Anche quest'anno è giunto al termine il 9° viaggio in Giappone realizzato dal nostro sito con l'agenzia di viaggi Miki Travel, il cosiddetto Estate Classic, che ha toccato diversi hotspot dal Giappone, dalle mitiche capitali Kyoto, quella antica, e Tokyo, quella nuova, a piccole perle come l'isola di Miyajima e quella di Enoshima. Ancora una volta, cercheremo di condividere con voi quelle che sono state le impressioni e le emozioni dei nostri prodi viaggiatori nelle due settimane della vacanza, per farvi sentire un po' più vicina la terra del Sol Levante e sperare che vogliate unirvi a noi nei prossimi viaggi (già work in progress). Buona lettura!
 
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Venerdì 07 agosto
Il nostro gruppo di 26 eroi ed eroine è pronto per partire verso la terra dei sogni, la mecca di tutti gli appassionati di anime e manga: il Giappone. Il punto di incontro è al Terminal 1 dell'Aeroporto di Milano Malpensa dove iniziano a confluire man mano tutti i partecipanti, da diverse parti di Italia: Veneto, Piemonte, Toscana, Lombardia, Umbria, Lazio. Arrivate anche le due guide da Roma, Ironic74 e Zelgadis, superiamo tutte le procedure necessarie per l'imbarco e raggiungiamo il gate. Già dagli inizi si intuisce che il nostro sarà un gruppo piuttosto movimentato. Apice della giornata la ragazza giapponese che, poco prima dell'imbarco, ferma Ironic per chiedergli spiegazioni sulla sua maglietta da redattore di Animeclick.it: in qualche modo siamo famosi già prima di partire.                                        
 
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Sabato 08 agosto
Dopo 12 lunghe ore di viaggio passate fra film, pasti al limite del mangiabile e inutili tentativi di dormire, il nostro gruppo riesce ad atterrare all'aeroporto di Narita sano e salvo e a superare il controllo passaporti e la dogana senza scena alla Airport Security. Compatti (e tutti intenti a connettersi al wi fi dell'aeroporto per far sapere ai parenti di essere sopravvissuti), ci dirigiamo verso il punto ritiro del Japan Railpass, il nostro compagno inseparabile per tutta la settimana, con cui ci dirigeremo da Tokyo a Kyoto, la prima tappa del viaggio. Nell'attesa di terminare le procedure, alcuni incauti viaggiatori, fra cui il sottoscritto, tentano il loro primo approccio con il famoso tè matcha, ma non è esattamente amore al primo assaggio...

Per fortuna riusciamo a rispettare i tempi che ci eravamo proposti e nel pomeriggio, grazie al primo shinkansen di una lunga serie, raggiungiamo l'antica capitale del Giappone, Kyoto, la nostra casa-base per una settimana: giusto il tempo di entrare in albergo per posare le valigie e già ce ne allontaniamo per passare la nostra prima serata giapponese ad OsakaLa prima tappa nella cittadina non può che essere il Mandarake, la sede locale di una famosa catena di negozi esclusivamente su anime, manga ed action figure, a prezzi stracciati grazie all'usato. Non c'è bisogno di specificare che, nonostante ci tratteniamo soltanto 1 ora all'interno a causa dell'ora di chiusura, all'uscita siamo già carichi di acquisti. Il quartiere di Dotonbori (ribattezzato da qualcuno Dotrombori...), invece, ci affascina dal primo istante con le sue luci, i negozi e soprattutto i ristoranti, dove abbiamo modo di assaggiare le specialità locali: i mitici Takoyaki di polpo e gli Okonomiyaki. Ultimo ma non meno importante, il simbolo del quartiere: il famoso granchio meccanico, con cui ovviamente non si può non fare una selfie. Purtroppo, fra treni e stanchezza generale, rientriamo presto, ma la serata a Osaka è stata sicuramente molto apprezzata.
                                                                                                                                                          
