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Non sono uno che di solito si lascia appassionare ossessivamente dagli anime che guarda, ma riguardo quest'opera non ne ho potuto fare a meno.

In quanto anime derivato da un manga, non darò troppa considerazione alla trama (della quale si potrebbe benissimo parlare in una recensione del manga stesso), bensì al livello di fedeltà nei confronti dell'opera cartacea. Esso la segue in maniera molto fedele, con l'aggiunta di alcune scene che, approvate persino dal mangaka in persona, danno quel tocco di classe in più allo svolgimento della storia. Quello che potrebbe essere definito un eccessivo cambiamento è presente solo nel finale, ma se ne parlerà più avanti. Il fatto che non si parli della trama in sé non implica il non parlare del modo in cui comunque è stata "spalmata", potremmo così volgarmente dire, sui venticinque episodi da ventidue-ventitré minuti l'uno. Nel manga, specialmente all'inizio, alcune parti fanno storcere un po' il naso, poiché, tra flashback e racconti, non si capisce troppo bene l'ambientazione; ebbene, qui è diverso. Dopo aver messo in chiaro la situazione nei primi due episodi, quelli che erano flashback e digressioni vengono aggiustati, rendendo il tutto più comprensibile e piacevole.

Una delle cose maggiormente criticate nel manga sono i disegni, che a dirla tutta non definirei proprio "eccelsi". Tuttavia questa mancanza viene nell'anime sopperita da animazioni a dir poco fantastiche, con scene che arrivano al limite della terza dimensione: mi riferisco, in particolare, a molte delle scene in cui i soldati utilizzano il meccanismo per la manovra tridimensionale e ad alcune scene di combattimento. Il design degli ambienti e dei personaggi è buono, ma quello che veramente colpisce sono il design dei giganti e le espressioni facciali. Il primo riesce a comunicare perfettamente quello che Isayama (il mangaka) aveva in mente all'inizio e che magari su carta non riusciva magari ad esprimere perfettamente: il senso dell'orrido e di paura, quando si guardano questi mostri giganteschi e deformi. Le seconde, invece, riescono nei giganti a comunicare il loro stato di "mostri senza cervello" e negli umani il senso di terrore nei confronti dei primi.

Non vorrei sbilanciarmi troppo, ma le colonne sonore sono ottime e, poste al punto giusto nella narrazione, riescono a far provare emozioni di vario tipo allo spettatore. La prima opening è una delle migliori che io abbia mai ascoltato.

Per quanto riguarda i personaggi, bisogna dire che alcuni sono ben caratterizzati, altri un po' meno. Mi piace come viene definito Eren: lui è il protagonista, che a tutti i costi vuole eliminare i giganti; molto spesso, tuttavia, dimostrerà quelle che sono le sue (molte) debolezze, evitando di essere così il classico protagonista overpower che tutta sa e tutto riesce a fare. Un po' meno apprezzo la sorella, Mikasa, la quale, a differenza di altri personaggi come Jean (il mio preferito), che hanno una crescita interiore e una maturazione, ripeterà "Eren" fino allo sfinimento e sarà semplicemente il soldato che tutto può e tutto fa.

Il finale ha lasciato molta gente perplessa, poiché è vero che aggiunge scene al limite dell'incredibile, però lascia la narrazione incompleta (questo a causa della brevità dell'anime) e con un cambiamento forse un po' eccessivo rispetto all'opera originale. Quindi la domanda che tutti noi ci poniamo: "Quando arriverà la seconda stagione (se non saremo già morti di vecchiaia), come la collegheranno alla prima e come faranno svolgere la trama?"

In conclusione, nonostante queste piccole pecche, e qualche insignificante errore grafico, "L'attacco dei Giganti" è riuscito a offrirmi emozioni incredibili e a creare dentro di me una vera e propria ossessione, ma, come si sa, il mondo è vario e per molti altri potrebbe non essere così, tuttavia spero di essere stato utile a chi in futuro ha intenzione di guardarlo.