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9.0/10
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Il primo consiglio spassionato, da mettere a caratteri cubitali, è quello di non farsi spaventare dai primi volumi, com'era successo a me; è vero, a volte è la prima impressione quella che conta davvero. In questo caso però sarebbe del tutto fuorviante. Volumi alla mano, tenuti insieme da una colla che a volte regge incredibilmente bene il passare degli anni, altre volte decisamente meno, veniamo accolti da un tipo di disegno assai poco grazioso, quasi rozzo, con bordi neri e spessi che occupano metà delle tavole. Ho chiuso il volume e l'ho riaperto per ben tre volte, prima di riuscire a vedere altro. A vedere oltre. Non temete, il disegno dal tratto grossolano e informe che potrebbe farvi raccapricciare sfogliando le prime pagine muterà ben presto, regalando a Lamù e alle sue folli compagne di disavventure, tra le altre cose, le celebri e morbide curve che conosciamo da sempre. E non è affatto tutto qui, in un fanservice sì esuberante, ma che non si permette di far perdere a Lamù quella straordinaria verve di cui è pregno.
No, sarebbe triste liquidare Lamù come una storia che non solo si presenta malissimo, ma che in più sembra fatta solo a uso e consumo di un pubblico accalappiato tramite l'utilizzo di tante avvenenti e scostumate fanciulle.
Allora che cos'è questo manga? Costruito perlopiù su episodi autoconclusivi, il termine giusto per connotarlo sarebbe la demenzialità. Le pazze vicende fanta-scolastiche in cui esso cala la propria ambientazione vi cattureranno senza che ne ve accorgiate, dove leggende e folklore nipponico a gogò si uniscono al talento per la commedia umoristica che la Takahashi esercita e affina al massimo forse proprio in questa sua opera. Che di certo non è la più conosciuta, fatta eccezione per la sua sensuale protagonista aliena, e probabilmente a torto, perché ritengo che nessuna delle sue lunghe opere successive a Uruseiyatsura siano all'altezza di questa.
Lamù è un'esplosione di personaggi deliranti che arrivano, scompaiono in uno sbuffo di fumo e ritornano quando meno lo si potrebbe prevedere; Lamù è un susseguirsi di avventure che sembrano uscire dal libro di Alice nel paese delle Meraviglie e scopriamo, invece, di esserci tuffati 'soltanto' in un ordinario e altrimenti grigio Giappone, spiazzati dal dedalo di folli creature che ne popolano gli angoli più impensati.
Lamù è una Oni vestita di uno striminzito bikini leopardato e proveniente da un altro mondo, che si innamora di un ragazzo brutto, rozzo e infedele il quale, a sua volta, non ha alcuna intenzione di cedere alle avance dell'aliena: bellissima sì, ma dotata di un pessimo carattere. In pratica, la tsundere per eccellenza.
Lei che ama lui, che ama un'altra, che riceve le attenzioni di un altro; e poi le amiche di lei, tutte corteggiate immancabilmente da lui, e famiglie, fratelli, madri, cugini, parenti serpenti, nessuno dei quali soffre di una caratterizzazione più incerta di altri. Di certo una storia che a vari livelli è stata il sale di molte altre, successive, e che ancora oggi rimane un piacere assaporare con il sorriso a fior di labbra, pagina dopo pagina.