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Domenica 09 agosto
Rinvigoriti da una bella dormita, ci rechiamo allo Starbucks della stazione di Kyoto dove ci prepariamo a una giornata di visite per la città e facciamo la conoscenza della nostra guida locale, il mitico Takeshi, insieme a sua moglie: i due si sono sposati il giorno prima, avranno la (s)fortuna di passare con noi il loro "viaggio di nozze". Muniti di abbonamento giornaliero dei bus, ci dirigiamo verso il famoso Kinkakuji, il tempio d'oro fra i più famosi della città, che risplende sotto il sole. Sole piuttosto cocente che, unito a un'umidità a livelli mai avvertiti prima, ci trasforma ben presto (persino di mattina) in fontane di sudore, alla ricerca di macchinette per le bibite. Nonostante tutto continuiamo il tour fino al tempio Ryoanji, famoso per il suo giardino zen. Molti di noi tentano di raggiungere l'illuminazione cercando di vedere contemporaneamente tutte le rocce sparse nel giardino, ma  i nostri tentativi sono vani, la strada verso il Nirvana è ancora lunga per tutti noi.

Dopo la pausa pranzo ci spostiamo nel terzo ed ultimo tempio della giornata, il Ninnaji. Da qui si prosegue poi fino ad Arashiyama, dove si trova una delle più famose foreste di bambù, set di film come La tigre e il dragone e la Foresta dei pugnali volanti, che ci fa sentire tutti un po' ninja. L'ultima parte della giornata vede invece la visita del quartiere di Gion, famoso per le Geishe che lavorano qui e per i loro spettacoli. Purtroppo a dispetto della fama, non riusciamo a incontrare nessuna vera Geisha per strada, quindi ci dobbiamo rassegnare e dirigerci verso la cena: una piccola parte del gruppo opta per un allegro picnic notturno lungo il fiume a base di onigiri, gli altri invece si dirigono allo yakiniku. Ed è qui che avviene il primo infortunio: il povero Mario quasi si soffoca con un pezzo di carne cotto alla griglia. E' l'inizio di un tormentone che ci porteremo dietro per tutto il viaggio, ma siamo solo al secondo giorno...
  
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Lunedì 10 agosto
Una giornata importante si prospetta davanti a noi: l'assalto alla Kyoto Animation sta per avere inizio e subito dopo...l'ascesa al famoso Fushimi Inari! Prima di tutto, però, ci trasferiamo da Kyoto a Uji per una visita al tempio Byodoin, uno dei simboli del Giappone, presente anche sulle monete da 10 yen. Ma la visita al tempio è solo una parte del giro: un piccolo gruppo a cui mi aggrego, infatti, abbandona la visita all'altro tempio famoso della città e si lancia alla ricerca dei luoghi dell'anime Hibike Euphonium, una delle ultime creazioni della Kyoto Animation, e grazie a uno dei membri del gruppo, nome in codice Marco Love Live, la ricerca si dimostra un successo. Sempre a Uji tentiamo anche un approccio con un gruppo di studentesse dirette verso il liceo per una foto ricordo, ma non si dimostrano esattamente disponibili a mettersi in posa con noi, sarà la difficoltà a farci capire, la timidezza della giapponesi o anche il nostro aspetto sudato, non esattamente rassicurante.
Finita la visita di Uji è finalmente ora di andare all'attacco dell'obbiettivo principale della giornata, cioè la sede della Kyoto Animation e del relativo shop.
L'edificio che la ospita è piuttosto semplice, decorato con i poster delle serie più famose e la voglia di vederlo da dentro è tanta, ma alla fine dobbiamo accontentarci di  una foto davanti all'ingresso: neanche il fatto di essere italiani che hanno percorso 10000 km per essere lì riesce a smuovere abbastanza il cuore della ragazza giapponese alla porta per convincerla a  lasciarci entrare. Almeno lo shop è ad accesso libero , ma  si rivela abbastanza deludente, piccolo e fornito soprattutto di gadget di Free (per la gioia delle ragazze con noi) e delle serie più recenti.
Dopo il piacere, tuttavia, arriva anche la fatica: ci aspetta infatti la scarpinata per i quasi 5000 gradini del tempio Fushimi Inari, sotto i famosi Torii rossi simbolo del Giappone. Nonostante la stanchezza, il sole, l'umidità insopportabile e il continuo frinire talvolta isterico delle cicale mutanti, praticamente tutti riusciamo a raggiungere la cima in questo luogo dall'atmosfera magica, anche se le conseguenze, soprattutto per il sottoscritto, si vedranno poi il giorno successivo...
La serata si conclude con un bel curry da Coco ICHIBANYA, che con i suoi dieci livelli di "piccantezza" mette a dura prova il gruppo, che non si spinge oltre al terzo: già il primo infatti finisce per scatenare sudate senza precedente, come neanche l'Inari era stato in grado di fare.

