The Return of Son Goku and FriendsDopo undici anni dall’ultima avventura animata di Dragon Ball, Shonen Jump decide di regalarci un nuovo capitolo della saga shonen più famosa di tutti i tempi: Dragon Ball Special - Yo! The Return of Son Goku and Friends!! (Ossu! Kaette kita Son Goku to nakama-tachi). La prima proiezione del cortometraggio – 35 minuti circa – è avvenuta in occasione dei festeggiamenti per il quarantennale di Monthly Shonen Jump e del Jump Super Anime Tour, evento itinerante appena concluso che ha fatto tappa in dieci importanti città del Giappone. L’ideazione dell’episodio è stata affidata ad Akira Toriyama stesso, per evitare polemiche e critiche come nel caso della terza serie dell'anime, Dragon Ball GT.

Attenzione! Contiene spoiler!

Ambientato due anni dopo la saga di Majin Bu, quasi a voler porre una pietra sopra il successivo GT, lo speciale vede il protagonista Goku che, in un mondo ormai in pace e libero da ogni minaccia, si ritrova disoccupato a coltivare rape nell’orto di famiglia (ancora ferma a Goten, per cui scordatevi quell’impiastro di Pan). Il tranquillo scorrere degli eventi viene interrotto dalla fine dei lavori di costruzione del Satan Hotel, monumento commemorativo per la sconfitta del demone Majin Bu da parte dell’eroe mondiale Mr. Satan (o almeno questo è ciò che crede la popolazione). Ecco che il wrestler organizza una grande festa per i “Guerrieri Z” e gli altri personaggi della serie.
Assistiamo quindi al raduno di tutti, o quasi, i personaggi più importanti delle serie passate: fa una breve apparizione persino Lunch. Incomprensibile invece l’assenza di Tenshinhan e Chaozu (e volendo anche di Baba). Rivediamo i vari Vegeta, Piccolo, Bulma, Crilin, Yamcha, C-18, Yajirobe, il maestro Muten, Videl, Goten, Trunks, Chichi, Olong, Puar, persino re Kaio il Sommo, Kibitoshin, Majin Bu grasso col cane, e altri... volendo cercare il pelo nell’uovo si potrebbe lamentare l’assenza dell’aureola sulla testa di Kaio il Sommo, sacrificatosi nella lotta contro Bu per permettere la resurrezione di Goku e il suo ritorno sulla Terra.

L’episodio tenta chiaramente un ritorno alle origini, alla comicità demenziale e sopra le righe della prima serie, un po’ lo stesso tentativo fatto con l’introduzione di Goten e Trunks, nonché del Majin Bu grasso e di Mr. Satan, sul finire di Dragon Ball Z, riuscendoci solo in parte.
Risultano quindi apprezzabili alcune idee come la gara a chi estrae la rapa più lunga o quella del maestro Muten a forma di corpo femminile con annesso il canonico sangue dal naso.
Meno riuscita la scelta di ridicolizzare il personaggio di Vegeta, facendolo litigare con Goku su qualsiasi inezia, e finendo per snaturarlo. La vena comico-demenziale raggiunge tuttavia i vertici con i personaggi introdotti per l’occasione.
Il primo ad entrare in scena è Tarble, Saiyan con tanto di coda e navetta spaziale che ricorda un Vegeta in miniatura se non fosse per l’espressione più gioviale, col dichiarato scopo di rievocare con nostalgia l’inizio della serie Z, riesumando anche il vecchio discorso sull’aura variabile e sulla scarsa utilità dello scouter (il rilevatore di forza). Si scoprirà poi che il giovane altri non è che il fratello minore di Vegeta, spedito su un altro pianeta per lo scarso livello di forza alla nascita (e per fortuna che i Saiyan si erano estinti…).
Insieme a lui conosceremo anche la consorte, originaria del pianeta che Tarble avrebbe dovuto conquistare, ma in cui ora vive in pace (déjà vu?), che a giudicare dall’aspetto della ragazza (?) non deve essere molto dissimile da Digiworld.
Ci sono poi Avo e Kado, i due nemici più stupidi mai visti in tutta la serie (se escludiamo il GT), apparentemente una fusione tra Majin Bu grasso e uno dei membri della squadra Ginyu; i due verranno affrontati senza grandi difficoltà da Goten e Trunks, ma dalla loro unione scaturirà Avocado, mostro violaceo che si rivelerà ben più impegnativo da combattere, costringendo i due alla fusion: con una decisa caduta di stile il primo tentativo risulterà un fallimento, generando il famoso Gotenks obeso. Ma tempo due secondi, ritroveremo i bambini di nuovo separati e pronti a una nuova fusione, che andrà a buon fine ignorando i trenta minuti necessari per l’annullamento e la presenza stessa del nemico (che tendenzialmente non si gira i pollici durante il combattimento… atteggiamento che però ricorda molto il tanto discusso GT). Dopo una breve battaglia stile Gotenks la lotta avrà termine (non prima di aver permesso ai personaggi secondari qualche attimo di gloria, come il Kikoho di Piccolo, l’onda energetica di Yamcha o i fendenti di spada di Yajirobe), con i personaggi che decideranno di concludere il banchetto nell’hotel, interamente distrutto nella battaglia per la disperazione di Mr. Satan.

