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9.0/10
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Uno dei fumetti a cui sono più legato per tanti, troppi motivi, è indubbiamente Berserk di Kentaro Miura. L'autore in un'intervista ha ammesso che la sua principale fonte di ispirazione è stata Devilman. E' proprio così che ho scoperto questo manga di Go Nagai (o meglio, già conoscevo l'opera ma non me ne ero mai interessato) e che ho quindi recuperato tardi, e cioè solo quando nel 2004 la d/visual ne pubblicò la "Definitive Edition". Tutto quello che scriverò qui di seguito sarà quindi riferito a questa edizione che so essere profondamente diversa, non solo nelle traduzioni dei dialoghi, da quella più recente e pubblicata dalla J-POP. Nella nuova edizione ci sono intere pagine ridisegnate completamente, diverse aggiunte, ma anche tante altre parti del tutto eliminate.

Akira Fudo è un ragazzo come tanti altri, particolarmente timido, insicuro, ma anche codardo, tanto da subire passivamente le prepotenze dei bulli di quartiere, facendosi addirittura difendere dall'amica Miki. La sua vita scorre tranquillamente finché un giorno il suo migliore amico Ryo Saeba non gli racconta una storia incredibile: i demoni rimasti in letargo tra i ghiacci per milioni di anni si sono risvegliati e sono pronti a riprendersi la Terra, il loro amato pianeta d'origine, che nel frattempo è stato occupato da miliardi di altri esseri viventi: gli uomini. I demoni sono essere potentissimi che hanno la facoltà di potersi fondere con tutte le altre creature e stanno per causare l'apocalisse. Sarà proprio Akira, dimostrando un coraggio inaspettato, ad accettare e raccogliere "l'eredità di paura" lasciata dal padre di Ryo: accoglierà un demone dentro di sé diventando un umano con il corpo di un demone, un diavolo dal cuore umano, perché è questa l'unica speranza per l'intero genere umano.

A una prima occhiata Devilman appare subito come un manga forte e ricco d'azione, pieno di sesso, violenza e scene splatter e dove al lettore non viene risparmiato nulla. I disegni sono figli del loro tempo, ma i demoni hanno un aspetto indimenticabile, tanto da essere rientrati nell'immaginario collettivo dei ragazzi di allora ed essere stati fonte di ispirazione per molte opere a venire. Non è però questo a rendere Devilman un capolavoro senza tempo, un fumetto così attuale ad oltre quarant'anni dalla sua uscita, ma a renderlo tale sono i temi che affronta.

La dicotomia tra bene e male non esiste più e riconoscere tra cosa sia giusto e cosa sia sbagliato diventa impossibile e leggendo Devilman anche il lettore, proprio come Akira, non può fare a meno di domandarselo. In una scena indimenticabile vediamo due demoni discutere tranquillamente tra loro riguardo la bontà della carne umana, può apparire inquietante, ma quanti di noi han fatto lo stesso discorso a tavola mangiandosi un bel piatto di carne?
L'uomo è sempre stato in cima alla catena alimentare, ma ora non è più così e i demoni sono venuti a prendersi ciò che forse gli spetta di diritto. Akira è tormentato dai dubbi perché coglie un lato umano nei demoni che sconfigge, così come la crudeltà e stupidità degli uomini che, mossi dalla paura, rischiano solo di autodistruggersi. Ma allora perché continuare a combattere per loro? La risposta non è farlo per ciò che è giusto, ma semplicemente per chi si ama davvero. Questo è Devilman, un manga profondo, complesso e con uno dei finali più poetici e malinconici che abbia mai letto.