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Martedì 11 agosto
E' la prima di due giornate in cui ci aspetta "un'alzataccia" presto per una gita fuori porta: è la volta di Himeji, per la visita di due location tipiche del Giappone, nuovamente in compagnia di Takeshi e di sua moglie. La prima è il tempio divenuto famoso soprattutto per essere stato il set del film "L'ultimo samurai", il tempio Engyoji, dove tuttavia, nonostante la grande pubblicità per il film, non si vede neanche un cartellone con il protagonista americano Tom Cruise
Passata la mattinata qui e dopo un pranzo ristoratore, per alcuni a base di unagi don (riso con anguilla), ci spostiamo al castello, rimasto chiuso causa restauro per ben 7 anni: abbiamo la fortuna di essere fra i "primi" a visitarlo, dopo la riapertura in primavera. L'attacco alla fortezza però si rivela più arduo del previsto, in quanto la lunga fila per entrare è completamente all'aperto, sotto un sole cocente che ci trasforma in una versione molto sudata degli zombie di The Walking Dead, in questo caso non in cerca di carne umana, ma di ombra e acqua. E come se non bastasse, all'interno la fortezza nasconde un'altra insidia: scale ripide e strette. Il risultato è che una volta terminata la visita all'interno, prima di dirigerci verso gli splendidi giardini, con laghetti abitati da carpe ultra quarantenni, la mia caviglia dà inizio a una crescita spontanea che la porterà a diventare "gonfia come un cotechino" (cit). Per fortuna grazie all'aiuto di Takeshi e di sua moglie cerchiamo di sistemarla al meglio possibile, ma fra Voltaren giapponese, Oki e ghiaccio, me la trascinerò dietro con risultati alterni per tutto il resto del viaggio.
Conclusa una delle tappe più "provanti" del tour, ci concediamo una cena in un pub irlandese, dall'identità piuttosto incerta: quadri di Dalì alle pareti, Harry Potter in televisione e un giapponese in kilt, per non farsi mancare niente. Qui alcuni provano la famosa kobe beef, costosa ma davvero buona, a detta di chi l'ha assaggiata, nonostante le porzioni abbastanza ridotte. E si conclude così anche il quarto giorno giapponese.

