logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 0
Piermix94

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Takopi's Original Sin tratta argomenti difficili e pesanti come il bullismo, la solitudine, la depressione e gli abusi familiari visti dagli occhi di alcuni bambini delle elementari che tutte queste cose le subiscono in prima persona. I personaggi affrontano tutta una serie di circostanze che, sebbene possano sembrare assurde tanto sono crudeli, colpiscono molte persone ogni giorno, portando alle conseguenze anche più estreme senza però lasciare che la storia cada in situazioni che potrebbero sembrare forzate solo per fare leva sull’emotività del lettore. Diventa presto chiaro come anche l’azione più terribile fatta da uno di questi bambini sia una diretta conseguenza di ciò che hanno subito dai propri genitori o dalla loro completa assenza. Se fin da piccoli sono stati sottoposti quasi unicamente a soprusi e violenze è scontato che imparino solo quel modo di comunicare finendo poi con l’esprimersi a loro volta in maniera violenta nei confronti degli altri, trasformandosi da vittime a carnefici senza nemmeno rendersene conto.

Trama
La storia ruota attorno a Takopi, un piccolo alieno originario del pianeta Happi, che ha come missione portare la felicità in giro per l’universo. Appena arrivato sulla Terra entra in contatto con Shizuka, una bambina di nove anni con un’espressione sempre triste sul volto, e si pone subito l’obiettivo di farla sorridere e renderla felice. Per raggiungere questo scopo si avvale degli “Happy Gadget”: oggetti stravaganti che ricordano i ben più famosi ciusky di Doraemon e che proprio come questi ultimi finiranno spesso con l’essere inutili o addirittura con il peggiorare le cose. Nel tentativo di portare allegria nella vita della povera Shizuka, il nostro piccolo polipetto rosa, che fino a quel momento della sua vita aveva avuto a che fare esclusivamente con i sentimenti positivi, si ritroverà ad affrontare emozioni a lui completamente sconosciute come la rabbia, il disprezzo e il rancore.

Personaggi
I personaggi principali sono tutti perfettamente caratterizzati. Quelli secondari invece una volta che hanno esaurito le loro funzioni narrative vengono messi velocemente da parte. Per quanto riguarda i bambini infatti l’autore si concentra sia su quello che subiscono che su come reagiscono, mentre invece i genitori hanno come unico scopo, narrativamente parlando, quello di creare un ambiente famigliare tossico in funzione dello sviluppo psicologico dei protagonisti. Scelta più che legittima, dato che si tratta di un manga di soli 2 volumi non si poteva fare altrimenti.
Takopi, per quanto possa sembrare spesso stupido e fastidioso, è perfettamente coerente con le premesse del personaggio. Lui non ha mai avuto a che fare con situazioni terribili come quelle che si ritroverà ad affrontare qui sulla terra e ogni volta che lo vedremo in circostanze spiacevoli reagirà sempre nel modo più ingenuo possibile rendendosi il più delle volte inutile in ogni suo tentativo di risolvere un problema. Lui si contrappone perfettamente alla figura negativa e assente dei genitori dei bambini, mentre questi ultimi se ne fregano del benessere dei propri figli Takopi farà sempre tutto il possibile per poterli aiutare. Sfortunatamente non avendo né i mezzi né le conoscenze necessarie finirà spesso con il peggiorare tutto senza volerlo, dimostrando quanto purtroppo le buone intenzioni da sole non siano sempre sufficienti a cambiare la vita di una persona.
Per quanto riguarda i bambini non mi ci soffermerò perché ognuno deve scoprirli da solo affinché possa godersi appieno la storia. L’unica cosa che posso dire è che anche qui viene fatto un ottimo lavoro, man mano che si impara a conoscerli verranno meno tutte le idee che ci si è fatti su di loro al primo incontro.
L’autore nel corso dell’opera ci mostrerà la prospettiva di ognuno di loro, permettendoci di conoscere la crudele realtà che li affligge, rivelando le relazioni disfunzionali che hanno con le proprie famiglie e che li hanno portati ad essere ciò che sono oggi.

Disegni
I disegni li ho trovati stupendi. Per quanto non siano certamente dei migliori, sono comunque molto espressivi e riescono a comunicare perfettamente ogni emozione provata dai personaggi, trasmettendo al lettore tutto quel dolore e quella crudeltà al punto di fargli venire il magone. Lo stile passa da un tratto molto pulito e raffazzonato per le scene più leggere e scanzonate a uno molto più sporco e ricco di dettagli per quelle invece più cupe e strazianti. Ci sono alcune tavole davvero incredibili come la splash page verso la fine del primo capitolo.

