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Nagisa98

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4,5
Tre stagioni dopo la messa in onda della prima parte, nell’autunno del 2009 arriva la seconda e ultima parte dedicata alla visual novel “White Album” dello studio Leaf. Naturalmente, la nuova serie riprende da dove quella precedente si era fermata, tant’è che le tredici puntate di cui è composta si possono considerare gli episodi 14-26.

Se la prima stagione si poteva considerare uno degli anime più confusi e malriusciti che abbia visto finora, questa “2nd season” non è da meno. La sceneggiatura, infatti, è rimasta pressoché invariata: come al solito, è piena di buchi e priva di senso logico. Il perché delle azioni dei personaggi rimane spesso senza spiegazione, così come le loro parole e i loro pensieri. L’unico aspetto che è andato via via scemando è la noia: questo perché è impossibile rimanere indifferenti, e non sentirsi il sangue ribollire delle vene, dinanzi alle stupidaggini poste in essere dal nostro caro protagonista. Anche il bel Touya, infatti, è leggermente cambiato rispetto alla prima serie, e purtroppo non in meglio: se in precedenza si poteva rintracciare almeno un briciolo di pudore e dignità nelle profondità più recondite del suo animo, nell’anime in questione il ragazzo ha proprio toccato il fondo ed è ormai diventato irrecuperabile. Ma, ovviamente, le ragioni che stanno dietro al suo comportamento non ci è dato conoscerle. Anzi, a dirla tutta, hanno cercato di giustificare le sue azioni con un riflesso pseudo-psicologico che non sta né in cielo né in terra e che è legato al misterioso flashback della sua infanzia che più volte ci hanno proposto. Il tutto accade negli ultimi due episodi, i quali cercano di chiudere in bellezza la faticata storia. Ma la conclusione, come ci si poteva aspettare, è in perfetto stile “White Album”: molto confusa e che, in realtà, non conclude un bel nulla. Se un finale aperto era appena accettabile per il tredicesimo episodio, lo stesso non si può dire per il ventiseiesimo. Non si capisce, infatti, come vada esattamente a finire e come si siano modificate le relazioni tra i vari comprimari. Evidentemente, neanche gli autori sapevano come ovviare, o almeno mettere un punto fermo, a tutto il caos che loro stessi avevano creato.
Il discorso sui personaggi, poi, non va tanto meglio. In questa “2nd season” abbiamo infatti conosciuto il lato più miserabile di persone come Eiji, Tamaru o Hiiragi; alcune ragazze (come Rina, ad esempio) che prima si potevano a malapena salvare, a questo giro mi sono completamente scadute; per finire, dell’approfondimento di gran parte del nostro splendido cast non si è vista neanche l’ombra (non che ci sperassi più di tanto, comunque). Dimenticavo che un’altra dea, ovvero Menou Matsuyama, si è aggiunta al folto gruppo. Come se i problemi non fossero già abbastanza.

Arriviamo al lato tecnico. Nella recensione della prima serie avevo detto che character design e animazioni facevano la spola tra il discreto e l’inguardabile. In questa nuova stagione è lo stesso, anche se potrei affermare che nei loro momenti migliori siano un tantino migliorati. In quelli peggiori, però, l’istinto di cavarsi gli occhi sopraggiunge sempre. Le OST sono rimaste le stesse, mentre abbiamo cambiato opening ed ending: la prima non regge il confronto con la stupenda “Shin’Ai”, mentre la nuova sigla di chiusura, “Akai Ito”, è stata davvero una bella sorpresa.

Tirando le somme, “White Album” non finisce nel migliore dei modi. A fare da padrone ci sono sempre una pessima sceneggiatura (un po’ il suo marchio di fabbrica) e dei personaggi alquanto malriusciti, tra cui ovviamente spicca l’irritante protagonista. Di lati positivi ce ne sono pochi: un buon comparto sonoro e alcuni retroscena sulla vita delle idol e delle case di produzione. Insomma, una serie che mi ha profondamente delusa: anche qui il voto è 4 e mezzo.


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ciante27

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Attenzione: la recensione contiene spoiler

E' il sequel di "White Album" e ripartiamo da dove eravamo rimasti alla fine della prima stagione.

