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filidema

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
“Takopi’s Original Sin”: due volumi che mi hanno distrutto emotivamente.

La storia parte facendoci fare la conoscenza di un simpatico alieno a forma di polpo il cui obiettivo è quello di diffondere la gioia sulla terra. Questo verrà battezzato col nome di Takopi da colei che, per la prima volta dal suo arrivo sul pianeta, gli mostrerà un po’ di gentilezza, ovvero, una bambina che frequenta le elementari, Shizuka.
Questa, sfortunatamente, non se la passa bene. A scuola viene continuamente e orribilmente bullizzata e a casa vive in condizioni raccapriccianti e inumane, con sua madre che non si prende cura di lei. Takopi quindi si immolerà l’obiettivo di far sorridere la “dolce Shizuka”, e ci proverà usufruendo degli “happy-gadget” del suo pianeta, simili ai ciuski di Doraemon. Tuttavia il problema è che il nostro polpo non sa nulla di come funzionino le cose sulla terra e quindi non sarà molto d’aiuto nonostante la sua determinazione!

Già dai primi capitoli del manga è palpabile, attraverso le tavole magistralmente disegnate, l’orribile realtà della ragazza, questa sempre in contrapposizione con l’innocenza e l’ingenuità dell’alieno che non capisce i concetti umani di violenza e odio. Ma tornerò più tardi sui disegni e lo stile dell’opera.

Gli altri due personaggi principali sono: la principale aguzzina di Shizuka, Marina, e il rappresentante di classe che sembra l’unico a cui importi della situazione di bullismo, Azuma. Non vorrei spingermi oltre nel parlare della trama per non rischiare di fare spoiler. Mi limito a dire che, nonostante le apparenze, anche questi due, come Shizuka, sono vittime di dinamiche familiari tossiche e disfunzionali.

Sono quindi questi tre bambini i poli intorno a cui gira l’opera. Concentrandosi sui rapporti: tra di loro, con le loro famiglie e, ovviamente, con Takopi.

L’opera, a mio parere, eccelle per la sua narrazione che, nonostante la sua pesantezza, ti rapisce e coinvolge completamente, empatizzando per i personaggi e le tragiche vicende di cui sono protagonisti.
Mentre leggevo, mi sono ritrovato a finire questi due volumi in un soffio. Forse nella costante speranza di un risvolto positivo.
A dare poi questo senso di nausea per le vicende trattate è lo stile dei disegni. Con un tratto che definirei azzardatamente, sporco ma azzeccato. Alcune tavole, appunto per quanto fossero ben rese, mi hanno davvero fatto accapponare la pelle.

Di sicuro, “Takopi’s Original Sin”, è una storia che lascia al lettore svariati spunti di ragionamento.
All’inizio l’opera sembra giocare molto su concetti come “cos’è il bene e cos’è il male” e “chi è il buono e chi è il cattivo della storia”. Ma andando avanti con la lettura, quello che prima ci sembrava ovvio, dopo qualche capitolo, inizia a incrinarsi e le certezze iniziano a vacillare. Fino ad arrivare alla conclusione che questa non è una storia di buoni e cattivi: è una storia di vittime di situazioni familiari e sociali malsane e tossiche.
Noi, del resto, vediamo le vicende dalla prospettiva di un alieno come Takopi che non comprende questi valori se non sul finale dell’opera.

Spendendo due parole proprio su di lui: il polipetto non brilla per intuito e non capisce bene gli umani, ma alla fine fa quella cosa che nessuna delle famiglie dei tre protagonisti ha fatto, esserci. Takopi sarà un compagno fedele dei tre bambini, nel bene e nel male.
“Alla fine questo sarà bastato a dare loro un lieto fine e farli sorridere?”
Ho già detto troppo! Concludo questa recensione consigliando questa mini serie di soli due volumi a chi non ha paura di storie un bel po’ pesanti e crude, ma con dei begli spunti di riflessione.


 1
Focasaggia

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
«Takopi's Original Sin» (originalmente “Takopii no Genzai”) è un manga, ideato e disegnato da Taizan5, crudo e intelligentemente scritto, dalla narrazione fluida e veloce, alla ricerca di una luce nel buio più fitto.

“Ultimamente va un po’ meno male.”
Una bambina incontra uno strano piccolo alieno dalle fattezze innocue, tanto da suscitare simpatia. L’essere vuole solo portare felicità con i suoi strani gadget quasi magici. Alla piccola queste cose non interessano, non crede alla magia o forse non crede che si possa essere felici.

Stride fortemente con il contesto il simpatico alieno, contrasto voluto e ben riuscito. Vedere il buffo pseudo-animaletto alle prese con un mondo sconosciuto è a tratti divertente, i suoi pensieri, le sue supposizioni, il suo modo di fare, qualche sorriso riesce a strapparlo. Vede l’apparenza credendola realtà, come fanno quegli adulti convinti ingenuamente che "bambino" sia sinonimo di "felicità".

L’essere è quasi una metafora di quei personaggi tanto ottimisti e buonisti, a prescindere dagli eventi, visti in tante opere considerati come alieni nella società moderna.

“Tu sarai sempre dalla parte della mamma, non è così?”

Una storia triste, una tragedia annunciata, una delle tante lette sui giornali banalmente liquidate con i soliti commenti, certi di non aver mai incontrato qualcuno a cui possa capitare cose del genere, ma in caso contrario di certo non lo si saprà, non fino a quando si leggerà di loro in un trafiletto su un qualche giornale locale…dimenticato da tutti.

Esistono famiglie distrutte, matrimoni falliti, genitori inaffidabili, ma le reali vittime, chi non può fuggire assorbendo ansie, paure, urla e rabbia degli adulti, tremando nel profondo sono i quei poveri bambini chiamati, quando fa comodo, figli.

A differenza della realtà entra in gioco la fantascienza, quando agli adulti sembra non importare nulla dei bambini interviene un alieno, come una macabra favola moderna.

Riuscire a dare speranza a chi non la cerca nemmeno risulta un’impresa forse impossibile, si tenterà fino all'ultimo in tanti modi, allontanandosi alla fine forse anche troppo dalla realtà, ancora più cruda di ogni possibile fantasia.

I tre personaggi principali Shizuka Kuze, Marina Kirarazaka e Naoki Azuma vengono sviscerati nel profondo con il passare del tempo. Inizialmente saremo anche noi semplici vittime dell’apparenza, potremo solo comprendere di non sapere nulla di quanto realmente stia accadendo e attendere spiegazioni. Riusciremo solo lentamente, per quanto siano pochi i capitoli da leggere, a scoprire la verità e i vari intrecci. Il loro carattere è ben delineato, la psicologia non è banale, non sono deboli, non si vogliono arrendere, lottano contro i propri desideri, pieni di paura. A volte senza comprendere di cosa hanno paura.

Il tratto è particolare, per quanto ben si presta a raffigurare la sofferenza dei protagonisti, potrebbe non rientrare nei gusti del lettore. Ci sono scene forti, di impatto, la parte più reale e cruda della serie, ma mai superflue.

Tanti i colpi di scena, alcuni prevedibili altri meno, uno in particolare, il più riuscito della serie, riuscirà a coinvolgere il lettore. Ognuno svilupperà le proprie idee al riguardo, non tutti giungeranno alle stesse conclusioni, in questo l’opera è davvero riuscita.

L’edizione della star comics è pregevole, con sovra-copertine. Il box, pieno di gadget, è solido e corposo.

Consigliato a chi cerca una storia complessa ed emozionante.