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Mercoledì 12 agosto
Ci alziamo presto di mattina  e dopo una colazione a base di strawberry milk e mushipan (ovviamente made in 7-11) prendiamo lo shinkansen, diretti a Hiroshima. Dopo una giornata di sole cocente, oggi ci aspetta invece il brutto tempo: inizialmente solo un po' di nuvole, che però si trasformeranno entro l'ora di pranzo in un acquazzone. 
Hiroshima è sicuramente una tappa significativa del nostro viaggio, soprattutto oggi a pochi giorni dal settantesimo anniversario dello sgancio della bomba atomica: la nostra prima tappa è proprio il Memoriale della Pace, uno dei pochi edifici originali sopravvissuti dopo il 9 agosto 1945. Il senso di stasi temporali, osservando i detriti intoccati che circondano l'edificio, fa calare un silenzio colpito anche fra noi, ormai ben noti per essere chiassosi. Il momento più toccante è però quello del Museo della Pace, dove viene ricostruita la storia della bomba, non esclusivamente da una prospettiva storica, ma raccontando le vicende delle persone, bambini, adulti a anziani coinvolti direttamente. Un'esperienza molto forte, che tutti dovremmo avere l'opportunità di fare in prima persona.
Dopo un inizio  impegnativo, ci spostiamo verso l'isola di Miyajima, che raggiungiamo in traghetto su un mare piuttosto agitato, anche a causa del brutto tempo e della pioggia. Miyajima è un'isola sacra che con il suo tempio dal famoso Torii rosso in parte sommerso durante l'alta marea, è considerata uno dei simboli del Giappone. In più, l'isola è abitata da una nutrita popolazione di daini ritenuti sacri, che scorrazzano liberamente senza paura dell'uomo anche in pieno centro abitato.
Purtroppo il tempo continua a peggiorare e quindi, dopo aver assaggiato i mitici nikuman locali (personalmente li ho apprezzati, anche se in generale hanno diviso l'opinione del gruppo), decidiamo di rientrare a Kyoto prima del previsto. Sempre meglio guadagnare tempo per preparare i bagagli in vista della partenza per Tokyo.

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Giovedì 13 agosto
E' il momento di prendere armi e bagagli e trasferirci a Tokyo, ma prima un'ultima mattinata libera a Kyoto. Io e la mia caviglia ancora gonfia, nonostante una notte passata col ghiaccio (alcuni l'hanno definita un OTP), preferiamo prenderci un po' di riposo nella hall dell'hotel. 
Il resto del gruppo, invece, si divide fra le attrazioni di Kyoto che ancora ci mancano: il Kyomizudera, impacchettato a causa dei restauri, la Kyoto Tower, il Nishiki Market...
Con un po' di dispiacere abbandoniamo la tranquilla Kyoto, ma ci aspetta all'orizzonte la metà per eccellenza del viaggio: Tokyo
La capitale del Giappone è spesso definita in contrapposizione alla "Grande Mela" newyorkese, un "Grande Melograno", per la varietà dei quartieri che la contraddistinguono e posso confermare che questa definizione è davvero molto azzeccata. Il primo "chicco" della città che visitiamo è Shibuya: il quartiere ci accoglie con le sue insegne brillanti. Anche qui la prima tappa non può che essere il Mandarake, con annesso Animate. 
La gita al Mandarake, però, scatena il nostro appetito e quindi ci disperdiamo in cerca di cibo. Grazie a Four Square, riusciamo a trovare una catena di kaiten-zushi, il Genki Sushi, che diventerà estremamente popolare all'interno della comitiva. Il motivo del successo del posto è velocemente spiegato: cibo eccellente, neanche paragonabile al sushi made in Italy, creativo ( l'hamburger-sushi è stata una scoperta pazzesca), economico, ma soprattutto servito in maniera pazzesca. Il video parla da sè.
 

 
Finita una cena molto soddisfacente, scattiamo le ultime foto: immancabile quella del triplo attraversamento pedonale dallo Starbucks Caffè e la foto con la statua di Hachiko. Qui lanciamo anche una moda che una comitiva di Giapponesi non esita a copiarci: la foto in posa da cagnolini affianco al cane per eccellenza. La prima serata a Tokyo si conclude con una bella doccia e tante soddisfazioni.
 
