Higurashi no naku koro ni Gou si è appena concluso, lasciando gli spettatori con il fiato sospeso almeno fino all’arrivo della stagione successiva: Higurashi no naku koro ni Sotsu. Ricordiamo che la serie è disponibile in streaming gratuito su VVVVID.
Nell’attesa di immergerci nuovamente nella caldissima Hinamizawa, vi offriamo oggi un piccolo tour nel luogo che ha ispirato la saga, cercando di capire come sia fatta la “vera” Hinamizawa, e come oggi vivano gli abitanti di un paesino tanto remoto.
 
 
Shirakawa
Fonte immagine: Wikipedia. Autore: 663highland
 
I villaggi rurali sono sempre stati fonte d’ispirazione per la letteratura horror: l’isolamento dal mondo, le particolari abitudini dei residenti, la diffidenza verso chiunque venga da fuori, tutto ciò crea attrazione verso questi luoghi apparentemente ostili e misteriosi ma proprio per questo terribilmente affascinanti. Spesso è il desiderio di una vita più sana, accompagnato da un sentimento di malinconia e voglia di ritorno alle origini, che spinge le persone ad idolatrare la vita distaccata e silenziosa dei paesi rurali.
Anche il mondo di anime, manga e videogiochi segue questa tendenza, abbiamo difatti celebri casi di storie horror ambientate in paesini sperduti tra le montagne del Giapppone: pensiamo ad esempio a Shiki, alla saga videoludica Project Zero, Blood-C, Lost Village e molti altri.
Tra tutte, la serie più nota al grande pubblico è certamente Higurashi no naku koro ni, visual novel adattata successivamente in svariati live action, manga e anime. Higurashi prende piede nella cittadina di Hinamizawa, ispirata alla città di Shirakawa, prefettura di Gifu, gemellata con Alberobello, il cui distretto chiamato Shirakawa-go (白川郷lett. "Vecchio distretto del fiume bianco"), è stato inserito nel 1995 tra i siti considerati patrimonio dell’UNESCO.
Nonostante l’area attorno a Gifu si sia ampliata con il passare del tempo, Shirakawa è sempre rimasta di piccole dimensioni e difficilmente raggiungibile. Non sorprende dunque che in epoca antica i guerrieri vi si ritirassero dopo la sconfitta, in modo da sfuggire ai nemici.
Famoso è l’esempio del clan Taira, che dopo la sconfitta contro il clan Minamoto nella guerra di Genpei, si dice trovò rifugio proprio a Shirakawa.
 

Gli abitanti di Shirakawa svilupparono dei particolari aspetti della loro cultura che riuscirono a mantenere senza subire del tutto la pressione esterna, aspetti che vennero poi considerati unici e peculiari nella prospettiva di una loro “riscoperta”.
Oltre ad un’agricoltura di sussistenza e alla produzione di salnitro, il paese si distingue per la sericoltura, ossia l’allevamento di bachi da seta; dato che l’inverno è caratterizzato da nevicate molto intense, i cittadini si posero il problema di come poter continuare la produzione di seta anche con tali condizioni climatiche avverse, e nacque così la particolare architettura delle gassho-zukuri. Si tratta di costruzioni caratterizzate da un solido tetto spiovente resistente all’accumulo di neve e che al contempo le permette di scivolare giù. Sono edifici costruiti perlopiù in altezza, in modo da garantire un ampio magazzino e la sericoltura, inoltre, la loro forma ricorda due mani unite in preghiera, da qui il nome gassho (合掌) i cui kanji possono indicare per l’appunto l’unione delle mani, così come un tetto triangolare. I tetti di queste costruzioni sono ricoperti di paglia che va periodicamente sostituita: essendo un lavoro troppo gravoso per il singolo proprietario, il compito è tradizionalmente affidato a tutto il villaggio, un’azione comunitaria che promuove la cooperazione e la solidarietà tra concittadini che tanto caratterizza i villaggi rurali.
 
 
Fonte immagine: Wikipedia. Autore: 663highland

Questo senso di unità è però ciò che al contempo crea chiusura e sembra voler lasciare fuori tutto ciò che proviene dall’esterno, una dinamica che trova riscontro anche nella serie di Higurashi, tanto nella famosa questione della costruzione della diga, quanto nel tentativo di salvare Satoko dagli abusi familiari. 
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale il Giappone conobbe una rapida urbanizzazione e al contempo una stagnazione della crescita della popolazione; Shirakawa si impoverì, anche in virtù del fatto che la popolazione giovane abbandonava i villaggi rurali per raggiungere le grandi città, le quali offrivano prospettive di vita migliori. Shirakawa decise di risollevarsi puntando su una campagna turistica molto attenta che mirava alla riscoperta delle sue bellezze, ottenendo infine anche il riconoscimento dell’UNESCO. Ciò porta oggi Shirakawa a dover investire nel restauro e nel mantenimento delle sue strutture tradizionali, cosa possibile proprio grazie ai proventi del turismo; dall’altro lato però, gli stessi turisti sono portatori di cambiamenti e abitudini che gli abitanti del villaggio riescono difficilmente a tollerare. I beni culturali locali vengono bistrattati da turisti, spesso maleducati, e gli abitanti si trovano a dover rinunciare o modificare alcune abitudini di vita pur di incrementare l'economia locale grazie al turismo.
L'obiettivo dei villaggi come Shirakawa è quindi cercare di conciliare la presenza dei turisti con il desiderio di rimanere una comunità chiusa.

