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Gald

Volumi letti: 8/8 --- Voto 9
Wolfsmund è un manga ideato, scritto e disegnato da Mitsuhisa Kuji, la famosa assistente di Kentaro Miura, autore di Berserk.
Il manga è edito in Italia grazie a J-POP, che pubblicò i primi due volumi tra luglio e agosto del 2012, per poi pubblicare i restanti sei volumi tra giugno 2018 e maggio 2019.
L’opera nacque in Giappone nel 2009 ed iniziò ad essere pubblicata a partire dal 2010 sulla rivista Fellows! dell'editore Enterbrain, terminando nel 2014.

TRAMA
Wolfsmund è ambientato nei primi anni del XIV secolo, la vicenda ruota principalmente attorno al famoso Passo del San Gottardo, importante via di collegamento fra i territori della Svizzera e dell’Italia.
Proprio qui si trova la fortezza Wolfsmund, ossia “le fauci del lupo” in lingua tedesca, presieduta dal famigerato e cruento balivo Wolfram.
I tre cantoni forestali di Uri, Svitto e Untervaldo formano la Waldstätte, da poco tempo conquistata dagli Asburgo del Ducato d’Austria, motivo per cui iniziano ad insorgere tra le montagne varie ribellioni e proteste, sedate in diversi modi.
Gli Asburgo inoltre controllano il Passo del San Gottardo proprio grazie al temutissimo balivo Wolfram che lo presiede. Egli agisce sotto gli ordini del duca Leopoldo I ed è l’artefice di numerosi stratagemmi che fanno in modo che la zona rimanga sorvegliata e che lo scambio di merci e uomini sia regolato e visionato. In questo meccanismo la fortezza Wolfsmund risulta essere efficiente e strategicamente di vitale importanza per gli Asburgo.
Wolfram, risulta essere un balivo sadico e cruento, senza scrupoli davanti alla vita delle persone. Egli svolge il suo ruolo senza errori e senza sbavature, nessun fuggiasco che tenta di portare i messaggi da una parte all’altra del Passo, in modo da organizzare un piano per insorgere contro la repressione, riesce a superarlo, tanto che gli abitanti del luogo iniziano a dubitare della natura umana di Wolfram, credendolo mandato dal demonio.
Dopo i numerosi tentati di passaggio del valico da parte di clandestini intenzionati ad insorgere, dopo diverse peripezie di vari personaggi che verranno eliminati uno ad uno da Wolfram, dopo le vicende inerenti al leggendario eroe svizzero Guglielmo Tell e alla sua famiglia, la storia avrà un’accelerata improvvisa che porterà le vicende ad evolversi indirizzando il racconto verso la famosa Battaglia di Morgarten del 15 novembre del 1315. Proprio attraverso questo importantissimo evento storico verranno gettate le basi per l’indipendenza della Svizzera.
Che dire della trama? Mitsuhisa Kuji riesce a calibrare alla perfezione finzione narrativa, eventi storici realmente accaduti, mito e leggende senza cadere mai nel banale e senza forzare troppe volte il racconto.
Infatti, credo che l’unica forzatura vera e propria che possiamo notare nello sviluppo della storia dell’opera, sia il salto narrativo che possiamo notare durante il terzo volume, pubblicato tra l’altro diversi anni dopo il secondo. In questo caso la storia cambia troppo velocemente direzione passando dal narrare le vicende legate al Passo del San Gottardo, dove Wolfram terrorizza i passanti, alle vicende inerenti alla battaglia di Morgarten, che porteranno all’indipendenza elvetica.
Proprio in questo salto temporale non ci sono sfumature, il lettore è brutalmente spostato da una vicenda all’altra senza quasi il tempo di riflettere.
Altra piccola pecca narrativa, legata al profilo dei personaggi, è il poco utilizzo dell’importantissima figura di Guglielmo Tell. Un personaggio così importante in questo contesto andava impiegato meglio, a maggior ragione proprio per le vicende trattate.
Spesso la narrazione risulta anche fin troppo ripetitiva ma, esclusi questi accorgimenti, scorre in modo molto fluido dal quarto volume in poi, portando le vicende a concludersi nel migliore dei modi sfruttando la potenza storica del racconto e il pathos dei personaggi.
Inoltre, ho notato che il fan-service utilizzato dalla Kuji cala improvvisamente e visibilmente dal terzo volume in poi, a mio parer senza un apparente motivo se non per trattare meglio le vicende legate all’indipendenza conferendo maggiore importanza e dignità storica al racconto.
Va comunque evidenziato il perfetto utilizzo di ambientazioni cupe e tetre, che gettano il lettore all’interno di luoghi tipicamente medioevali, e l’utilizzo di sensazioni cariche di rabbia e angoscia, che sottolineano la voglia di indipendenza degli abitanti delle Alpi.
A parer mio la parte iniziale, ossia quella racchiusa nei primi due volumi, risulta essere un piccolo capolavoro della narrazione a fumetti, ricca di teatralità, cattiveria, angoscia, rabbia e terrore rappresentati alla perfezione grazie al personaggio di Wolfram, perfettamente riuscito. Purtroppo questa vivacità cala leggermente nei volumi restanti, per poi riprendersi nell’ultimo volume dove le scene finali, ricche di adrenalina e sentimento, fanno quasi venire i brividi al lettore.