Conclusione
Takopi's Original Sin racconta una storia meravigliosa e struggente che mi ha tenuto incollato pagina dopo pagina fino al suo finale bellissimo e straziante. Al centro di tutta l’opera c’è la mancanza e l’incapacità di comunicare con il prossimo, i genitori verso i propri figli e i bambini con gli altri bambini. Lo stesso Takopi, a causa del fatto di aver vissuto fin dalla nascita una cultura completamente diversa dalla nostra, è abituato a pensare di poter risolvere tutto con un gadget senza rendersi conto che certi problemi vanno risolti alla radice. Inizialmente viene naturale prendere le parti di Shizuka e odiare in qualche modo Marina per via dei suoi comportamenti violenti nei suoi confronti, ma poco per volta andando avanti con la storia l’autore riesce in modo ottimo a mostrarci le ragioni dietro al comportamento di Marina spingendo subito il lettore ad abbandonare una visione manichea dei personaggi. Non cerca in nessun modo di giustificarne l’atteggiamento violento ma semplicemente racconta come stanno le cose e sta poi al lettore rifletterci sopra e rendersi conto, come farà poi lo stesso Takopi, che non esistono buoni o cattivi ma solo persone e che come tutti hanno dei lati buoni e dei lati cattivi. Rileggendo il manga una volta finito ci si rende subito conto di quanto questi bambini siano tutti delle vittime e che si comportano in modo violento perché è l’unico modo che hanno imparato per sfogare le proprie frustrazioni e le proprie paure.
Il finale, per quanto affrettato sia, è secondo me una perfetta conclusione. Dopo essere stato a contatto con i bambini e aver capito quali siano i loro problemi, alla fine Takopi si rende finalmente conto di quale sia la cosa giusta da fare.

Consiglio questo manga veramente a tutti quanti e chiedo a coloro che lo hanno apprezzato di fare altrettanto. Lo scopo di questa storia è dare una lezione di vita alle persone e secondo me ci riesce appieno. Sarà una cosa scontata da dire ma se ognuno leggesse più spesso storie come queste, dandogli la giusta attenzione e capendone il messaggio, renderemmo di sicuro il mondo un posto migliore.


“È parlando che nasce la felicità-pi”


 0
denju

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9,5
Devo dire onestamente che le mie aspettative prima di guardare l'anime erano basse, ma dire che lo rivalutato è dire poco, una narrazione perfettamente eseguita che ti fa stare sempre in tensione per cercare un risvolto positivo.

La trama consiste in questo alieno polipo che è venuto nella terra per portare felicità facendo uso dei suoi gadget, ma scoprirà presto che non è facile come credeva; aspettandosi una terra buona e premurosa farà invece i conti con la cruda realtà, scoprendo vari aspetti di sofferenza della vita delle persone.

in questa serie non ci sono lati da prendere, non ci sono buoni o cattivi, ci sono solo esseri umani con i loro pregi e difetti, un messaggio talmente banale che c'è l'ho dimentichiamo, ogni volta puntando sempre il dito verso qualcuno cercando di trovare il "cattivo" e il "buono".

consiglio a tutti di godervi questa mini serie che vi lascerà con un po' di riflessioni da farvi.


 3
filidema

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
“Takopi’s Original Sin”: due volumi che mi hanno distrutto emotivamente.

La storia parte facendoci fare la conoscenza di un simpatico alieno a forma di polpo il cui obiettivo è quello di diffondere la gioia sulla terra. Questo verrà battezzato col nome di Takopi da colei che, per la prima volta dal suo arrivo sul pianeta, gli mostrerà un po’ di gentilezza, ovvero, una bambina che frequenta le elementari, Shizuka.
Questa, sfortunatamente, non se la passa bene. A scuola viene continuamente e orribilmente bullizzata e a casa vive in condizioni raccapriccianti e inumane, con sua madre che non si prende cura di lei. Takopi quindi si immolerà l’obiettivo di far sorridere la “dolce Shizuka”, e ci proverà usufruendo degli “happy-gadget” del suo pianeta, simili ai ciuski di Doraemon. Tuttavia il problema è che il nostro polpo non sa nulla di come funzionino le cose sulla terra e quindi non sarà molto d’aiuto nonostante la sua determinazione!

Già dai primi capitoli del manga è palpabile, attraverso le tavole magistralmente disegnate, l’orribile realtà della ragazza, questa sempre in contrapposizione con l’innocenza e l’ingenuità dell’alieno che non capisce i concetti umani di violenza e odio. Ma tornerò più tardi sui disegni e lo stile dell’opera.

Gli altri due personaggi principali sono: la principale aguzzina di Shizuka, Marina, e il rappresentante di classe che sembra l’unico a cui importi della situazione di bullismo, Azuma. Non vorrei spingermi oltre nel parlare della trama per non rischiare di fare spoiler. Mi limito a dire che, nonostante le apparenze, anche questi due, come Shizuka, sono vittime di dinamiche familiari tossiche e disfunzionali.

Sono quindi questi tre bambini i poli intorno a cui gira l’opera. Concentrandosi sui rapporti: tra di loro, con le loro famiglie e, ovviamente, con Takopi.

L’opera, a mio parere, eccelle per la sua narrazione che, nonostante la sua pesantezza, ti rapisce e coinvolge completamente, empatizzando per i personaggi e le tragiche vicende di cui sono protagonisti.
Mentre leggevo, mi sono ritrovato a finire questi due volumi in un soffio. Forse nella costante speranza di un risvolto positivo.
A dare poi questo senso di nausea per le vicende trattate è lo stile dei disegni. Con un tratto che definirei azzardatamente, sporco ma azzeccato. Alcune tavole, appunto per quanto fossero ben rese, mi hanno davvero fatto accapponare la pelle.