Dragon-Ball-Special-2008-10

L’autocitazionismo è presente in notevole quantità in questo speciale, a iniziare dalla sigla iniziale, una versione ridisegnata della storica sigla originale della serie Z, “CHA-LA HEAD-CHA-LA”, in cui lo storyboard resta inalterato ma cambiano i personaggi. Anche il soundtrack è ispirato a quello della serie, come nella trasformazione di Goku in Super Saiyan, tra l’altro completamente inutile ai fini della trama. Sullo stesso livello, Gotenks che durante lo scontro prende a prestito mosse preistoriche come le Zanne di Lupo di Yamcha o la Pallavolo di Tenshingan o, ancora, Goku, Crilin e Yamcha ripresi insieme con la vecchia divisa di allievi del Maestro Muten, e si potrebbe andare avanti...

La qualità delle animazioni non fa certo gridare al miracolo, ma non è neanche da buttar via: funzionale per quasi tutto l'anime, risulta sufficientemente dinamica durante i combattimenti, che appaiono chiari e comprensibili, quasi appassionanti. Buoni anche gli effetti in pieno stile Dragon Ball durante le trasformazioni in Super Saiyan o le fusioni.
Il character design rimane fedele a quello classico, ma è comunque più pulito e le colorazioni meglio definite (segno del decennio passato dalle ultime serie). Da notare anche l'esemplificazione dei fondali durante alcune scene parodistiche di combattimento, quasi a ricordare un videogioco d'altri tempi. Insomma, considerati gli obiettivi di questo video, va bene cosi!

Se dovessimo giudicare il prodotto fine a se stesso, l’anime non arriverebbe alla sufficienza, ma considerato per quello che è, un’opera commemorativa col solo scopo di far nascere un senso di nostalgia nei tanti appassionati della serie vecchi e nuovi, ma specialmente vecchi, si riesce anche a chiudere un occhio (anche tutti e due) sui numerosi difetti presenti. Viste quindi le finalità dell'operazione, più che mai come in questo caso il discrimine tra successo e fallimento sarà dato dall'apprezzamento del pubblico: se i fan di vecchia data riusciranno a provare quel senso di abbandono ai ricordi che ho in parte provato anch'io vedendolo, allora sarà stato un bene realizzarlo.

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A conclusione del tutto, Goku saluta gli spettatori con un “A presto!”, gesto che a qualcuno ha già fatto drizzare le orecchie (o le antenne?) per il miraggio di una possibile intenzione degli autori di proseguire l’anime, magari rinnegando il GT.
Per quanto mi riguarda, spero proprio di no: Dragon Ball è il passato, e tale è giusto che rimanga.

Vi ricordiamo che potrete inserire la vostra personale opinione e dare un voto allo speciale nella nostra scheda anime. Grazie fin da ora per il vostro contributo!