DISEGNO
Non avendo mai letto Berserk non posso paragonare il disegno di Mitsuhisa Kuji con quello del leggendario Kentaro Miura, si può però riscontrare a primo impatto un tratto molto più stilizzato di quello di Miura, anche se, fortemente e visibilmente, a lui ispirato.
Il tratto risulta quindi essere molto particolare, oserei dire gotico, sfociando quasi in uno stile di disegno molto vicino a quello del fumetto europeo.
Sfogliando le pagine si può inoltre notare una curata precisione nell’ordine delle vignette, spesso quadrate e regolate in modo da seguire un percorso lineare che ben si adatta alla storia.
Ritengo quindi che il disegno sia uno degli elementi meglio riusciti dell’opera, non tanto dal punto di vista della bellezza artistica, ovviamente, quanto piuttosto dal punto di vista stilistico. Essi infatti risultato essere perfetti proprio per il racconto e per quello che l’autrice vuole esprimere.
I personaggi sono ben disegnati, ma a parer mio sono bellissimi anche i fondali, il paesaggio e le ambientazioni lugubri e spesso da incubo che creano quasi angoscia al lettore.
Il disegno, inoltre, nel corso della storia non peggiora, non cala come in molte altre opere, non diventa nemmeno più frettoloso o approssimativo ma resta lo stesso dal primo all’ultimo volume, dando sotto questo punto di vista una continuità molto importante all’opera.

PERSONAGGI
In Wolfsmund è molto facile parlare dei personaggi ma molto difficile parlare del protagonista, questo per un semplice motivo: non esiste un vero e proprio protagonista nel racconto. Spesso, quando entra in scena un personaggio importante, che dà come l’impressione di trainare il racconto, dopo pochi capitoli esce di scena barbaramente ucciso. Questo accade soprattutto per quanto riguarda il discorso legato ai primi due volumi.
Un protagonista in carne ed ossa vero e proprio, come detto qui sopra, a parer mio non esiste.
Inizialmente il ruolo di protagonista era forse rivestito proprio dalla fortezza Wolfsmund che si incarna in Wolfram. Successivamente però capiamo che in realtà la vera ed unica protagonista del racconto, simbolo dell’opera e di ciò che l’autrice vuole trasmettere, è la voglia che hanno di insorgere gli abitanti delle montagne di Svitto, Uri ed Untervaldo, ciò che muove il racconto è proprio questo desiderio di libertà dall’oppressione degli Asburgo.
Questo, infatti, penso sia il punto di maggior spicco del manga, il punto chiave che rende questa opera un vero e proprio capolavoro al di là dei vari errori, storici, artistici e stilistici che troviamo tra le pagine.

EDIZIONE
In Italia è possibile acquistare Wolfsmund grazie a J-POP, che ha pubblicato questo titolo in otto volumi al prezzo di 6,90€ l’uno in una edizione molto buona e ben curata, con sovraccoperta e pagine bianchissime.

Wolfsmund è un manga semplicemente bellissimo, un titolo diverso dal solito che consiglio a tutti, ma veramente a tutti, soprattutto a chi è appassionato di titoli storici e a chi ama le ambientazioni cupe, le storie tese e ricche di crudeltà, a chi ama quel genere di opere dove l’autore lavora principalmente sulla psicologia dei personaggi.
Wolfsmund a parer mio può essere considerato un capolavoro, un’opera dove a far da protagonista c’è la voglia di libertà degli abitanti delle Alpi, semplici pastori e contadini che nel 1315 hanno pagato con il sangue la loro libertà e che oggi, ormai da secoli, sono riuniti tutti sotto un’unica grandiosa bandiera, quella della Svizzera!

TRAMA: 9
DISEGNO: 8
PERASONAGGI: 10
EDIZIONE: 9

VOTO CONCLUSIVO: 9


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gats

Volumi letti: 2/8 --- Voto 7
Wolfsmund è un manga di Mitsuhisa Kuji, che prima di questa serie è stato uno degli assistenti di Kentaro Miura, famoso autore di Berserk. Fin dalle prime pagine si può notare l'influenza di Miura nelle atmosfere e, in un certo senso, nei disegni del manga, che però si presentano un po' più semplici rispetto a quelli dell'autore di Berserk.