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Venerdì 14 agosto

Oggi è il grande giorno: Akihabara, il cuore tecnologico (e otaku) di Tokyo ci aspetta. Ma solo nel pomeriggio, prima tocca a Ueno e Asakusa
A Ueno, di cui visitiamo il famoso parco, abbiamo modo di conoscere i membri del viaggio Express (il secondo viaggio estivo di Animeclick.it), che si uniranno a noi nella visita della città. Da 26 diventiamo quindi circa una quarantina di italiani scalmanati a spasso per il paese del Sol Levante (più i tantissimi connazionali che incontriamo praticamente ad ogni angolo). 
Ad Asakusa, vediamo invece il famoso tempio buddhista Senso-ji, a cui si accede attraverso una strada ricca di negozietti di souvenir, una vera manna dal cielo per trovare qualcosa da portare a parenti, amici e colleghi a casa. 
L'impazienza però è tanta soprattutto per la meta che ormai è a un passo da noi: vale a dire Akihabara.
Cosa dire di Akihabara, un quartiere che non ha bisogno di presentazioni e che scatena reazioni piuttosto divertenti:
 

Ci diamo tre ore libere per girare, ma già sappiamo che non saranno sufficienti e saremo costretti (diciamo così) a tornarci. 
Al ritorno in albergo, scoppia un temporale piuttosto violento e imprevisto, che fa desistere il gruppo dal giro alla Tokyo Tower che avevamo programmato. Ma io e altri 6 impavidi non demordiamo e armati di ombrelli decidiamo di avventurarci lo stesso sotto la pioggia, non potendo rinunciare a visitare uno dei luoghi simbolo di Tokyo. E per fortuna il cielo ci assiste e appena usciti dall'albergo smette di piovere e possiamo goderci la serata senza problemi, osservando una vista strabiliante dalla cima di uno dei luoghi più belli e incantevoli della città.

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Sabato 15 agosto 
Sveglia non molto presto, colazione da Starbucks a base di capuccino e scones ai mirtilli e si può partire verso l'88esimo Comiket (nome ufficiale Comic Market), la più grande fiera di fumetti al mondo per numero di partecipanti. La prima tappa della giornata è Odaiba, dove si tiene l'evento. 
Qui ci tratteniamo poco, giusto il tempo di fare un saluto al Gundam gigante, ci torneremo nel pomeriggio per un giro al centro commerciale Acqua City con annesso Jump Shop.
Parlare del Comiket sarebbe lungo, infatti ogni anno gli dedichiamo un articolo apposta, quindi mi limiterò a evidenziare gli aspetti che mi hanno colpito, in positivo e quelli in negativo, anche in relazione al nostrano Lucca Comics..
Positivo:
  • La fiera è completamente gratuita, non serve acquistare alcun biglietto e si ha l'entrata libera in tutti gli spazi espositivi. Mica poco.
  • E' una feria enorme, con quasi il doppio dei visitatori del Lucca Comics, che però non risulta mai caotica o sovraffollata, con la formazione di ingorghi o tappi. Le vie di circolazione sono ampie e quando anche si formano delle code, queste sono perfettamente ordinate. Merito forse del fatto che i cosplayer sono vincolati nella zona espositiva della terrazza.
  • Di cosplay, ce n'è una grande varietà e sono sicuramente realizzati molto bene e con passione. 
Negativo:
  • Ci sono pochissime indicazioni e le mappe sono ovviamente in giapponese, senza speranza di traduzioni. Orientarsi è un po' complicato, abbiamo trovato la terrazza dei cosplayer e il piano dedicato al merchandising degli anime delle ultime stagioni solo grazie a intuito e seguendo la massa.
  • La location dove si trovano i cosplayer è peggio dell'arena degli Hunger Games. E' una terrazza e visitarla all'ora di pranzo, con il sole a picco, equivale a un suicidio. Ho visto cosplayer spruzzarsi ghiaccio spray sotto i vestiti per rinfrescarsi un po'.
  • Per fare le foto ai cosplayer bisogna fare la coda, guai a chi cerchi di fotografarli senza aspettare, si incorre negli insulti dei manager delle cosplayer più famose, che hanno un nugolo di fotografi che le ricoprono.
  • Ci sono solo yaoi. Forse saremo finiti noi nel posto sbagliato, ma i padiglioni che abbiamo visto erano quasi esclusivamente yaoi e solo ogni tanto qualche hentai, senza parlare di doujinshi non a sfondo erotico, praticamente inesistenti.
  • Prezzi per il merchandising esorbitanti.
Dopo aver finito di esplorare la fiera, si torna ad Odaiba per un giro all'Aqua city, uno dei centri commerciali più famosi. Qui deprediamo il Jump Shop, per poi scoprire l'esistenza anche di un Noitamina Shop, ovviamente soprattutto a tema Psycho Pass, e di una riproduzione fedele della Secret Base di Anohana. Giù i lacrimoni.
Una delle giornate più lunghe si conclude alle Onsen, le terme, un'esperienza molto rilassante, che ci consente di immergerci in un tipico villaggio in stile edo. Un bel bagno caldo, uno yukata, un ramen e una crepes e ci possiamo dire pienamente soddisfatti.