Trama: le vicende seguono sempre la relazione tra la idol Yuki e Fujii Touya, il suo fidanzato. In questa stagione compariranno gli stessi protagonisti della prima e seguiremo lo sviluppo della storia tra i due, con i problemi di una relazione che va a crearsi a causa del lavoro di Yuki, che non permetteranno ai due di vedersi molto spesso. La trama della seconda stagione di "White Album" scorre molto più velocemente rispetto alla prima, per il mio parere, anche perché i personaggi ormai si conoscono tutti e quindi c'è più tempo per sviluppare una trama invece di farci conoscere il carattere di ognuno. La trama è buona, pur essendo un genere harem si ha come l'impressione che sia qualcosa di più, visto che rispetto ad altri anime harem il protagonista non rifiuterà tutte tranne l'amore della sua vita, ma farà quello che si sente nel momento, correndo i rischi che seguiranno le sue scelte.

Personaggi: devo ammettere che i personaggi sono molto ben riusciti, a parte la protagonista che penso sia messa lì solo per cantare la canzone di White Album fino all'ultima puntata, dove si rivaluterà un pochino, anche se trovo impossibile che lei non si arrabbi mai. Degna di nota la manager di Yuki, vera lavoratrice disposta a fare di tutto per il futuro della sua cantante, anche se in fondo si capisce che anche lei ha un cuore. Gli altri personaggi si legano bene alla storia e, anche se a volte in modo un po' banale, riescono a guadagnare la simpatia di chi guarda l'anime.

Disegni: non sono un intenditore, però i disegni scorrono bene sullo schermo, anche se non c'è mai il salto di qualità rispetto a prodotti del 2009; si può facilmente dire che hanno mantenuto il character design della prima serie senza osare o rischiare di esagerare.

Musica: le musiche sono buone, seguono molto la trama e si sentono nei momenti cruciali dell'anime; forse qualcuno si sarebbe aspettato qualcosa in più, considerando il genere musicale, però devo ammettere che secondo me sono appropriate e non è stato fatto uno uso eccessivo, guardando di più ai sentimenti dei protagonisti che alle parole delle canzoni.

Finale: Un finale? Boh, penso che si possa chiamare così, anche se rimani un po' con l'amaro in bocca. Ancora devo capire chi saluta Touya mentre scende le scale, anche se sembrerebbe che tutte se ne vadano da lui per un motivo o un altro.

Consiglio questo anime a chi ama il genere harem e sentimentale, perché rispetto ad altri non bisogna aspettare l'ultima puntata per vedere un bacio; fa capire anche quali sono i problemi legati a una situazione lavorativa e di vita che i nostri protagonisti dovranno superare.


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ReiRan->--@

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Attenzione: la recensione contiene spoiler

White Album è composto da due serie di 13 puntate, l’una la prosecuzione dell’altra, quindi è necessario vedere prima W.A. I e poi W.A. II.

Nella seconda serie, Tōya e Yuki continuano a stare insieme ufficialmente, ma non fisicamente. Almeno prima entrambi cercavano di contattarsi, ora è Yuki a cercare Tōya, quasi sempre in vano, malgrado la segreteria telefonica. Un tentativo a senso unico, difficoltoso in quell’epoca non tanto lontana in cui ancora non esistevano i cellulari. La mancanza di tempo e contatto continuano ad incidere negativamente sulla coppia. Da una parte la carriera di idol di Yuki è decollata, la ragazza è alle prese con apparizioni televisive, interviste, festival musicali, e come sempre con lo studio di canto. Dall’altro Tōya è sempre più “distratto” dalle donne che gravitano intorno a lui, e la manager di Yuki non basta più. È solo parzialmente sfiorato dalla malattia del padre che sembra scivolargli addosso. Ora Tōya passa allegramente da un letto a un altro, da una donna a un’altra.
A un certo punto, guardando l’anime, mi è sembrato di rivedere una versione universitaria di School Days, salvo il diverso finale, ma qui anche l’introspezione e l’analisi psicologica dei personaggi sono ad un livello più elevato e maturo. Le situazioni sono più adulte, non ci sono strani imbarazzi e rossori. Fatto sta che irrealmente tutte si innamorano di Tōya e lui di certo non si fa pregare. A volte oppone labile resistenza per poi semplicemente farsi trasportare. Manca di carattere? È annoiato? Ma forse non è questo il punto. Forse Tōya è incapace di amare? Il mistero verrà risolto nell’ultima puntata.
Comunque la si voglia vedere, il risultato è un harem, ambientato ai bordi dell’università nel rutilante modo delle Idol.
Non so se sono io, ma il finale ulteriore, quello dopo la sigla, non si capisce e ti lascia lì come un fesso… chi sta salutando Tōya? Non ci è dato saperlo.
Non lo disprezzo, ma non lo adoro. Infondo l’ho seguito fino alla fine: quindi 7, visto che 6 e ½ non esiste