Di sicuro, “Takopi’s Original Sin”, è una storia che lascia al lettore svariati spunti di ragionamento.
All’inizio l’opera sembra giocare molto su concetti come “cos’è il bene e cos’è il male” e “chi è il buono e chi è il cattivo della storia”. Ma andando avanti con la lettura, quello che prima ci sembrava ovvio, dopo qualche capitolo, inizia a incrinarsi e le certezze iniziano a vacillare. Fino ad arrivare alla conclusione che questa non è una storia di buoni e cattivi: è una storia di vittime di situazioni familiari e sociali malsane e tossiche.
Noi, del resto, vediamo le vicende dalla prospettiva di un alieno come Takopi che non comprende questi valori se non sul finale dell’opera.

Spendendo due parole proprio su di lui: il polipetto non brilla per intuito e non capisce bene gli umani, ma alla fine fa quella cosa che nessuna delle famiglie dei tre protagonisti ha fatto, esserci. Takopi sarà un compagno fedele dei tre bambini, nel bene e nel male.
“Alla fine questo sarà bastato a dare loro un lieto fine e farli sorridere?”
Ho già detto troppo! Concludo questa recensione consigliando questa mini serie di soli due volumi a chi non ha paura di storie un bel po’ pesanti e crude, ma con dei begli spunti di riflessione.


 2
Focasaggia

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
«Takopi's Original Sin» (originalmente “Takopii no Genzai”) è un manga, ideato e disegnato da Taizan5, crudo e intelligentemente scritto, dalla narrazione fluida e veloce, alla ricerca di una luce nel buio più fitto.

“Ultimamente va un po’ meno male.”
Una bambina incontra uno strano piccolo alieno dalle fattezze innocue, tanto da suscitare simpatia. L’essere vuole solo portare felicità con i suoi strani gadget quasi magici. Alla piccola queste cose non interessano, non crede alla magia o forse non crede che si possa essere felici.

Stride fortemente con il contesto il simpatico alieno, contrasto voluto e ben riuscito. Vedere il buffo pseudo-animaletto alle prese con un mondo sconosciuto è a tratti divertente, i suoi pensieri, le sue supposizioni, il suo modo di fare, qualche sorriso riesce a strapparlo. Vede l’apparenza credendola realtà, come fanno quegli adulti convinti ingenuamente che "bambino" sia sinonimo di "felicità".

L’essere è quasi una metafora di quei personaggi tanto ottimisti e buonisti, a prescindere dagli eventi, visti in tante opere considerati come alieni nella società moderna.

“Tu sarai sempre dalla parte della mamma, non è così?”

Una storia triste, una tragedia annunciata, una delle tante lette sui giornali banalmente liquidate con i soliti commenti, certi di non aver mai incontrato qualcuno a cui possa capitare cose del genere, ma in caso contrario di certo non lo si saprà, non fino a quando si leggerà di loro in un trafiletto su un qualche giornale locale…dimenticato da tutti.

Esistono famiglie distrutte, matrimoni falliti, genitori inaffidabili, ma le reali vittime, chi non può fuggire assorbendo ansie, paure, urla e rabbia degli adulti, tremando nel profondo sono i quei poveri bambini chiamati, quando fa comodo, figli.

A differenza della realtà entra in gioco la fantascienza, quando agli adulti sembra non importare nulla dei bambini interviene un alieno, come una macabra favola moderna.

Riuscire a dare speranza a chi non la cerca nemmeno risulta un’impresa forse impossibile, si tenterà fino all'ultimo in tanti modi, allontanandosi alla fine forse anche troppo dalla realtà, ancora più cruda di ogni possibile fantasia.

I tre personaggi principali Shizuka Kuze, Marina Kirarazaka e Naoki Azuma vengono sviscerati nel profondo con il passare del tempo. Inizialmente saremo anche noi semplici vittime dell’apparenza, potremo solo comprendere di non sapere nulla di quanto realmente stia accadendo e attendere spiegazioni. Riusciremo solo lentamente, per quanto siano pochi i capitoli da leggere, a scoprire la verità e i vari intrecci. Il loro carattere è ben delineato, la psicologia non è banale, non sono deboli, non si vogliono arrendere, lottano contro i propri desideri, pieni di paura. A volte senza comprendere di cosa hanno paura.

Il tratto è particolare, per quanto ben si presta a raffigurare la sofferenza dei protagonisti, potrebbe non rientrare nei gusti del lettore. Ci sono scene forti, di impatto, la parte più reale e cruda della serie, ma mai superflue.

Tanti i colpi di scena, alcuni prevedibili altri meno, uno in particolare, il più riuscito della serie, riuscirà a coinvolgere il lettore. Ognuno svilupperà le proprie idee al riguardo, non tutti giungeranno alle stesse conclusioni, in questo l’opera è davvero riuscita.

L’edizione della star comics è pregevole, con sovra-copertine. Il box, pieno di gadget, è solido e corposo.

Consigliato a chi cerca una storia complessa ed emozionante.