Il segno del passaggio dei turisti è evidente in quella che è considerata la tappa più importante dei fan di Higurashi che giungono in pellegrinaggio nella cittadina: parliamo del santuario shinto di Hachiman, che nella serie assume il ruolo di santuario dei Furude.
 
santuario-Furude
 
Hachiman-shrine
Fonte immagine: Wikimedia. Autore: hohoho

Qui è possibile trovare degli ema (tavolette votive) con dei disegni che rappresentano personaggi di Higurashi o addirittura foto di ragazzi e ragazze in relativi cosplay.
 
shirakawa-ema
Fonte immagine: Wikimedia. Autore: Akito Inoue

Soprattutto in passato, i santuari venivano usati come centro organizzativo della vita del villaggio, o come luogo di preghiera per un raccolto abbandonate. È interessante notare come però Higurashi non si sia ispirato, in senso religioso, alla divinità locale più antica, Hachiman, ma più ad una divinità facente parte di una nicchia di nuove religioni, Konjin.
Konjin, della nuova religione Konko-kyo, e Oyashiro-sama, del credo locale di Higurashi, sono entrambe divinità dalla reputazione storicamente considerata dubbia, in quanto malvagi portatori di sventura. Così come Oyashiro-sama punisce crudelmente chiunque violi la sua volontà, così Konjin porta grave sventura a coloro che ne provochino la rabbia. In Higurashi, alcuni dei principali oggetti votivi di Oyashiro-sama sono strumenti di tortura, i rituali in suo favore sono violenti e la morte o la scomparsa di certe persone vengono spiegate come naturali conseguenze della rabbia del Dio. Il fondatore della religione Konko-kyo ha cercato di dare una nuova visione di Konjin, mostrandolo non come un Dio vendicativo ma come una divinità buona che auspica il meglio per i suoi fedeli; allo stesso modo, Rika, sacerdotessa di Oyashiro-sama, insiste nell'affermare che egli persegua sempre il bene, e che la sua immagine attuale sia frutto di fraintendimenti e informazioni incomplete.
 

In realtà, la religione è spesso usata nelle storie horror come veicolo per atti di violenza e terrore che riguardano gruppi di fanatici abitanti di villaggi rurali, i quali non esitano a mettere in atto pratiche barbare per tenere sotto controllo il resto della popolazione. Come dimostra il caso del culto Aum Shinrikyo, il Giappone non è nuovo a culti religiosi che usano deliberatamente la violenza e la coercizione, difatti, anche Oyashiro-sama impone delle regole di comportamento, ad esempio l’impossibilità dei cittadini di lasciare Hinamizawa. A confermare tutto ciò vi è proprio il fatto che due delle famiglie principali del villaggio, i Sonozaki e i Furude, possiedono strumenti di tortura, la cui sola presenza risulta inspiegabile agli occhi di chi, come Keiichi, non è nato e cresciuto nel villaggio.
 
oyashiro-sama

Le amiche del ragazzo sembrano mostrare cieca obbedienza alle regole del Dio e presto ciò porta ad un equilibrio instabile delle loro relazioni. Nel corso della storia vediamo però il gruppetto di amici scagliarsi anche contro la vecchia generazione a capo di Hinamizawa, mettendo in scena quello che è letteralmente uno scontro generazionale che potrebbe cambiare in meglio o in peggio il futuro del villaggio; la nuova generazione dovrà succedere alla vecchia ed essa dovrà accettarla consapevolmente, altrimenti il destino di un’area rurale come quella di Hinamizawa è di morire di una morte lenta e rovinosa.
 
hinamizawa-generazioni

Così come Hinamizawa, anche Shirakawa deve raccogliere la sfida: accogliere i cambiamenti e adattarsi a essi. Seppur, grazie al turismo, la cittadina si stia riprendendo da un punto di vista economico, resta il fatto che la popolazione invecchi e le nascite diminuiscano, seppur in maniera meno evidente di un tempo. Accogliere la modernità proveniente dall’esterno non significa necessariamente che i villaggi rurali debbano abbandonare del tutto le tradizioni e farsi assorbire totalmente dalla cultura principale.
Molti turisti si recano a Shirakawa affascinati dalle tradizionali costruzioni e dal loro rituale di manutenzione della paglia, per la splendida vista che si gode dalla valle e per l’atmosfera romantica di un paese i cui cittadini sono uniti in modo tanto forte e intimo. Probabilmente, questi visitatori dimenticheranno il villaggio e le sue atmosfere una volta rientrati in città, ma se anche gli anime, Higurashi così come Sakura Quest, Il mio vicino Totoro, Pioggia di ricordi, continuano a puntare sul senso di nostalgia e bellezza provocato da queste aree, significa che molti aspetti della vita rurale hanno ancora un grande valore agli occhi delle persone di città, e se mettiamo da parte il tema horror che questi villaggi tanto facilmente ispirano, recarsi in uno di essi per una vacanza, significa permettere a quello stesso villaggio di poter sopravvivere ed essere ammirato ancora a lungo.
 
Satoko-e-Rika

Un ringraziamento a Daniele per le foto in gallery.

Fonte consultata:
Anime News Network