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Atenaide

Episodi visti: 4/4 --- Voto 4
Siamo in un futuro lontanissimo, governato esclusivamente dalle macchine, robot di varie dimensioni con vari compiti il cui scopo è portare avanti Eden 3, una società puramente tecnologica. Un giorno spunta una bambina umana, non si sa da dove venga e due androidi prima pensano se denunciarne l’esistenza, poi, capiti i rischi per la creaturina, decidono di prendersene cura a loro rischio e pericolo, affrontando un esilio piuttosto che la rappresaglia.
Sara, la bimba, cresce come una ragazzina normale, serena, affettuosa, scapestrata, in un gruppo di robot che sono la sua famiglia e in una puntatina esplorativa in un luogo interdetto dai robot genitori, scopre un relitto dei secoli passati e sente una voce umana, di una ragazza, che chiede aiuto da Eden 3. Non può resister a quella richiesta d’aiuto, lanciato poi da una creatura a lei simile, forse l’unica al mondo e prende una decisione difficile e rischiosa, tanto più che Zero, il robot a capo della città, convinto che l’umanità abbia solo distrutto la natura, vede come punizione possibile solo la morte di ogni singolo essere umano e si è attivato con le sue truppe affinché al mondo non restino che i robot.
Comincia qui l’avventura di Sara, alla ricerca di una verità dolorosa, perché solo scoprirla porterà al riscatto di un’intera specie, di cui lei è l’unica possibile salvatrice o boia.

La trama di per sé è molto evocativa e può parere davvero interessante, peccato per molte cose.
Innanzitutto c’è il cliché uomo-macchina; l’assoluto protagonismo di una ragazzina mossa da moti spontanei, che alla lunga risulta snervante; l’eccessivo patetismo delle scene, il cui risultato è rendere la visione, per assurdo, apatica; la narrazione rapida e pilotata, retta da vere e proprie scene madri, come i pianti di Sara o i discorsi roboanti di Zero, zoppica. Il finale fa un po' mecha e termina con un buonismo eccessivo, ma la parte in cui dal deserto emergono delle capsule è davvero potente, compreso il momento in cui Sara decide cosa fare dell’umanità. Boia o salvatrice?

Molto interessante è la sottotrama, che narra di come un professore avesse promesso alla sua bambina malata terminale, in un ecosistema insterilito dall’uomo e in cui non crescevano piante se non in laboratorio, un mondo migliore, pieno di alberi, di frutti, un eden, insomma. Aveva ottime potenzialità di sviluppo.

A livello di grafica non ci siamo: il chara design è orrendo, tutto un 3D. E pazienza per i robot, i cui disegni sono passabili, gli umani no, sono inguardabili. I fondali sono belli da vedere, invece. Da segnalare è Eden 0, davvero evocativa nel suo stato di abbandono.
A livello sonoro resta davvero poco, non c’è nulla di memorabile.

Concludendo, quest’anime ha dei buoni elementi ma li gioca in chiave troppo semplicistica. L’intreccio potrebbe funzionare, ma la gestione della trama fa acqua da tutte le parti, è tutta un deus ex machina. Il protagonismo di Sara è snervante e l’averla scelta come protagonista fa riflettere sul target effettivo dell’opera, la cui destinazione non è un pubblico adulto, che vede una narrazione su temi già visti e già sentiti espressi in modo non originale, né elaborato. La sua brevità fa poi riflettere sui tempi d’attenzione del pubblico desiderato, forse.

Per tutti questi motivi non mi sento di dare un voto meritevole ad un’opera che giudico di buona volontà, ma di poco impegno.