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Domenica 16 agosto
Il museo Ghibli è quel luogo segreto, di cui tutti parlano, ma di cui ci sono ben poche foto in giro, visto il divieto a utilizzare fotocamere e videocamere all'interno. Oggi anche noi avremo l'occasione di immergerci nel mondo magico di Miyazaki per una mattina. 
Già il biglietto, una serie di fotogrammi da uno dei film dello studio (a me tocca l'odiato Terramare, ma lo scambio con Howl), ci introduce a quell'atmosfera di fantasia e stupore che aleggia nell'aria. Sarebbe un peccato raccontare tutto e "spoilerarvi" il museo, ma posso dire che il momento migliore è stato il cortometraggio originale proiettato all'inizio. Nonostante fosse completamente in giapponese, non è stato difficile seguire la storia e ci siamo emozionati un po' tutti vedendolo. 
Il pomeriggio procede verso Nakano Broadway, una delle zone commerciali più famose di Tokyo,  piena di negozi di souvenir e del quarto Mandarake: niente paura, anche qui riusciamo a trovare qualcosa di nuovo da comprare, tra cui un Sabo gigante a 1500 yen (circa 12 euro).
A Monzen-Nakacho, presso il tempio Tomioka Hachimangu abbiamo anche l'occasione di vedere dal vivo un vero Matsuri, che devo dire, per molti versi mi ha ricordato le nostrane sagre di paese, soprattutto nel meridione, con sfilate, balli e bancarelle di cibo.
La giornata si conclude dopo una veloce tappa all'Hard Rock di Ueno, a Shinjuku, dove riusciamo a uscire miracolosamente dalla parte giusta della stazione, nonostante ci fossero 43 diverse opzioni tra cui scegliere. Dopo un buon curry da Coco ICHIBANYA, ci concediamo un selfie con il Godzilla scala 1:1 che spunta dai palazzi e ci addentriamo in una sala giochi dove lasciamo un po' di soldi. Senza vincere ovviamente.

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Lunedì 17 agosto
La giornata si apre con la visita al tempio di Meiji jingu, un complesso che sorge immerso in una sorta di bosco cittadino. Il tempo promette pioggia, ma rimarrà coperto per tutto il resto della giornata. Da qui ci spostiamo poi a Takeshitadori e Harajuku, le due vie più conosciute di Tokyo per i negozi di abbigliamento stravaganti, a tema punk rock, visual key ecc. 
Fatto un giro piuttosto veloce, io con altri decidiamo di spostarci nuovamente ad Akihabara, dove ci rincontreremo con il resto del gruppo per andare al karaoke.
Inizialmente ero restio a partecipare non essendo esattamente un grande cantante, ma alla fine mi lascio convincere ad andare e devo dire che ne è valsa davvero la pena. Si parte con Barbie girl, passando per la prima sigla di Psycho Pass, fino alle OST di K-ON, l'opening di Mazinga Z e non si può che concludere in bellezza con "Oh Sole Mio" cantata a squarciagola. In mezzo, anche una versione "riscritta" di "La solitudine" dedicata agli incidenti di percorso del viaggio. Insomma, per poco non ci siamo fatti cacciare per i troppi decibel.

