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Attenzione: presenza di spoiler.

L'opera prende spunto da due successi del periodo: il celebre Ghostbuster, gli acchiappafantasmi, e la serie dell'aliena Lamù e del maniaco Ataru, mescolando insieme i punti chiave e anche i personaggi dei due successi. L'inizio è un po' stentato, Reiko Mikami è una procace e bellissima acchiappafantasmi affamata di soldi e di fortuna, accompagnata sempre dall'assistente Tadao Yokoshima, un ragazzo allupato e sfortunato di prima categoria, fotocopia più ingenua e stupida di Ataru Moroboshi di Lamù. Alcuni accusavano la serie di essere un po' troppo simile al fumetto della Takahashi, Mikami bellissima donna con sempre indosso abiti succinti che ne mettono in mostra il fisico e Tadao Yokoshima eterno allupato a caccia di belle ragazze, che rimedia sempre botte di turno, da umani e non. In effetti è così, i primi volumi si riassumono in una caccia al fantasma di turno dove Mikami combatte e Tadao insieme alla bella fantasma d'epoca Okinu (la terza protagonista del manga, sebbene in forma minore rispetto ai primi due) colleziona figuracce, fughe e va sempre a un passo dalla morte per rincorrere la sua passione verso il gentil sesso. In mezzo tanti personaggi secondari, il maestro di Mikami, il prete Karasu, Pito il mezzovampiro, Emy la rivale strega, Chaos e Maria, rispettivamente uno stregone secolare e la sua assistente robot-umana. Tutti personaggi particolari che danno un pizzico di originalità al fumetto, che però gira sempre attorno ai due protagonisti, Mikami e Ataru. La comicità la fa abbastanza da padrona, ma non mancano momenti di serietà nei quali si svelano i primi veri nemici e le prime vere caratteristiche che saranno poi il filo portante della seconda parte con la maturazione di Yokoshima e di Mikami (al contrario di Lamù dove i protagonisti rimangono praticamente identici fino alla fine).

La serie decolla veramente solo nella saga finale, anche se gode di vari sprazzi gradevoli lungo tutto il fumetto in cui la parte centrale è la crescita di Yokoshima che si discosta dall'immagine della copia di Ataru per assumere un ruolo più centrale nel manga fino a diventarne per una parte vero protagonista oltre che acchiappafantasmi. Il ragazzo inizialmente lavora per la bella Mikami come fattorino tuttofare, attratto sessualmente dalla bellezza prorompente della ventenne rossa, scopre casualmente i suoi poteri e li riesce ad applicare in un torneo che gli consente di ottenere la licenza di acchiappafantasmi. Il ragazzo inoltre è innamorato della bella Mikami, sebbene inizialmente non contraccambiato dal suo capo che però più volte darà chiari segnali di gelosia nel momento il cui il ragazzo mostrerà attenzioni verso altre ragazze o riceverà da esse altrettanto.

Il manga Mikami perde in buona parte il suo trend iniziale rilassato e comico e assume una somiglianza molto più forte con Bleach con battaglie cruente, mostri diabolici e astuti nemici fino allo scontro finale nel quale non è Mikami ma Yokoshima il vero protagonista. Dal numero trentaquattro fino al termine, il manga è decisamente gradevole, presenta i nemici più potenti, costringe i protagonisti a crescere e li mette di fronte a scelte molto crudeli, arrivando a una conclusione shockante e triste. A quel punto il manga ormai non può più riprendere l'andazzo comico dell'inizio e quindi finisce per concludersi, in modo alquanto strano e senza mostrare una vera conclusione, sebbene durante la serie si lascia intendere benissimo quale sarà il futuro dei protagonisti grazie al salto temporale di uno dei protagonisti del futuro proprio nel passato (cioè il presente per il manga).

I disegni sono ben curati e, come in Rocky Joe, il tratto dei protagonisti migliora e si fa più pulito e adulto man mano che loro stessi crescono. Il che rende ancora più gradevole la già ottima lettura. La trama è eccellente, scorre bene, riesce a divertire. La serie è leggera, riesce a mantenere la giusta suspense, i protagonisti sono tutti ben riusciti, alle volte si sfonda perfino la quarta parete con un commento sull'uso poco approfondito dei personaggi secondari che in certi momenti del manga vengono totalmente messi da parte. Nonostante avvenimenti al limite dell'assurdo, al contrario dei Ranma o dei Lamù, questo manga riesce a dare un senso anche ai fatti più pazzeschi o perlomeno non li fa comparire come avvenimenti creati unicamente per incasinare o scuotere una puntata che altrimenti faticava a divertire. L'unico vero neo nel manga, se proprio si può trovare, è il finale che lascia un po' l'amaro in bocca, arrivando proprio quando il manga raggiunge il momento migliore, i protagonisti sono cresciuti e qualche ultima saga poteva anche essere sfruttata. Come detto però è il pelo nell'uovo, anche perché effettivamente nel momento della crescita dei protagonisti, la serie non può più ritornare al trend iniziale, di conseguenza la fine è abbastanza giusta.