ed è a questo punto che la storia prende definitivamente forma. I personaggi iniziano a interagire tra loro, creano legami, indagano sul "caso dei 256" e scoprono di esservi legati più di quanto potessero immaginare all'inizio. Infatti, tutti e nove non sono altro che vittime dell'incidente del lago che si scopre non essere un incidente, ma piuttosto il triste epilogo di un esperimento scientifico che ha lo scopo di creare una sorta di vita eterna.

Ogni cosa non è lasciata al caso e tutto avviene per un motivo. Anche la presenza di alcuni dei personaggi potrebbe sembrare inutile o tralasciata, ma, indirettamente (o direttamente, se si riesce a seguire il filo conduttore di ogni dialogo) portano i personaggi più attivi alla soluzione definitiva: tornare in vita e sabotare l'esperimento scientifico che porterebbe all'alterazione del mondo conosciuto.
Anzi, sono proprio due dei personaggi "secondari" ad avere i ruoli chiave: un uomo misterioso che finge di essere un demone ma che in realtà è in grado di scollegare (morire) la propria anima e poi tornare a vivere, e una disegnatrice in grado di fare esattamente la stessa cosa e che grazie ai suoi disegni "del futuro" dà indizi importanti senza essere del tutto presente nella storia.

Insomma, lo svolgimento della trama è abbastanza semplice, se si riesce a seguire i dialoghi super veloci, che possono apparire fastidiosi ma in realtà rendono tutto più realistico, se si pensa anche che la storia si svolge in un arco di tempo di appena otto giorni.

Ho adorato il modo in cui si è riusciti a unire senza sbavature due cose apparentemente incompatibili: la scienza e l'occulto.

Ottimi l'animazione, i tempi e i dialoghi. Non c'è nulla di superfluo, come tristemente accade in molte serie. Anche il personaggio più svampito ha in realtà un ruolo fondamentale.

Da vedere assolutamente. E per i più duri di comprendonio ho un consiglio: rivedetelo. Leggete bene ogni dialogo, prendetevi il tempo che la serie non dà e vedrete che riuscirete ad apprezzare l'opera.

A questo punto, vi chiederete come mai non ho dato 10 (o forse no?!)... È presto detto: per quanto io possa essere oggettiva, non riesco a mandare giù la fine. Gamotan è il personaggio che più di tutti è in grado di suscitare sentimenti (seppur contrastanti, per quel che mi riguarda) nello spettatore, è il più "umano" ed è per questo che, nonostante io capisca perfettamente che ci sta tutta, non riesco ad accettare la sua fine (che fine non è).