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Martedì 18 agosto
La sveglia scatta presto oggi perchè c'è in programma una gita fuori porta: è la volta, infatti, dell'isola di Enoshima, una piccola perla nella baia di Sagami. Dopo esserci abituati al caos della grande metropoli, ci attende invece un piccolo centro abitato sul mare che pur non essendo lontanissimo da Tokyo ha già un sapore diverso. La prima tappa è al tempio Kotuku-in di Kamakura, famoso per il suo Buddha gigante simbolo della resilienza giapponese.
Da Kamakura, con un trenino a pochi metri dal mare, raggiungiamo la cittadine di Fujisawa e da qui a piedi attraverso un lungo ponte Enoshima stessa. Il cielo è coperto, ma le spiagge sono comunque molto affollate, soprattutto dai surfisti che approfittano del tempo per cercare di cavalcare l'onda perfetta. 
L'isola è piuttosto piccola e scoscesa, con alcuni pezzi a strapiombo sull'oceano Pacifico. Dopo aver fatto il pass turistico per avere l'accesso alle scale mobili che conducono alla parte alta (ormai siamo troppo distrutti per fare altre scalinate), andiamo a pranzo in un locale con una vista spettacolare sull'oceano, per un pasto a base di Enoshima Don e Enoshima Ramen.
Il pomeriggio prosegue con la visita delle caverne naturali scavate dall'acqua dell'oceano, per poi risalire verso i giardini con il faro, da cui è possibile osservare praticamente tutta Tokyo in lontananza e scorgere anche il monte Fuji
La sera ci concediamo un altro giro a Shibuya, con tappa al Kaiten Sushi, purtroppo per l'ultima volta.

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Mercoledì 19 agosto

Ultimo giorno di visita a Tokyo e la malinconia non può che iniziare a salire. La mattinata è dedicata ad Ikebukuro, un altro quartiere che grazie a Durarara!! avrei voluto visitare da molto tempo. Devo dire che lo studio di animazione ha fatto un lavoro eccezionale, perchè l'anime rispecchia perfettamente quello che è il complesso urbano di Ikebukuro: grandi centri commerciali e strade ampie, ma niente bande di teppisti e nemmeno una motocicletta nera guidata da una Dullahan. In attesa del resto del gruppo in esplorazione al Giardino delle Parole, facciamo un salto all'Animate e poi soprattutto all'Evangelion Store, dove finisco ufficialmente tutti i miei soldi e sono costretto ad usare anche la carta di credito. Ma c'è talmente tanta roba e tanta varietà che non riesco a trattenermi. 
Da qui ci spostiamo al Sunshine City, in assoluto il complesso commerciale più grande che io abbia mai visto in vita mia, quasi un villaggio nella città. Dopo averne girato forse un terzo, riusciamo a trovare un McDonald dove pranzare e poi facciamo un salto al Pokemon Store più grande al mondo, dove le code  per pagare arrivano anche a un'ora e mezza di attesa.
La sera dopo un altro panino veloce da Subway, andiamo ad una festa organizzata dagli amici di Ochacaffè. La location purtroppo si rivela troppo piccola per ospitare il nostro gruppo di quasi 40 persone, quindi io insieme ad altri decidiamo di fare un salto al Tokyo Dome, il grande stadio di baseball, che è all'interno di un complesso commerciale, con tanto di montagne russeì e una ruota panoramica niente male. Purtroppo entrambe le attrazioni sono già chiuse quando arriviamo, ma ci consoliamo con una crepes mangiata osservando un'enorme fontana che si muove a suon di musica. Alla fine è ora di tornare in albergo e pensare alle valigie. Ci aspetta un'impresa da dio per sistemare tutti gli acquisti...