I primi due numeri presentano, in realtà in modo un po' ripetitivo, le disavventure di varie persone che, per diversi motivi, devono ottenere il permesso di oltrepassare il passo del San Gottardo per passare dalla Svizzera all'Italia. Il passo però è sorvegliato da un sorvegliante abilissimo nello scoprire chi vuole superare il posto di blocco per tramare contro l'io sovrano. Egli non si fa problemi a sottoporre i poveri complottisti malcapitati a torture e sevizie per farli parlare e confessare.

Caratteristica particolare dell'opera, fino ad ora, è la mancanza di un vero e proprio protagonista. Infatti l'unico personaggio davvero fisso è il guardiano del passo, che comunque non appare troppo spesso.
Di fatto l'opera potrebbe diventare peggiore o migliorare con l'andare dei numeri; questi primi due non permettono di avere una vera e propria visione di quello che potrebbe essere il manga nel suo continuo. Aspettando, quindi, di vedere i prossimi numeri, presto gli assegno un voto intermedio, confidando di vedere in essi nascere un'effettiva storia che si incanali dei giusti binari per renderla un'ottima opera.


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mrodonto

Volumi letti: 2/8 --- Voto 8
“Wolfsmund” è un manga scritto da Mitsuhisa Kuji, che nel suo curriculum può vantare l'essere stato uno degli assistenti del grande Kentaro Miura, l'autore del celebre “Berserk”. Le atmosfere che Kuji trattegia nel suo Wolfsmund risentono in maniera pesante di questa sua esperienza lavorativa, come dimostrano l'ambientazione medieveale e la rappresentazione cruda e violenta di quest'epoca.
La costruzione dei primi due volumi si ripete in maniera costante nel presentare dei personaggi che si trovano, per diverse esigenze, a dover oltrepassare il passo del San gottardo per passare dalla Svizzera all'Italia. Il permesso di poter oltrepassare questo posto di blocco viene però assegnato da un sorvegliante abilissimo nello scovare chi intende compiere questo percorso per intessere intrighi e cospirazioni contro il Sovrano. Ne conseguono indicibili torture per la gioia di tutti coloro che hanno apprezzato la violenza di Berserk.

Tratti distintivi di questo manga sono una grafica più "stilizzata" rispetto allo stile del sensei Miura, a cui Kuji inevitabilmente si rifà, e la presentazione delle vicende con l'utilizzo di uno stile per così dire "squadrato" nell'impostare le pagine del manga. La suddivisione delle tavole segue un percorso abbastanza lineare, con un susseguirsi di vignette quadrate ben ordinate, con una serie di baloon rettangolari al cui interno l'editore ha scelto di utilizzare un font altrettanto quadrato, diverso da quello che ritroviamo di solito nei manga, conferendo al tutto uno stile da fumetto occidentale, a parer mio un po' gotico.

Per ora il manga ha i suoi punti di forza nella crudeltà con cui l'autore ha deciso di presentare i primi tentativi di passaggio del Wolfsmund da parte dei protagonisti. Non mancano nemmeno le scene dedicate ad un pubblico maturo, con scene di sesso o torture veramente originali e sadiche. Ad ogni minisaga i personaggi al centro della scena cambiano, lasciando al lettore pochi punti fermi che, nell'arco di soli due numeri, stanno già venendo meno per una serie di motivi che scoprirà chi avrà la curiosità di immergersi nella lettura di “Wolfsmund”.
Attualmente, dunque, il vero protagonista del manga sembrerebbe essere il guardiano del passo del San Gottardo, che però appare solamente al momento in cui i personaggi principali, che hanno rubato gran parte della scena per presentare la loro storia, arrivano al famigerato Wolfsmund. La curiosità di capire se il manga continuerà a snodarsi nella costruzione ad episodi autoconclusivi o se avrà una svolta di più ampio respiro lascia per il momento una discreta impazienza di sapere come si svilupperà il racconto. Sarebbe una delusione scoprire che magari il manga si concluderà in pochi numeri mantenendo questa struttura, nel qual caso abbasserò il mio giudizio. Se però, come spero, “Wolfsmund” prenderà una piega inaspettata e svilupperà saghe più articolate e meno fini a se stesse, bhè, potrebbe diventare un manga veramente interessante... Il secondo volume, al suo termine, presenta già un bel colpo di scena e sono veramente curioso di sapere che sviluppi avrà questo manga! Speriamo in bene!
Intanto consiglio la lettura di “Wolfsmund” agli stomaci forti e agli appassionati di manga crudi e per il momento assegno un 8 pieno da rivedere a rialzo o a ribasso a seconda di come si svilupperà il racconto!