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Corre voce che chi si affaccia alla finestra di Orpheus e guarda verso il basso, sia destinato a innamorarsi dalla prima ragazza su cui si posa il suo sguardo. Anche se il loro amore finirà in tragedia come quello di Orpheus e Euridice.
Ci troviamo negli ultimi anni del 1800 a Regensburg, Germania, tra l'alta borghesia tedesca. I nostri protagonisti frequentano il conservatorio maschile San Sebastiano, nel quale si tramanda da ben quattrocento anni la leggenda della finestra di Orpheus.
Incontriamo Jullius Leonhart von Alensmeier, una ragazza costretta dalla madre a nascondere la propria natura con abiti maschili fin da bambina. La madre, sposata in seconda nozze al nobile del casato dei von Alensmeier, di cui in passato era l'amante, cerca di ingannare il marito e le sue due figlie per far ereditare all'unico primogenito maschio Julius l'intero patrimonio della ricca famiglia.
Isaac Gotthilfe Weisheit, un giovane ragazzo del popolo a cui è permesso studiare presso il prestigioso istituto per merito delle sue capacità artistiche e grazie ad una borsa di studio.
Klaus zon Mashmidt figlio di un nobile casato, il cui passato rimane oscuro e il cui cuore batte per la libertà della propria madre patria.
Inoltre ai tre protagonisti si trovano una serie di personaggi secondari i quali sono legati agli stessi e al girare della ruota del loro destino.

L'opera si può dividere in tre parti con altrettanti luoghi.
Il primo in Germania negli ultimi anni del 1800 all'interno dell'istituto scolastico San Sebastiano e all'interno dei misteri e gli eventi di Julius e la famiglia Von Alensmeier. Nella difficoltà della lotta della giovane tra il suo cuore femminile e tra il dovere maschile per la famiglia.
Il secondo in Austria tra gli anni a cavallo del 1800 e il 1900 a seguire le orme del promettente pianista Isaac.
Il terzo in Russia nei primi anni del 1900, quelli che precedono la rivoluzione russa, dove si combatte, nel vero senso della parola, la vita di Klauss, ovvero Alexeij Mihailovic.

Considerando la sua pubblicazione nel lontano 1976 si trova una crescita del disegno e della narrazione impressionante rispetto a Versailles no bara. Inoltre vi si trova una perfetta armonia tra i contenuti, i personaggi carismatici e ben definiti, lo studio documentato e curato di fatti storici e dei personaggi realmente esistiti.
Narrazione impeccabile, disegni semplicemente perfetti la rendono a mio avviso un'opera matura, intrigante e dai contenuti che la rendono una lettura piacevole ancora oggi.
Una buona pubblicazione della Planet, che offre una discreta qualità dell'albo ad un prezzo contenuto ed onesto.
Voto 10 pieno. A mio avviso da possedere assolutamente.

CIT: "A volte penso che l'incontro tra due esseri umani sia una forma di illusione. Soprattutto perché l'anima dell'uno non potrà mai arrivare a comprendere pienamente quella dell'altro, che non le appartiene.
Se non si è disposti ad accettare la delusione che ne consegue è meglio non sperare fin dall'inizio.
Se non si vuole rischiare di essere feriti, è meglio rinunciare fin dall'inizio a possedere ciò che non vogliamo perdere.
È meglio non amare.
È meglio non sperare.
È meglio non provare sentimenti.
Proprio così.
Per essere ragionevole, non mi dovrei aspettarmi neppure di vivere oltre questo istante, in cui sono certo di essere vivo. Eppure, così facendo l'anima smarrisce la strada e finisce per restare imprigionata in un mondo di follia. Proprio per evitare che questo accada, gli uomini non possono fare a meno di amare, di sperare e di provare sentimenti, pur essendo consapevoli della delusione che potrebbe conseguirne.
A volte mi viene addirittura da pensare che l'anima umana sia fatta apposta per essere ferita."