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Giovedì 20 agosto

Dimostrando doti eccezionali (e anche grazie alla possibilità di spedire due bagagli in stiva a testa), siamo riusciti a sistemare tutti gli acquisti nei bagagli. E già qui il mal di Giappone si fa sentire: pur non avendo ancora lasciato il suolo nipponico, già ci manca. Alla fine prendiamo l'aereo che da Narita ci riporterà a Malpensa e durante le dodice ore, fra film e pasti orrendi, non possiamo fare a meno di ripensare a tutte le esperienze che questa vacanza ci ha permesso di fare. Su una cosa comunque siamo tutti d'accordo: questo non è un addio ma solo un arrivederci per il Giappone. Ora però, un bel piatto di lasagne non ce lo toglie nessuno.

Impressioni/Considerazioni personali

Dopo il wall of text per raccontare il viaggio, ora prometto che farò solo una breve raccolta di quelle che sono state le cose che più mi hanno colpito del Giappone e del viaggio stesso:
  • Cibi e bevande: da persona che non disprezza la buona cucina, non potevo che citare l'argomento culinario per primo. Ho avuto la fortuna di poter assaggiare un sacco di piatti diversi della cucina locale e devo dire c'è davvero scelta per tutti i gusti, anche per i palati meno abituati a mangiare cibo che per noi italiani è "etnico". Per le bevande, promossa la Melon Soda, bocciato assolutamente il matcha, sa di erba.
  • Usato: l'usato giapponese è una manna dal cielo. I Giapponesi trattano con molta cura i loro oggetti e quando li rivendono sono praticamente come nuovi: proprio per questo siamo riusciti ad accaparrarci ai Mandarake così tanta roba, spendendo la metà di quanto avremmo fatto in Italia e acquistando comunque tutti gadget e volumi originali. 
  • Caldo: ragazzi, non è una battuta, in Giappone d'estate si muore davvero di caldo. Penso di non aver mai sudato tanto anche solo camminando per andare dall'hotel alla stazione: e stavamo a 50 m dalla stazione. La bottiglietta d'acqua è stata la mia grande compagna di viaggio.
  • Ordine: il Giappone è in assoluto il posto più ordinato che io abbia mai visto. E' tutto sempre perfettamente a posto, pulito, curato da un'attenzione che a volte quasi sfiora il maniacale. Veder tagliare l'erba con le forbicine nei giardini del castello di Himeji ha cambiato la mia definizione di perfezionismo. 
  • Cestini : sono difficilissimi da trovare in Giappone, sono praticamente assenti per strada, tranne quelli per le bottigliette vicino ai distributori automatici. Eppure nessuno si sognerebbe mai di buttare un rifiuto per terra, tutti si portano dietro la propria spazzatura per poi buttarla quando possibile.
  • Luci e cielo: Tokyo è la città delle luci, tra insegne, cartelli, megaschermi...Ci sono luci ovunque, soprattutto in quartieri come Shibuya, che di notte è praticamente illuminata a giorno. Certo, l'effetto è mozzafiato, ma una cosa che non potrete mai ammirare a Tokyo sono le stelle: il cielo, infatti, è completamente nero di notte, a causa dell'inquinamento luminoso. Peccato.
  • Ospitalità e disponibilità: i Giapponesi sono un popolo estremamente ospitale e disponibile. Pur non parlando una sola parola di giapponese, con gesti e inglese non mi sono mai trovato in difficoltà a farmi capire. Sono pronti a tutto per aiutarti se hai l'aria confusa, anche abbandonare momentaneamente il loro lavoro per portarti fino al bagno.
  • Il gruppo: mi sembra giusto chiudere con un pensiero rivolto non tanto al Giappone, quanto al gruppo intero con cui ho fatto questo viaggio. Ovviamente, dati anche i miei diciannove anni, l'idea di partire da solo con un gruppo di sconosciuti per il Giappone mi aveva creato qualche perplessità, ma non appena siamo partiti è passato tutto. Ho avuto la fortuna di finire in un gruppo pieno di persone stupende, divertenti, generose e disponibili. Per cui non abbiate timore di partire, anche da soli: il Giappone non è poi così lontano come sembra.
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